Io sono ancora qua
Raspadori: l’incompiuto che si fa trovare sempre pronto, un’arma in più per il Napoli in flessione
Uno-due con Lukaku, sinistro agile e naturale sul secondo palo. Quel tipo di gol che ti ricorda il Kun Aguero, quella giocata veloce e precisa che ti ricorda dov’è che debba agire Raspadori per essere davvero Raspadori
News - di Antonio Lamorte

Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
Più che un calciatore, un interrogativo. Qual è il suo ruolo, ma per davvero? Che giocatore potrebbe diventare se avesse più spazio? Ha ancora senso che resti a fare il comprimario, la riserva di lusso o quasi, dopo esser stato considerato uno degli attaccanti italiani più talentuosi della sua generazione? E poi vedi che Giacomo detto “Jack” Raspadori ha appena 25 anni e una maturità ancora là da venire anche se chi segue il calcio è abituato a vederlo da anni manco fosse un veterano.
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Quanto però potrà continuare ad accontentarsi di un posto da titolare in momenti di difficoltà, di penuria, a scapito di doti evidenti anche se espresse soltanto a metà. Antonio Conte ha sempre esternato la sua stima per le doti tecniche e personali dell’attaccante. Gli ha permesso di cambiare modulo in un momento di evidente flessione, fisica e psicologica, con l’infermeria affollata in piena corsa campionato con l’Inter. Lo ha messo lì davanti in un attacco a due vicino a Romelu Lukaku. Uno due dopo il vantaggio di Isaksen, sinistro agile e naturale sul secondo palo.
Quel tipo di gol che ti ricorda il Kun Aguero, quella giocata veloce e precisa che ti ricorda dov’è che debba agire Raspadori per essere davvero Raspadori. Della flessibilità dei calciatori come valore in sé si potrebbe far notte a parlare: c’è o non c’è. E non può essere un giudizio definitivo. Anche con Luciano Spalletti in pancina Raspadori si fece trovare pronto. Segnò almeno due gol fondamentali per la cavalcata del terzo Scudetto. Allo Spezia e alla Juventus. E inanellò una serie di prestazioni, con reti e giocate, in Champions League.
Ma sempre da comprimario, un incompiuto non per colpa sua che fa rimpiangere quello che potrebbe essere, che potrebbe diventare a soli 25 anni. Ma intanto è al Napoli, che ci puntò forte pagandolo 35 milioni di euro più bonus all’inizio della stagione che culminò nella vittoria al terzo Scudetto degli Azzurri. E al Napoli in questo momento, e fino a fine stagione, serve come il pane. Portano la sua firma già i 3 punti contro il Venezia racimolati negli ultimi minuti, dopo essere entrato dalla panchina.
La classifica di Serie A alla 24esima giornata di campionato
Se il Napoli frena, non fa meglio l’Inter, che sul campo della Juventus perde 1 a 0. Gli Azzurri restano avanti. Vincono anche il Milan e la Roma. 2 a 0 del Como alla Fiorentina e del Genoa al Venezia, 3 a 2 del Bologna al Torino. Pareggi anche Atalanta-Cagliari e Monza-Lecce.