Il Segretario di Stato Usa
Perché la rivalità tra Arabia Saudita e Iran, primi contatti tra i due paesi: Blinken atterrato in Israele
Avviati primi contatti diplomatici tra Riyad e Tehran. Le due capitali sono rispettivamente le guida spirituale dell'Islam sunnita e dell'Islam sciita. Intanto Blinken vedrà anche Abu Mazen e poi volerà in Giordania per incontrare re Abdyllah II
Esteri - di Redazione Web
Il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken è arrivato in Israele in visita dopo gli attacchi di Hamas. Incontrerà il premier Benyamin Netanyahu, membri del governo e il presidente Isaac Herzog. Nel ministero della difesa di Tel Aviv è iniziato un incontro fra il premier israeliano e Blinken. Dopo un colloquio a quattr’occhi, informa un comunicato, ‘Bibi‘ e il Segretario di Stato Usa faranno dichiarazioni alla stampa. L’incontro proseguirà poi con la partecipazione del ministro della difesa Yoav Gallant e con i due nuovi ministri senza portafoglio nel nuovo governo ”di emergenza’‘ di Israele: Benny Gantz e Gadi Eisenkot, entrambi membri del partito centrista Unione Nazionale ed entrambi ex capi di Stato maggiore.
Il tour diplomatico made in Usa
Fonti palestinesi affermano che anche il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) incontrerà domani Antony Blinken, in visita in Medio Oriente e oggi in Israele. “Nell’ambito dell’impegno profuso 24 ore su 24 dalla leadership palestinese per fermare questa guerra devastante e nel quadro dello sforzo congiunto tra Giordania e Palestina, Abbas si incontra oggi ad Amman con il re Abdullah. Domani il presidente incontrerà anche il segretario di Stato americano Blinken“, ha scritto oggi sul suo account X il segretario generale del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein Al-Sheikh. Il segretario di Stato Usa andrà poi in Giordania per incontrare re Abdyllah II.
Perché la rivalità tra Arabia Saudita e Iran
Il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, con il quale ha discusso del conflitto militare in corso nella Striscia di Gaza e nei territori circostanti. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Saudita Spa. Nel corso del colloquio, Mohammed bin Salman ha dichiarato che Riad sta portando avanti i suoi sforzi diplomatici prendendo contatti con “tutte le parti internazionali e regionali per porre fine al conflitto in corso“.
Bin Salman e Raisi
Il principe ereditario, inoltre, ha ribadito la ferma posizione dell’Arabia Saudita contro il fatto che siano presi di mira dei civili, “in qualunque modo“, e contro “la perdita di vite innocenti“, sottolineando la necessità di rispettare i principi del diritto umanitario internazionale. Mohammed bin Salman ha quindi espresso la propria preoccupazione per “le gravi condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza e per l’impatto del conflitto sui civili“. Le due potenze regionali del Medio Oriente hanno riavviato, lo scorso 10 marzo, i rapporti diplomatici grazie al lavoro certosino fatto dalla Cina. Tuttavia gli attriti storici, religiosi e geopolitici non sono mai stati superati. E sono esplosi con l’atto di guerra eseguito da Hamas contro Israele.
Sunniti e sciiti
Riyad è la guida spirituale dell’Islam sunnita che comprende la maggioranza dei fedeli. Tehran è a capo del filone sciita. La possibilità che Israele si potesse avvicinare all’Arabia Saudita attraverso gli Accordi di Abramo, sarebbe stato uno smacco per l’Iran, al momento sempre più isolato all’interno della Comunità internazionale. Da una parte si sta parlando di rinascimento saudita, con il regno di Salman che pian piano si sta aprendo all’Occidente facendo qualche piccola riforma interna. Dall’altra la Repubblica Islamica è piegata da una grave crisi economica e dalle proteste dei cittadini per ottenere maggiore libertà e più diritti.
L’aggressività di Tehran
Per questo motivo l’Iran ha costruito negli anni un asse sciita che comprende nella regione paesi come la Siria, l’Iraq e il Libano (dove predominano le milizie di Hezbollah). Senza considerare la guerra che ha devastato e affamato lo Yemen. L’ultima mossa degli Ayatollah è stata quella di avvicinarsi ad Hamas, formazione sunnita e vicina ai Fratelli Musulmani, e ai gruppi della Jihād islamica radicati in Cisgiordania. Un modo per circondare Israele e colpire ‘per procura’ i sauditi e gli Usa.