Il piano anti-migranti
Germania, modello nazista: lager, deportazioni e respingimenti nel piano anti-migranti di Cdu e Afd
Centro ed estrema destra votano la stretta contro gli stranieri proposta dal candidato cancelliere Merz che viola il diritto internazionale. Orban festeggia: “Buongiorno Germania, benvenuta nel club!”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Germania, allarme nero. Che proietta un’ombra inquietante, che riporta indietro nel tempo peggiore, sul futuro del Paese: l’ombra dei campi di concentramento. Per migranti, stavolta. Che sia o meno una prova di governo, il voto al Bundestag del 29 gennaio 2025 rimarrà nella storia tedesca del Dopoguerra. Per la prima volta la Cdu e il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) hanno votato unite per approvare una delle due proposte avanzate dal candidato cancelliere Friedrich Merz in tema di immigrazione. Il provvedimento è passato con 348 voti a favore, 345 contrari e 10 astenuti.
La seconda mozione, invece, ha ottenuto 190 sì e 509 no, con 3 astensioni, ed è stata respinta. La co-leader della formazione di estrema destra, Alice Weidel, aveva già esultato pochi giorni fa, quando il leader Cdu aveva presentato la sua linea dura sull’immigrazione: “Il muro è caduto”. Tutto questo due giorni dopo le solenni celebrazioni della liberazione di Auschwitz. Il leader dell’Unione ha subito voluto precisare: “In Parlamento voglio costruire una maggioranza solo con le forze democratiche. Mi spiace che oggi sia emersa questa maggioranza” tra le contestazioni dei parlamentari della Spd e dei Verdi.
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Il candidato cancelliere per la Cdu ha poi lanciato un appello ai Socialdemocratici: “Chiedo di avviare con noi colloqui per votare insieme venerdì la nostra proposta di legge. Se questo non accade, è una vostra responsabilità”. La mozione approvata è proprio quella che contiene il piano in cinque punti sull’immigrazione e fortemente spinto dal leader cristiano-democratico: respingimenti a tutte le frontiere tedesche, potere di chiedere mandati d’arresto alla polizia federale, più centri di detenzione per gli immigrati da espellere, compiti di espulsione non più sulle spalle dei Länder, arresti senza limiti per persone pericolose o che si sono rese colpevoli di reati e raggiunte da un decreto d’espulsione. Si prevedono, in sostanza, controlli permanenti alle frontiere, respingimento di “tutti i tentativi di ingresso illegale senza eccezioni” per tutte le persone prive di documenti d’ingresso validi.
Le persone che devono lasciare il Paese devono essere trattenute immediatamente e il numero di centri di detenzione nei Länder deve essere “significativamente aumentato”. “Le espulsioni devono avvenire su base giornaliera”, si legge nella mozione della Cdu/Csu. I responsabili di reati che devono lasciare il Paese, continua il testo, devono rimanere in un “centro di detenzione a tempo indeterminato“, fino a quando non torneranno volontariamente nel loro Paese o saranno espulsi. La mozione o proposta di risoluzione non è giuridicamente vincolante. Ma il voto mostra che c’è una maggioranza a favore dello stop all’asilo e che oggi potrebbe esserci una maggioranza anche nel voto sul progetto di legge, che invece è vincolante. E che sta per essere varato. Il cambio di rotta completo dei cristiano-democratici, infatti, non finisce qui, oggi Merz e la Cdu torneranno al Bundestag per presentare un disegno di legge che prevede una rivisitazione radicale di tutte le politiche migratorie. Alcuni punti chiave sono stati rivelati da alcuni media: fermare preventivamente alle frontiere tutti i profughi e richiedenti asilo nessuno escluso, realizzare ai confini centri di detenzione e impedire tutti i ricongiungimenti familiari.
“Buongiorno Germania, benvenuta nel club!” ha commentato questa mattina il premier ungherese Viktor Orban, con tanto di immagine del Bundestag, sul suo profilo X (ex Twitter). Uno scontro accesissimo ha preceduto la votazione, con il cancelliere Olaf Scholz che ha messo in guardia il principale avversario da «un grave errore, un imperdonabile errore», accusandolo fra l’altro di violare le regole europee come nell’Ue fa soltanto Viktor Orban. E come nessun cancelliere cristiano-democratico avrebbe voluto, neanche Angela Merkel. Si sono indignati anche i Verdi, con Robert Habeck che chiede da giorni, «Signor Merz non lo faccia!». Ma è stata dura anche la replica del candidato dell’Unione, che ha bocciato come “infami” le insinuazioni del Kanzler, ribadendo di non avere “nulla a che vedere con Alternative fuer Deutschland”. «Una decisione giusta resta giusta anche se a votarla sono le persone sbagliate», ha scandito, affermando come la Repubblica federale abbia bisogno di «misure finalmente efficaci» – a fronte di un sistema europeo “disfunzionale” – come quelle prese in altri Paesi europei, fra cui l’Italia e la Danimarca.
