Gli Usa sempre più vicini a Mosca

Pace in Ucraina, la ricetta di Trump: via il “dittatore” Zelensky e Kiev fuori dal tavolo degli accordi

“È un dittatore e un comico mediocre, ormai ha il 4% dei consensi”, è l’attacco del tycoon al presidente ucraino. Che ribatte: “Vive di disinformazione russa, assurdo escluderci dai negoziati”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

20 Febbraio 2025 alle 13:30

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AP Photo/Julia Demaree Nikhinson, File
AP Photo/Julia Demaree Nikhinson, File

Il pareggio non è contemplato. Lo scontro non ammette prigionieri. Il capo dell’iperpotenza mondiale contro il presidente in mimetica. Donald Trump contro Volodomyr Zelensky. La “pax ucraina” passa per l’uscita di scena di Zelensky. Il diretto interessato lo sa e sa che a sentenziarlo non è l’odiato zar di Mosca, ma l’inquilino della Casa Bianca. Zelensky ribatte a Trump, che sollecita nuove elezioni in Ucraina, dove il presidente avrebbe ormai un tasso di popolarità di appena il 4%. Siamo al dileggio, al disprezzo personale. Trump attacca Zelensky definendolo un “dittatore mai eletto” e un “comico mediocre” che è riuscito ad ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti per “una guerra che non avrebbe mai vinto”. Parlando con i giornalisti a Kiev, Zelensky ribatte sostenendo che il presidente americano vive “nello spazio di disinformazione” russa. “Sfortunatamente – ha detto, citato da Ukrinform, in un riferimento a quel dato del 4% di approvazione del suo operato – il presidente Trump, per il quale abbiamo grande rispetto in quanto leader del popolo americano, vive nello spazio di disinformazione che arriva dalla Russia”.

Circa il 57% degli ucraini si fida di Volodymyr Zelensky e ne approva l’operato, secondo un sondaggio pubblicato ieri e condotto dal Kyiv Institute of Sociology (Kiis) fra il 4 e il 9 febbraio, segnando un incremento di 5 punti percentuali rispetto all’ultimo sondaggio di dicembre. Un 37% degli ucraini interpellati invece non ha fiducia in lui, ma in dicembre la percentuale era del 39%. Lo scrivono i media ucraini, fra cui il Kyiv Independent, sottolineando come il dato smentisca quanto affermato proprio i primi di febbraio da Donald Trump, secondo il quale – asserzione non suffragata da alcuna fonte, nota il sito news ucraino – il tasso di approvazione per Zelensky era del 4%.

Mostra sicurezza, Zelensky, “ma le cose, all’interno, sono un po’ più complicate”. In caso di elezioni l’attuale presidente non sarebbe il candidato in testa ai sondaggi. Quanto a popolarità, sono in due a superarlo: l’ex capo delle Forze armate e oggi ambasciatore nel Regno Unito, Valeri Zaluzny, giubilato da Zelensky per eccesso di popolarità, e il capo dei servizi segreti militari Kyrylo Budanov. Intanto Trump respinge al mittente le proteste dell’Ucraina per essere stata esclusa dal tavolo dei negoziati con la Russia e rilancia accusando Kiev di aver «iniziato la guerra» senza tuttavia articolare il suo pensiero. In una delle consuete conferenze stampa fiume in occasione della firma di nuovi ordini esecutivi, questa volta da Mar-a-Lago, il presidente americano ha, inoltre, dichiarato che i colloqui in Arabia Saudita con Mosca sono andati «molto bene» e che «probabilmente» incontrerà Vladimir Putin entro fine mese. «Sono più fiducioso di prima», ha dichiarato The Donald dopo che il suo emissario, il segretario di Stato Marco Rubio, e quello del Cremlino, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, a Riad hanno stabilito una sorta di reset nei rapporti tra Stati Uniti e Russia per la «pace» in Ucraina ma anche in vista di nuovi affari tra Washington e Mosca e di un’intesa sugli equilibri di potere nel mondo.

Un vertice criticato da Zelensky, che ha lamentato l’esclusione di Kiev e chiesto «colloqui equi» anche con Ue, Regno Unito e Turchia. Trump dal canto suo non ha preso bene le critiche e si è detto «molto deluso» dalle proteste del leader ucraino. «Ho sentito che sono arrabbiati per non avere un posto al tavolo dei negoziati. Ce lo hanno avuto per tre anni. Allora non avrebbero dovuto iniziare la guerra», ha affermato parlando con la stampa nel suo resort in Florida senza tuttavia spiegare cosa intendesse, dal momento che è stata la Russia ad invadere l’Ucraina. Il commander-chief ha anche assicurato di «essere in grado di porre fine al conflitto» e si è detto favorevole all’invio di truppe di pace europee nel Paese una volta raggiunto un accordo. “Se i Paesi europei vogliono farlo è fantastico, sono assolutamente d’accordo”, ha precisato ai giornalisti a Mar-a-Lago aggiungendo che gli Stati Uniti non avrebbero contribuito «perché siamo molto lontani». Quanto ai soldati americani già presenti in Europa Trump ha garantito che non intende ritirarli. «Nessuno me lo ha chiesto e non intendo farlo».

