L'elezione del cancelliere

Chi è Friedrich Merz, il nuovo cancelliere tedesco eletto per un soffio

Alla prima votazione la Cdu fa mancare la maggioranza. Non il tentativo di affossare il nuovo governo ma un avvertimento: alla Spd niente concessioni

Esteri - di David Romoli

7 Maggio 2025 alle 12:30

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AP Photo/Markus Schreiber – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Markus Schreiber – Associated Press/LaPresse

Friedrich Merz è il nuovo cancelliere tedesco, eletto con 326 voti, dieci in più del quorum necessario al Bundestag, appena tre in meno del totale sommato dai due partiti della nuova maggioranza, Union, cioè l’unione Cdu/Csu, e Spd. Un risultato brillante e pienamente adeguato alle attese. Se non fosse che è arrivato alla seconda e non alla prima votazione: non si tratta di un particolare. Nella storia della Germania postbellica non era mai successo.

Il fattaccio della prima votazione fallita è stato per qualche ora un terremoto politico di massima forza non solo in Germania ma nell’intera Unione europea. A Merz erano mancati sei voti tondi per raggiungere i 316 necessari. La maggioranza si è ritrovata in rosso di 18 voti, con poche assenze giustificate, circa tre, e molti franchi tiratori. La Costituzione tedesca lasciava comunque ampie possibilità a Merz: aveva 14 giorni di tempo per riprovarci e poi, in caso di nuova sconfitta, sarebbe potuto arrivare a meta in una terza votazione anche con la maggioranza semplice e non assoluta, cioè con meno di 316 voti. Presidente della Repubblica permettendo però, perché in quel caso il capo dello Stato Steinmeier avrebbe infatti potuto decidere di convocare invece nuove elezioni.

Merz si è reso conto di dover ricucire subito la ferita. Se avesse aspettato due settimane prima di affrontare di nuovo il voto del Bundestag sarebbe arrivato all’appuntamento stremato e delegittimato, senza contare il rischio di una manovra mirata ad affossarlo una volta per tutte. Una mozione della maggioranza, ma con l’appoggio determinante anche dei Verdi e della Linke, ha permesso di arrivare al nuovo voto subito, dopo poche ore e sanare così per quanto possibile la ferita prima che potesse infettarsi. Riparare completamente il danno però non è possibile. Il siluro dei franchi tiratori e con ogni probabilità partito dallo stesso partito del cancelliere, la Cdu/Csu. Non mirava ad abbatterlo, come è stato reso evidente dal secondo voto, ma a lanciare un segnale chiaro e molto minaccioso. È possibile che i tiratori mirassero a strappare concessioni non chiare e a maggior ragione dal punto di osservazione italiano. Ma è anche possibile che il contundente monito avesse valenza più politica e più generale. L’alleanza con la Spd è necessaria perché altrimenti non sarebbe stato possibile formare un governo e sarebbe stato necessario tornare alle urne innescando l’effetto Weimar, una volta tanto non solo per modo di dire.

Ma l’orizzonte della maggioranza della Cdu e in generale del Ppe, a partire dal presidente Weber e dalla presidente della Commissione europea von der Leyen, è opposto: guardano a destra, pur senza spingersi, o forse senza spingersi ancora, sino a ipotizzare un’alleanza con AfD. Su alcuni capitoli decisivi, come il Green Deall’immigrazione la destra del Ppe non ha alcuna intenzione di riavvicinarsi alla Spd e al Pse. Merz è dunque stato avvertito: ora sa cosa rischierebbe sbilanciandosi troppo a favore dell’ala sinistra della sua maggioranza. Ma anche la Spd, partito che combatte per la sopravvivenza o quasi, non può limitarsi a fare da portatore d’acqua per il partito maggiore e deve ottenere qualche risultato reale da vendere poi al proprio elettorato in fuga. Per questo l’incidente di ieri, pur rientrato immediatamente, resta grave. Il Cancelliere dovrà muoversi sul ghiaccio sottile e la cosa è chiara a tutti. Dunque parte ancora più debole del previsto e già non si trattava certo di una posizione solida.

Nel fattaccio il caso della AfD e del dibattito sulla sua eventuale messa fuori legge non ha avuto probabilmente alcun peso. Ma va da sé che proprio AfD incassa i dividendi di quella che è a tutti gli effetti una prova di debolezza. Certo, se episodi del genere non si ripeteranno Merz avrà tutte le possibilità di recuperare in pieno. Ma in caso contrario anche un solo altro agguato lo renderebbe una sorta di anatra zoppa a tutto vantaggio del partito di estrema destra. I primi a congratularsi con l’eletto sono stati Weber, von der Leyen e naturalmente Zelensky. La premier italiana, che con il cancelliere ha per ora un buon rapporto, ha sottolineato soprattutto la possibilità di un lavoro comune sul fronte della competitività, in particolare nell’automotive dove industria tedesca e italiana sono più indissolubilmente legate. Più eloquente e ambizioso il commento di Macron:Tocca a noi rendere il motore e lo scatto franco-tedesco più forti che mai”. Ma che un presidente uscente e impopolare a braccetto con un cancelliere nato fragile riescano a riprendere in pieno la guida dell’Unione è tutto da dimostrarsi..

7 Maggio 2025

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