Centinaia i rimpatriati

Trump dà inizio alla guerra ai migranti: partite le deportazioni

The Donald lancia una legge anti-immigrazione e invia l’esercito al confine col Messico: previsti 10mila uomini. L’Onu: “L’asilo è un diritto”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

26 Gennaio 2025 alle 12:02

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Trump dà inizio alla guerra ai migranti: partite le deportazioni

Quella foto è tutto un programma. Agghiacciante. «Come promesso, il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze». Lo scrive la Casa Bianca su X postando l’immagine di una fila di migranti ammanettati e in catene mentre vengono imbarcati su un aereo cargo militare con la scritta in sovrimpressione «I voli di deportazione sono iniziati. Il Pentagono ha messo a disposizione due voli C-130 e due C-17 che in coordinamento con il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Homeland Security operano per i rimpatri. Promessa fatta, promessa mantenuta».

A soli quattro giorni dal suo insediamento, scatta la stretta anti-migranti promessa dal tycoon in campagna elettorale. Le autorità statunitensi hanno infatti arrestato 538 immigrati clandestini e ne hanno deportati centinaia in un’operazione di massa annunciata ieri dalla Casa Bianca. L’amministrazione Trump ha arrestato “538 criminali immigrati illegali”, ha reso noto la nuova portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un post su X, aggiungendo che “centinaia” di questi sono stati deportati con aerei militari. La Camera Usa ha approvato giovedì una prima stretta sull’immigrazione, seguendo le indicazioni del neopresidente. Via libera, quindi, a un disegno di legge che allarga i casi di detenzione per gli immigrati privi di documenti, accusati di piccoli reati. Trump ha intanto blindato il confine tra Stati Uniti e Messico con migliaia di soldati per fermare l’immigrazione illegale. Circa 1.500 militari per ora sono stati inviati al confine su ordine del presidente. Il loro numero aumenterà in maniera considerevole.

“Il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per l’invio di altri 1.500 soldati al confine meridionale degli Stati Uniti”, aveva spiegato ieri Leavitt. Per il Washington Post, il piano prevede l’invio di 10mila uomini nel complesso. Le comunicazioni non evidenziano quali unità siano state dispiegate e quali verranno coinvolte al confine, dove al momento sono attivi già circa 2.200 militari nell’ambito della Joint Task Force-North. Le nuove truppe, che inizieranno a essere inviate questa settimana, oltre a svolgere gli stessi compiti di sostegno alle operazioni dell’agenzia di dogana e confine che ha l’attuale missione, assisteranno, anche con informazioni di intelligence per valutare minacce e flusso dei migranti, l’operatività del Border Patrol. Si prevede anche un supporto aereo alle operazioni.

«Il diritto di chiedere asilo è universalmente riconosciuto», sottolinea l’Onu in risposta alla decisione del presidente Usa. «Tutti gli Stati hanno il diritto di esercitare la loro giurisdizione lungo i confini internazionali, ma devono farlo in linea con i loro obblighi in materia di diritti umani», ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti Ravina Shamdasani ai giornalisti a Ginevra sottolineando che «il diritto di chiedere asilo è un diritto umano universalmente riconosciuto». Instancabile, implacabile, Donald Trump ha firmato la grazia per gli attivisti antiaborto, durante un altro giro di ordini esecutivi dallo Studio Ovale. Il presidente ha graziato 23 persone condannate per aver bloccato l’accesso alle cliniche per l’aborto. Lo riporta la Bbc. “Non avrebbero dovuto essere perseguiti. Molti di loro sono anziani”, ha detto. “È un grande onore firmare la grazia, saranno molto felici”.

I media statunitensi riferiscono che una delle persone graziate è Lauren Handy, leader del gruppo Progressive Anti-Abortion Uprising (Paau). Il gruppo è stato condannato per aver cospirato nel 2020 per assaltare una clinica di salute riproduttiva di Washington e bloccarne l’accesso per intimidire pazienti e personale. I membri si sono fatti strada con la forza nella Surgi-Clinic, ferendo un’infermiera e trascorrendovi diverse ore. Handy era stata dichiarata colpevole nell’agosto 2023 e condannata nel maggio 2024. Il diritto all’aborto è diventato una questione chiave nella corsa presidenziale del 2024 dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la sentenza Roe contro Wade del 1973 nel 2022, ponendo fine a quasi 50 anni di tutela federale dell’aborto. “Promesse fatte, promesse mantenute”. Il Trump 2.0 è iniziato.

26 Gennaio 2025

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