Io sono ancora qua

Locatelli, il capitano della Juventus sbandata che ci crede fino alla fine e che vuole tornare in Nazionale

Destro da fuori area e grande gol a Roma, per restare in corsa Champions. Con Thiago Motta la prima stagione con la fascia al braccio, non è cambiato niente con Tudor

Sport - di Antonio Lamorte

8 Aprile 2025 alle 18:08

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GRAFICA DI FOTO DA LAPRESSE
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Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.

Non aveva ancora segnato in questa stagione, Manuel Locatelli. Stagione difficile, tormentata, dai risvolti clamorosi e tragici lì dove doveva cominciare un nuovo progetto e invece dopo una serie di batoste, con una Champions ancora alla portata, era fallito quel nuovo corso. “Loca” era già un fedelissimo di Thiago Motta, è rimasto al centro del centrocampo, e con la fascia di capitano al braccio con il subentrato Igor Tudor.

Locatelli era stato quasi un ragazzo prodigio. Cresciuto nelle giovanili tra Atalanta e Milan, aveva esordito in Serie A con la maglietta rossonera a 18 anni. Regia a centrocampo apposto per vent’anni. E invece no: alla Juventus aveva segnato un grande gol in una vittoria a sorpresa e insperata e contro la Juventus aveva vinto la Supercoppa Italia in quello stesso 2016. Primo trofeo della sua carriera. Bianconero che insomma era nel suo destino, nella sua carriera dopo un intermezzo nel Sassuolo di De Zerbi.

Non il crack che sembrava potesse diventare da giovanissimo, non il fenomeno per continuare la tradizione di grandi registi azzurri. Ma grande serietà, costanza, un gran bel tiro per lanci lunghi improvvisi e di prima a tutto campo e per colpire forte da fuori area. E però erano 532 giorni che non segnava. Destro da fuori area, palla all’angolino, impossibile anche per un super Svilar. 1 a 1 con la Roma all’Olimpico, in casa di una delle più forti squadre del Campionato. Sfiorato soltanto l’aggancio all’Atalanta.

La squadra traumatizzata e sbandata da una stagione folle c’è, è viva, in piena corsa. “Ho fatto un bel gol, forse dovrei farne anche di più semplici, ma sono contento così”, ha detto a fine partita Loca. Sempre la stessa dedica: la lettera T, quella di Thessa, la moglie, e di Thomas, il figlio. E il bacio alla J della Juventus sul petto. A nemmeno 30 anni è ormai un leader, uomo di esperienza e di affidabilità. Anche se gli manca la Nazionale, con la quale ha vinto l’Europeo del 2021: l’allenatore Luciano Spalletti non l’ha considerato agli Europei del 2024 e all’ultima Nations League. Vuole tornare a prendersi tutto.

La classifica dopo la 31esima giornata di Campionato

Non approfitta il Napoli del passo falso dell’Inter: dopo che i nerazzurri si erano fatti rimontare due gol a Parma per un pareggio clamoroso, non vanno oltre l’1 a 1 in campo del Bologna gli uomini di Conte. Parziale che sta stretto agli uomini di Italiano, che nel secondo tempo hanno letteralmente dominato. Le prime due della classe restano a tre punti di distanza. La Lazio vince a Bergamo su un’Atalanta che ormai sembra fuori dalla corsa per lo Scudetto. Alla sfilza di 1 a 1 si aggiungono anche Lecce-Venezia e Torino-Verona. 2 a 2 tra Milan e Fiorentina, pareggiano anche Empoli e Cagliari a reti inviolate. Vittorie importanti in chiave salvezza del Como a Monza, 3 a 1, e del Genoa con l’Udinese, 1 a 0.

8 Aprile 2025

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