Turchia e Islam

Erdogan: quali sono i veri rapporti tra Turchia e Israele

Le parole del 'Sultano' contro lo Stato Ebraico sono un messaggio al mondo sunnita

Esteri - di Andrea Aversa

6 Novembre 2023 alle 19:28 - Ultimo agg. 6 Novembre 2023 alle 19:30

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Erdogan: quali sono i veri rapporti tra Turchia e Israele

Recep Tayyip Erdoğan ne ha dette di tutti i colori a Israele nelle ultime settimane. “Porteremo per crimini di guerra lo Stato Ebraico davanti alla Corte Penale internazionale“, “Netanyahu non è più una persona con la quale possiamo parlare, abbiamo messo una croce su di lui“, e poi è stato richiamato l’ambasciatore turco in Israele. E ancora: “Ho detto che Hamas non è un’organizzazione terroristica e Israele ne è rimasto molto turbato. Lo sapevamo che si sarebbe turbato e per questo lo abbiamo espresso ancora più chiaramente“. Ma il leader turco non è nuovo a tali uscite.

Lo scontro

Nel 2009Davos disse: “Israele! L’Occidente ti è debitore, ma la Turchia non è un tuo debitore! Ecco perché parliamo così liberamente, perché non ti dobbiamo nulla! Cos’era Gaza, la Palestina nel 1947, cos’è oggi? Israele, com’è che sei arrivato fin qui? Come sei entrato qui? Sei un invasore, sei un’organizzazione, non uno Stato. Gli abitanti di Gaza sono pronti a difendere la loro patria con i denti, siamo pronti anche noi“.

Memoria corta

Erdogan è però un leader autoritario che su temi come il rispetto dei diritti umani e degli oppositori ha poco da insegnare. Basta pensare a quello che hanno subito e continuano a subire i curdi; a quello che militarmente la Turchia ha fatto in Siria e a Cipro; al trattamento subito dai profughi siriani; alla pulizia interna di giornalisti, intellettuali, uomini di cultura e dell’opposizione, eseguita con la scusa del fallito golpe; alla questione armena che si divide in due filoni: uno è quello del genocidio, l’altro è quello della guerra nel Nagorno – Karabakh che ha causato sfollati, fame, morte e distruzione.

Leadership islamica

In realtà l’arringa fatta da Erdogan davanti a migliaia di manifestanti puzzava di propaganda, da qui fino alla luna. L’obiettivo del ‘Sultano‘ è quello di rafforzare il consenso interno (la Turchia da tempo sta attraversando una forte crisi economica) e quello all’interno del mondo islamico. Non è un mistero che Ankara si contende la leadership della sfera sunnita con Riyad. E l’accordo che l’Arabia Saudita avrebbe chiuso con Israele sarebbe stato uno smacco per la Turchia. Così Erdogan ha approfittato della guerra scatenata da Hamas per corteggiare il gruppo terrorista e fare propria la lotta palestinese. Tra l’altro Hamas è nato dal movimento dei Fratelli Musulmani, area ‘laica’ dell’Islam che oltre al Qatar ha proprio nella Turchia una sua ‘roccaforte’. E non è un caso che l’organizzazione terroristica e i suoi leader trovino in Erdogan sostegno, finanziamenti e logistica.

Sunniti e fratelli musulmani

Ma come è risaputo, la politica estera della Turchia non è unidirezionale. Anzi, come spiegato da Mariano Giustino (corrispondente da Ankara per radio Radicale) a l’Unità, essa è basata sul principio di Cooperazione transazionale. Che tradotto sinteticamente e banalmente, è una pratica che consente ad Erdogan di stare con ‘un piede di qua e l’altro di la’. Quindi, flirta con l’Unione Europea ma vuole restarne fuori. Fa parte della Nato ma allo stesso tempo sviluppa un asse con i nemici giurati dell’Alleanza Atlantica. Attacca Israele ma non rinuncia agli accordi energetici siglati con Gerusalemme. Insomma, prima di tutto, vengono l’economia, gli scambi commerciali e gli equilibri geopolitici.

Politica estera

Un’esempio? Proprio cinque giorni fa Giustino ha pubblicato sui propri profili social la foto di una nave. Il cargo, la Seaviolet da 900 piedi proveniente dal terminal turco di Ceyhan, a bordo trasportava petrolio azero destinato ai porti di Israele. Però la propaganda anche se soltanto tale, può causare molti danni. In questo caso sta provocando il dilagare dell’antisemitismo in Turchia. All’ingresso di una storica libreria di Istanbul nel quartiere Beyazit, è stato esposto un cartello in turco e in inglese riportante la scritta “Yahudiler giremez” e “Jews not Allowed”. A queste parole è stata aggiunta una bandiera israeliana con sopra una ‘X‘ rossa. Sorte migliore non c’è stata per un’altra bandiera israeliana, diventata zerbino tra i vicoli di un bazar.

6 Novembre 2023

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