Io sono ancora qua
Kolasinac: il tank che tutti vorrebbero a fianco in guerra, il braccetto spietato dell’Atalanta capolista
Corpo a corpo marziali, anticipi spietati e anche un assist contro il Milan. "Sead è un albero", diceva il suo ex allenatore in Germania. Gasp lo schiera da braccetto
Sport - di Antonio Lamorte
Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
A guardarli da fuori, ma scommettiamo anche da vicino, i ragazzi brillanti e tremendi dell’Atalanta prima in classifica del mago Gian Piero Gasperini, immaginiamo venga piuttosto spontaneo e immediato scegliere chi, tra tutti, ci si porterebbe in battaglia: chi al proprio fianco in guerra. Non tutti i problemi, non tutti i palloni possono essere risolti da centrocampisti dai piedi buoni, terzini dal cross telecomandato, attaccanti dalle finte felpate. Per tutto il resto, quando il gioco di fa duro, c’è Sead Kolasinac.
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Che a Bergamo ha trovato nuova linfa vitale, un nuovo scatto per rinvigorire la sua carriera. Gasp ha preso questo ragazzone nato in Germania ma che si sente bosniaco come il padre e lo ha piazzato nella difesa a tre, a sinistra. Braccetto, come va di moda dire oggi. E Kolasinac ha ripagato con prestazioni solide, corpo a corpo marziali, anticipi martellanti, contrasti spietati e discese impavide. Contro il Milan, venerdì scorso, nella gara che grazie agli altri risultati ha portato la Dea prima in classifica, è entrato anche nell’azione del gol vittoria di Ademola Lookman, spizzando di testa dal primo al secondo palo il calcio d’angolo decisivo.
All’Arsenal arrivò a parametro zero dallo Shalke 04, dove era arrivato dopo le esperienze a Hoffenheim e Stoccarda. “Sead è un albero”, diceva il suo ex allenatore in Germania, Jens Keller. “Prende un colpo in testa, ma se lo scrolla di dosso e continua a giocare in modo superbo”. Lo hanno soprannominato The Tank. È nato a Karlsruhe dove il padre, che aveva giocato a pallone in Bosnia-Erzegovina, lavorava alla Mercedes. Il figlio è cresciuto in Germania e nelle giovanili della nazionale tedesca ha fatto la trafila, salvo poi scegliere di vestire la maglia della Bosnia. Per la prima volta a soli 20 anni.
“Prima che Kolasinac iniziasse a giocare – raccontava il quotidiano britannico The Guardian – si univa alla folla che guardava le partite della nazionale bosniaca su un grande schermo nella sua moschea locale. La religione ha avuto un ruolo significativo nella sua educazione. Faik ricorda che suo figlio a volte saltava la scuola per andare a lezione in moschea”. La UEFA lo inserì nella squadra dei migliori della stagione nell’Europa League 2018/2019, quando i Gunners persero in finale contro il Chelsea di Maurizio Sarri. A Bergamo, dopo l’altra esperienza all’Olympique Marsiglia, è arrivato nell’estate del 2023.
Ha portato l’esperienza di oltre 300 gare a livello di club tra Germania, Inghilterra e Francia, 50 delle quali in competizioni europee. Anche al Fantacalcio è diventato uno su cui puntare: la Gazzetta ha fatto notare come non sia mai sceso sotto il sette nelle ultime gare, un vero affare se si gioca con il modificatore di difesa. Unica pecca: i troppi cartellini gialli, le ammonizioni che fanno spiccare i malus in pagella. Ma il campo non il Fantacalcio e non è neanche la Playstation. Come si dice: À la guerre comme à la guerre.
La classifica di Serie A alla 15esima giornata di campionato
Primo vero e proprio turning point della stagione al vertice: con la sconfitta del Napoli in casa contro la Lazio e la vittoria in casa dell’Atalanta contro il Milan, cambia la capolista. Dea prima a 34 punti. Gli Azzurri staccati a 32. Segue il trio Inter-Fiorentina-Lazio a 31. Staccata la Juventus che incappa in un altro pareggio, questa volta acciuffato a fine gara, contro il Bologna. Claudio Ranieri vince la sua prima partita alla Roma.