L'ex presidente della Camera
Parla Laura Boldrini: “I sovranisti europei gli utili idioti di Trump”
«Il presidente americano pensa di potersi insinuare nelle fragilità dell’Europa per scardinarla, un’Europa forte e compatta è per lui insopportabile. L’Ue deve far valere le proprie posizioni e la propria storia: i modi felpati non funzionano»
Interviste - di Umberto De Giovannangeli

Laura Boldrini, già Presidente della Camera, parlamentare del Partito democratico e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo: Ucraina, Palestina. Guerre, negoziati, patti tra autocrati… E l’Europa è sempre più ai margini, irrisa da Trump e Putin, divisa al proprio interno. E a far cambiare passo non saranno vertici improvvisati come quello svoltosi a Parigi.
Ci troviamo in una fase di trasformazione che non ha precedenti. È come se fossimo alla fine di un’epoca mentre se ne apre un’altra nella più totale incertezza. E in questo frangente cade il diritto internazionale, cadono le corti internazionali, cadono i principi sui quali per decenni si è riconosciuto il cosiddetto Occidente. Cadono anche il concetto del bene e del male. Viene cancellato il sistema multilaterale che è basato sulla condivisione e l’assunzione di responsabilità reciproca. Trump si rivolge a Putin perché lo riconosce come leader, ritenendolo l’unico interlocutore valido e alla sua altezza. Il presidente degli Usa interpreta l’articolata composizione europea come una debolezza e una mancanza di leadership e per questo si sente autorizzato ad escluderla. E’ l’epoca degli uomini e delle donne sole al comando. Dell’uso della forza a discapito della diplomazia e della politica. L’Europa ha certamente delle fragilità, ma l’articolata composizione non è l’elemento più rilevante. Per far cambiare passo all’Ue serve una forte determinazione a non abbandonare i pilastri su cui è nato e si è sviluppato questo grande progetto di pace: la solidarietà, i diritti di tutte e tutti, l’uguaglianza, l’autodeterminazione dei popoli e delle persone, il diritto d’asilo, l’inclusione, il welfare. Ecco cosa vuol dire essere europei e di tutto questo dobbiamo essere orgogliosi. Esattamente il contrario di quello che sostengono le destre sovraniste che, invece, vogliono distruggere le nostre fondamenta. In sostanza, per invertire la rotta serve tenere alta la bandiera europea per quello che rappresenta. Ed è questa consapevolezza che ci deve guidare in tutti i tavoli e tutti i confronti perché i nostri valori hanno garantito il progresso, il benessere e il rispetto reciproco tra Paesi e popoli, nonostante tutti i limiti. Ecco la nostra bussola dalla quale non possiamo distaccarci, pena la totale irrilevanza.
Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, per 19 minuti, il tempo del suo intervento, il Vicepresidente degli Stati Uniti, J.D.Vance, ha dato lezione di democrazia all’Europa. Intanto, l’amministrazione Trump sdogana l’estrema destra europea, dall’AfD a Vox e via elencando. L’invettiva del vicepresidente statunitense J.D. Vance contro l’Europa è inaccettabile e non ha precedenti. Mentre Trump cancella, a colpi di ordini esecutivi, i diritti delle donne, dei migranti, di intere comunità, esclude dalla stanza ovale una delle maggiori agenzie di stampa del mondo, impone alle ambasciate a quali quotidiani abbonarsi, Musk azzera ogni forma di cooperazione internazionale e solidarietà, si eliminano gruppi di persone dalla storia degli Usa, Vance si permette di attaccare l’Europa su libertà e democrazia? Un pericoloso capovolgimento della realtà, un paradosso: sembra uno scherzo se non fosse terribilmente vero. E, non pago, durante la sua visita in Germania ha ritenuto bene di contribuire allo sdoganamento dei neonazisti dell’AFD incontrando la loro leader Alice Wiedel. Rischiamo che si rompa un argine che in Germania resiste da 80 anni: quello che ha tenuto ai margini gli eredi delle forze nazifasciste che portarono l’Europa sul baratro della Seconda guerra mondiale, mietendo milioni di vittime. Bisognerebbe che Vance studiasse la storia dello sbarco in Normandia e dei mesi successivi. L’Europa deve reagire fermamente a questi tentativi di ingerenza politica e Meloni non può stare con i piedi in due staffe sperando di fare la mediatrice tra UE e Trump. La sua amicizia con Musk e il suo rapporto con Trump sembrano più impostati sul bilateralismo che su una prospettiva europea. E questo fa male all’Europa e fa male all’Italia. O con l’Europa e con chi vuole farla crescere, renderla più giusta e competitiva o con chi vuole distruggerla. Ma deve essere chiaro che disgregare l’Europa e tornare ai singoli stati significa condannare l’Italia al vassallaggio togliendo ogni prospettiva ai nostri giovani, non certo ad un ruolo di primo piano quando sulla scena dominano le grandi potenze.
Ha ragione il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, quando afferma che con Trump, tempo qualche mese, Europa e Nato saranno archiviate?