La grande paura della caduta di un tabù che avvicinerebbe la Germania all’Austria, ha spinto Scholz a tenere un vibrante discorso di ammonimento. Se passassero le norme volute da Merz, «il paese maggiore dell’Ue violerebbe le leggi europee come solo Viktor Orban ha fatto finora. E questo sarebbe un segnale fatale per gli altri Stati», ha sferzato. «Una cosa del genere non l’avrebbero mai fatta Konrad Adenauer, Helmut Kohl, Willy Brandt e neanche Angela Merkel», ha elencato il cancelliere, accusando Merz di “populismo” e di essere un “giocatore di azzardo”, profilo inadeguato a guidare la Repubblica federale. Appoggiato in aula anche dai liberali di Christian Lindner, Merz ha difeso la sua linea, e come annunciato «è andato dritto, senza guardare né a destra né a sinistra». «Io chiedo cosa facciano di diverso da quello che io propongo la Danimarca, la Svezia, la Finlandia, l’Italia, i Paesi Bassi, tanti Paesi europei che sono nella nostra stessa Unione europea», ha affermato. Il candidato della Cdu ha quindi citato l’articolo 72 del trattato dell’Ue, stando al quale «non è solo possibile ma viene richiesto» che gli Stati si muovano in situazione di pericolo. «Questo articolo stabilisce che il diritto nazionale abbia priorità nel caso di un rischio per l’ordine e la sicurezza nazionale. Che altro deve succedere in Germania? Quante persone, quanti bambini devono essere uccisi perché lei si convinca che qui c’è un rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica?», ha urlato il candidato della Cdu contro il Kanzler.
Gli stessi argomenti usati da tempo da Alice Weidel, la quale oggi ha esultato per “un giorno meraviglioso per la democrazia”. La leader di Afd, rafforzata dai ripetuti endorsement di Elon Musk, ha fatto nuovo appello a Merz, chiedendo di riflettere anche sul «cordone sanitario sollevato in modo antidemocratico» contro il suo partito. Ma lui ha già risposto di volersi alleare solo con forze democratiche, ammettendo il “malessere” provocato dai voti dell’estrema destra. Ieri sono arrivate le critiche, pesantissime, da parte dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel nei confronti di Merz. Merkel ha definito “sbagliati” gli eventi del Bundestag che hanno consentito una maggioranza con l’AfD. L’ex cancelliera ha fatto riferimento a quanto dichiarato dallo stesso Merz il 13 novembre 2024 in un intervento al Bundestag nel quale sottolineava la necessità di non creare maggioranze in Parlamento che avrebbero potuto realizzarsi solo con l’AfD.
“Questa proposta e la posizione ad essa associata erano un’espressione di grande responsabilità politica, che sostengo pienamente. Ritengo sbagliato non sentirsi più vincolati da questa proposta e quindi, per la prima volta, consentire una maggioranza con i voti dell’AfD in una votazione al Bundestag tedesco il 29 gennaio 2025″, ha dichiarato Merkel in una nota. “È invece necessario che tutti i partiti democratici collaborino al di là dei confini partitici, non come manovra tattica, ma onestamente, con toni moderati e sulla base del diritto europeo applicabile, per fare tutto il possibile per prevenire in futuro questi terribili attentati, come quelli avvenuti di recente a Magdeburgo poco prima di Natale e pochi giorni fa ad Aschaffenburg”, ha concluso l’ex cancelliera.
I Verdi, con il loro leader Robert Habeck, hanno denunciato il rischio di compromettere i principi fondamentali della democrazia tedesca: “Con queste mozioni, la Germania cessa di essere uno Stato di diritto”. Il monito è stato ancora più forte da parte di altre forze politiche, con la co-presidente dei Verdi europei, Vula Testsi, che ha sottolineato come la CDU stia “seguendo un percorso pericoloso” che minaccia l’unità europea e i diritti umani fondamentali, in particolare il diritto di asilo. Nei giorni scorsi si era registrata anche la netta presa di posizione delle chiese protestanti e dei vescovi cattolici contro i respingimenti alle frontiere proposte dalla Cdu. In un comunicato, i vertici delle due chiese hanno criticato «un dibattito che infama i migranti, alimenta pregiudizi e non contribuisce a risolvere i problemi». Ma il candidato cancelliere tira avanti per la sua rotta. Tutta a destra.