L'anniversario della strage
L’urlo di Fatima: così l’Italia ha ucciso centinaia di persone in mare
Il discorso di Fatima, ragazza afghana di 25 anni che ha perduto cinque parenti, tra cui tre bambini. Si rivolge a Giorgia Meloni e chiede: “Se fossero fi gli tuoi?” . Fatima ci domanda verità su quello che è successo e noi abbiamo il dovere di dargliela. I migranti non sono nemici
Cronaca - di Sandro Ruotolo

Fatima è una ragazza di 25 anni. Afghana. Nel naufragio di Cutro ha perduto suo zio, sua zia e tre cuginetti piccoli. Erano tre dei trenta bambini affogati in quella notte. Ieri Fatima è tornata a Cutro, per ricordare e per protestare. Ha gridato forte contro il governo. L’ho ascoltata. E ora trascrivo qui il suo discorso perché ha colpito e commosso me e tutti quelli che ascoltavano. Merita di essere letto.
“Con la negligenza del vostro governo, avete ucciso centinaia di persone. Vi prego di non ripetere la stessa negligenza. Per favore, prendete sul serio il vostro lavoro e non trattate i migranti con tanta superficialità. Siamo tutti esseri umani. Perché dovremmo essere uccisi così facilmente solo perché non siamo coinvolti nella politica? Mia madre sta attraversando una crisi difficile e ha bisogno dei suoi parenti. Noi non possiamo tornare in Afghanistan. Asad ha solo 24 anni e ha bisogno dei suoi genitori. Asif, un ragazzo afgano che era su quella nave, ha bisogno anche lui di suo padre e di sua madre. Ha solo 16 anni. E ci sono anche altri di cui non posso fare i nomi qui. Vi prego di prendere sul serio la situazione e di rispettare le promesse che avete fatto. Rispondete a noi. La nave è affondata, ma per voi la questione è chiusa? Per noi non lo è ancora e abbiamo bisogno di una risposta. Per favore, per rimediare almeno un po’ al nostro dolore, date una possibilità speciale ai sopravvissuti delle vittime, affinché possano venire a visitare le tombe dei loro figli e trovare un po’ di pace. Chiedo alla presidente del Consiglio italiano di prendere sul serio la promessa che ci ha fatto due anni fa, e di affrontare la questione. La mia domanda è: quando il Presidente fa una promessa e non la mantiene, e la vita e la morte delle persone non hanno valore per lei, perché dovrebbe trovarsi in una posizione così alta per prendere decisioni sulla vita degli esseri umani? Hai mai messo te stessa nei panni delle vittime o delle famiglie delle vittime per capire quale dolore provano? Se questi fossero stati i tuoi figli, li avresti lasciati andare così facilmente? Se la Signora Meloni, il presidente dell’Italia, non è in grado di mantenere le sue promesse, faccia un passo indietro. Risponda al popolo e sia compassionevole verso le persone. Altrimenti se ne vada e ceda il suo posto a chi può mantenere le parole che lei ha dato”.
Questo ha detto Fatima. Ed è difficile non essere d’accordo con lei. Non hanno attenuanti. Il governo e i ministri non hanno attenuanti. Sono venuti a Cutro, quel giorno, e hanno promesso mari e monti. Due anni dopo non hanno mantenuto le promesse. I sopravvissuti di questa strage, nella quale sono morte 94 persone tra cui tanti bambini, e molte altre sono disperse, esprimono la loro rabbia. Hanno ragione. Noi siamo venuti a Cutro, siamo in questa rete di associazioni “26 febbraio”, e chiediamo ancora oggi al governo perché la Guardia Costiera non ha soccorso i naufraghi. Due anni sono passati e non hanno ancora risposta. Il 5 marzo inizierà il processo ad alcuni imputati. E non ci riguarda. Le responsabilità di quella tragedia riguardano la politica e la società civile. Questo è il tempo per restare umani. Il mondo del dopoguerra è finito. Abbiamo un presidente degli Stati Uniti il quale decide che la prima fotografia da mandare sul web, dopo il suo insediamento, è quella che ci fa vedere che la promessa che aveva fatto è stata mantenuta: gli immigrati in catene che salgono sull’aereo che li deporterà. …
Noi restiamo umani. È il momento di decidere da che parte stare. E noi non potremo mai accettare che vengano incolpati i poveri di essere poveri. Chiamiamo in causa il governo Meloni. Questa destra sa fare solo una politica verso l’immigrazione: la politica ispirata a quella che si chiama “securitate”. Voi sapete che da due anni a oggi sono morti in mare, nel nostro Mediterraneo, 5000 immigrati? Negli ultimi 11 anni sono morti quasi 25 mila naufraghi. Non vogliono le navi delle Ong? Benissimo: mettessero una flotta europea di soccorso. E la smettessero di dare la caccia alle Ong. Addirittura siamo venuti a sapere che “Mediterranea”, che è una delle più importanti Ong che fanno i soccorsi, viene spiata illegalmente. È stato spiato l’armatore, il fondatore e persino un sacerdote: padre Mattia Ferrari.
All’indomani della strage che oggi ricordiamo, il governo ha varato un decreto che ha chiamato il “decreto Cutro”. Per favore: togliete quella parola, per favore. Non chiamatelo “Cutro”. Chiamatelo il “decreto ignobile”. È un decreto pensato per aumentare le vittime, non per salvarle. Il tema dell’immigrazione va affrontato in una dimensione mondiale: abbiamo 56 conflitti armati in corso, in questo momento, nel mondo. Abbiamo il cambiamento climatico. Abbiamo la desertificazione. Affrontiamo questi problemi, senza mai considerare chi scappa dalla fame e dalla guerra come nostro nemico. No, gli immigrati non sono nostri nemici.