Dipende molto da come le istituzioni europee reagiranno a questo attacco. L’impressione è che Trump pensi di potersi insinuare nelle fragilità dell’Europa per scardinarla perché un’Europa salda, forte e compatta è per lui insopportabile. E lo fa sfruttando i suoi amici sovranisti che pur di conquistare qualche consenso in più si abbassano a fare gli utili idioti funzionali al progetto distruttivo del presidente statunitense. Bisogna che l’UE tenga testa a Trump e faccia valere le proprie posizioni e la propria storia: i modi felpati non funzionano. Siamo davanti ad un presidente degli Usa che sembra solo volere distruggere tutto, come un bambino arrabbiato che rompe i giocattoli degli altri. In appena un mese ha minato alle fondamenta un assetto multilaterale basato su luoghi di confronto condivisi e paritari, un sistema di regole che ci siamo dati sulla scia degli orrori della Seconda Guerra Mondiale: distruggere questo significa precipitare nel caos. Come si può immaginare un negoziato di pace tra Russia e Ucraina tacciando Zelensky, leader del paese aggredito, di essere un dittatore mentre si spalleggia Putin, autocrate del paese aggressore? Trump gioca una partita pericolosissima ai confini dell’Europa lasciando fuori l’Unione e a tutto discapito nostro. In questo quadro, il de profundis dell’Ue non aiuta. Serve, invece, uno scatto in avanti. Chiunque abbia a cuore i valori che solo l’Ue ancora rappresenta, con tutti i suoi limiti e i suoi errori, deve spingere per il superamento di quei limiti a cominciare dai meccanismi che la ingabbiano e a volte la paralizzano, come quello dell’unanimità.
La Palestina, tema a lei molto caro. Il presidente-immobiliarista vuole trasformare la Striscia di Gaza in una Riviera per multimilionari. Senza palestinesi. Nel frattempo, incita l’amico Netanyahu a portare a compimento la guerra totale contro Hamas e i gazawi. Siamo alla soluzione finale della questione palestinese?
Siamo davanti al tentativo di una vera e propria pulizia etnica, perché non ci sono altri modi per definire il piano scellerato di Trump. Cacciare i palestinesi da Gaza costringendoli ad andare in altri paesi, costruire la “riviera Medio Oriente”, mentre i coloni continuano a compiere violenze su violenze e a occupare terre e case in Cisgiordania non può definirsi in altro modo se non pulizia etnica. Per non parlare del fatto che, finora, Giordania ed Egitto, i Paesi scelti da Trump per la deportazione dei palestinesi di Gaza, hanno rifiutato qualsiasi coinvolgimento. Due giorni fa, il Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo che presiedo, ha audito i rappresentati di Kairos Palestine, un movimento cristiano palestinese che sostiene la fine dell’occupazione israeliana e la liberazione dalle posizioni più estremiste di entrambe le parti per arrivare a una riconciliazione tra i due popoli. Sa qual è la parola che hanno pronunciato più spesso mentre descrivevano la “gazificazione” di Betlemme, Nablus, Hebron e altri posti della Cisgiordania? “Delusione”. Delusione perché si sono sentiti abbandonati, in quanto palestinesi, dalla comunità internazionale che ha lasciato Netanyahu libero di commettere crimini contro l’umanità e crimini di guerra a Gaza e in Cisgiordania. Se siamo a questo punto è perché non si è agito per tempo impedendo al governo israeliano di radere al suolo la Striscia e continuare l’annessione dei territori palestinesi. Anche su questo, l’Europa non riesce ad avere una posizione unitaria e netta. Non si può normalizzare un crimine contro l’umanità senza reagire in modo fermo e forte, tacendo davanti a tutto questo. E lo dico sia alle istituzioni europee, sia ai governi dei singoli stati membri sia ad alcuni giornalisti che illustrano il piano della “riviera del Medio Oriente” come se fosse un’opzione legittima e sensata.
Esiste ancora, fuori dai nominalismi, una sinistra europea. E il Pd come dovrebbe rivitalizzarla?
La strada, a mio avviso, è una sola. Bisogna migliorare la qualità della vita delle persone e comprendere le loro paure e le loro necessità. Se le destre vincono è perché capitalizzano proprio sul disagio e sulle paure della società, facendone carburante per la loro macchina di propaganda. Senza mai davvero affrontare i problemi reali. Ed è qui che deve intervenire la sinistra: con proposte concrete che le cittadine e i cittadini europei possano considerare come un’alternativa tangibile. Va smontata la narrazione dell’Europa cattiva, buona solo a imporre divieti e limiti. È un’immagine sbagliata dell’Ue, quella che propone la destra che punta esclusivamente a disgregarla. La sinistra europea e il Pd in essa sono determinanti per superare le fragilità dell’Ue e intraprendere la strada verso gli Stati Uniti d’Europa: una federazione forte e coesa, con una politica estera comune e un welfare condiviso. Come dicevo prima, serve l’orgoglio di essere europei, di far parte di quel grande progetto di pace e solidarietà nato sulle ceneri lasciate dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale come un faro che puntava al futuro. I valori su cui si fonda l’Ue sono esattamente i valori considerati basilari dal cosiddetto Occidente. Oggi sono proprio le forze sovraniste, i paesi guidati da leader nazionalisti, gli stessi che sbandierano “i valori occidentali” a minacciare quei principi. Di quali valori parlano? Di quali principi si ergono a difensori i Trump, i Salvini, gli Abascal, le Weidel se sono proprio loro a minare le basi del cosiddetto Occidente?