La mossa di Washington

Trump annuncia dazi al 25 per cento sulle auto importate negli Usa: così colpisce consumatori e produttori rivali di Musk

Economia - di Redazione

27 Marzo 2025 alle 10:39

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AP Photo/J. Scott Applewhite
AP Photo/J. Scott Applewhite

La guerra commerciale indetta dall’amministrazione Trump contro tutto ciò che non è “made in Usa” andrà a colpire anche il comparto automotive. Lo ha annunciato lo stesso presidente in un discorso alla nazione pronunciato mercoledì, che arriva non a caso a 24 ore di distanza dalla missione a Washington del commissario Ue per il commercio Maroš Šefcovic.

Un esito fallimentare, considerata la mossa del tycoon: Trump ha annunciato infatti dazi del 25 per cento su tutte le auto prodotte fuori dal Paese e importante negli Stati Uniti a partire dal prossimo 2 aprile. L’obiettivo promesso dal presidente al suo elettorato è quello di raccogliere entrate extra pari a 100 miliardi di dollari per compensare i tagli fiscali ai più ricchi promessi nel corso della campagna elettorale, oltre a rilanciare la manifattura interna, operazione quest’ultima che in realtà richiede anni e investimenti da miliardi di dollari.

Un annuncio che rischia di provocare un terremoto in un settore, quello dell’auto, già in grande crisi da tempo per effetto della complicata transizione verso l’elettrico e la concorrenza sempre più forte che arriva dalla Cina.

Ma il Paese che verrà maggiormente colpito dai dazi trumpiani non è il gigante asiatico: è infatti il Messico il principale esportatore di veicoli negli Stati Uniti, seguito da Giappone, Corea del Sud, Canada e Germania. Stati Uniti in cui quasi la metà dei veicoli venduti sono importati, così come circa il 60 per cento delle componentistiche dei veicoli che vengono poi assemblati nel Paese.

Per questo, secondo diversi analisti, a pagare saranno in primis gli stessi consumatori americani: in media gli automobilisti Usa pagheranno oltre 10mila dollari in più per le auto prodotte all’estero, ma almeno 3mila dollari anche per quelle che sulla carta sono “made in Usa”. Le principali case automobilistiche americane, da Ford a General Motors , hanno delocalizzato all’estero la produzione di molti componenti, in particolare nel vicino Messico, per sfruttare il costo del lavoro più basso e gli incentivi ottenuti dai governi locali per aprire fabbriche.

Tesla potrebbe approfittare dei dazi imposti da Trump: la casa automobilistica “full electric” del presidente-ombra Elon Musk produce tutte le auto che vende negli Usa negli stabilimenti situati in California e in Texas, veicoli che dunque non verranno colpiti dai dazi che toccheranno ai rivali di  Ford e GM. Come la concorrenza però Tesla dovrà fare i conti con le tariffe maggiorate sulle componenti auto, come ammesso dallo stesso imprenditore sul suo social X: “Per esser chiari, questo influirà sul prezzo dei componenti delle auto Tesla che provengono da altri Paesi. L’impatto sui costi non è banale“, ha scritto il più fidato tra i consiglieri di Trump.

All’annuncio di Trump le reazioni non si sono fatte attendere. Il nuovo premier canadese Mark Carney ha già detto che Ottawa risponderà “presto” con misure di ritorsione, sottolineando che l’annuncio di Trump è “un attacco diretto ai lavoratori canadesi”. Ma non è andata meglio a Wall Street, dove tutti i principali titoli dell’automotive sono sprofondati.

di: Redazione - 27 Marzo 2025

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