Ma al presidente ucraino questa rassicurazione non basta. “Quando oggi parliamo di garanzie di sicurezza, di fine della fase calda della guerra, di cessate il fuoco, allora stiamo parlando anche della questione dei contingenti di truppe. Ne abbiamo parlato il presidente Trump e io. Egli sostiene l’approccio di un contingente di truppe europee in aiuto dell’Ucraina. Gli ho detto che ci devono essere anche gli americani perché altrimenti potremmo perdere la nostra unità. È un’importante dimostrazione di potere nei confronti di Putin che tutti gli alleati stiano lavorando insieme per proteggere l’Ucraina”, insiste Zelensky, durante un’intervista al talk-show tedesco ‘Maischberger’.

Lo scontro con Trump è totale. “Difendo l’Ucraina, non posso vendere il nostro paese. Questo è tutto”, dice il presidente ucraino ai giornalisti durante una conferenza stampa a Kiev in merito alla decisione di non firmare l’accordo proposto dagli Stati Uniti sulle risorse minerarie. L’amministrazione di Donald Trump aveva dichiarato di aspettarsi da Kiev l’accesso al 50% dei minerali strategici ucraini, in cambio dell’assistenza militare ed economica americana. Zelensky aveva ritenuto che l’accordo proposto nella sua forma attuale non “proteggesse” il suo paese, chiedendo in particolare “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina al fine di impedire qualsiasi nuova invasione russa dopo un eventuale accordo che ponesse fine alla guerra. “Lo ripeto, siamo pronti per un documento serio. Abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza”, ha detto, accusando la parte americana di non impegnarsi in una “conversazione seria”.

Di tutt’altro tenore sono le esternazioni che giungono da Mosca. Donald Trump è una persona abituata a parlare “con franchezza” e quindi non nasconde la sua opinione su “individui patetici” come Volodymyr Zelensky. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Il presidente americano, ha affermato Lavrov, citato dall’agenzia Tass, “è un politico completamente indipendente. Inoltre, è anche una persona abituata a parlare con franchezza. Queste persone di solito non nascondono la loro opinione su individui patetici come il signor Zelensky”. È solo l’“antipasto” che prepara il piatto forte: quello servito al Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che “l’isteria” dell’Ucraina per non essere stata invitata al tavolo negoziale tra Russia e Usa è “inappropriata”, secondo quanto riferisce la Tass. “Nessuno esclude l’Ucraina” dal processo negoziale, sostiene Putin. “Il presidente Trump mi ha detto durante il nostro colloquio telefonico che, naturalmente, gli Stati Uniti presumono che il processo di negoziazione avrà luogo con la partecipazione sia della Russia che dell’Ucraina”, ha detto il capo del Cremlino, citato dall’agenzia Interfax.

Lo zar si lancia in una difesa a spada tratta del tycoon, accusando i leader europei di avere “effettivamente interferito direttamente nel processo elettorale negli Stati Uniti, arrivando al punto di insultare direttamente uno dei candidati”. Poi ha dichiarato di essere “sorpreso” da quella che ha definito “la moderazione” di Donald Trumpnei confronti dei suoi alleati”, che a suo dire si sarebbero comportati “in modo rozzo”, e ha affermato che Trump “si comporta inoltre in modo abbastanza intelligente nei rapporti con loro”. Lo riporta l’agenzia Interfax. L’Ucraina e non solo. Putin ha affermato che tra gli argomenti di discussione con gli Stati Uniti a Riad c’è stata “la presenza” della Russia in Siria e la soluzione del conflitto israelo-palestinese”, ma ha rimarcato che Mosca attribuisce “primaria importanza” alla situazione relativa al conflitto russo-ucraino.

I tempi per un faccia a faccia tra i due presidenti sembrano avvicinarsi. Un incontro tra Putin e Trump potrebbe aver luogo prima della fine di febbraio. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov secondo quanto riportano le agenzie russe. E l’Europa? “Finora i russi non hanno voluto la pace. Vogliono solo ottenere tutto quello che avevano previsto. Hanno invaso il Paese, hanno preso la terra e vogliono anche qualcosa in più. Quindi, è chiaro che per far funzionare qualsiasi tipo di pace, è necessario che l’Ucraina e l’Europa siano a bordo. Altrimenti non funzionerebbe, perché l’attuazione è in Europa e in Ucraina. Non c’è nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina e nulla sull’Europa può essere concordato senza la partecipazione dell’Europa”., ripete l’Alto Rappresentante Ue Kaja Kallas in conferenza stampa da Città del Capo.

Il popolo ucraino ed il presidente Zelensky “si sono rifiutati di cedere alle pressioni di Putin. Nessuno può costringere l’Ucraina ad arrendersi”. Lo ha scritto su X il ministro degli esteri Andrii Sybiha, aggiungendo che l’Ucrainaha resistito al più orribile attacco militare nella storia moderna dell’Europa e a tre anni di guerra totale. Difenderemo il nostro diritto a esistere”. Il post arriva subito dopo il nuovo e durissimo attacco di Donald Trump a Zelensky, che ha bollato il leader ucraino di essere un “dittatore non eletto” e “comico mediocre”. Visto che c’è, Trump attacca anche l’Europa sulla guerra in Ucraina: “Ha fallito, non è riuscita ad ottenere la pace”. In un post su Truth il presidente americano ha ribadito anche che il Vecchio Continente ha speso meno degli Stati Uniti per una guerra che li tocca da vicino. Volano gli stracci tra i fu alleati. Ed è solo un mese che The Donald è ritornato alla Casa Bianca.

20 Febbraio 2025

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