L'intervista a QN
Goffredo Bettini: “Superare le divisioni, il PD si rafforza col modello francese”
Il dirigente dem in un’intervista al Quotidiano nazionale: “Vanno superate le divisioni del passato. Servono risposte forti a guerra e disuguaglianze”
Politica - di Redazione Web
“Se si vince al centro? Si vince rafforzando il Pd. Un partito pluralista, critico, con una vocazione di governo. Personalmente sono anche impegnato a definire meglio e ad allargare un’area di sinistra, presente ma frammentata. Dall’89, in Occidente, si è spenta la speranza di un mondo più umano e più giusto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: aumento delle disuguaglianze, crisi democratica e guerra ai confini e dentro l’Europa. Tuttavia nel Pd stanno insieme diverse sensibilità e culture. È un partito ispirato all’unità e alla Costituzione. Sarebbe la sua fine abbracciare una logica e una pratica frontista”. Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, si esprime sulle prospettive del centrosinistra in un’intervista al Quotidiano Nazionale.
“Penso – sottolinea – che mai come in questo momento una gran parte del mondo cattolico sappia interpretare le ansie esistenziali e gli interrogativi dell’umanità. A partire dalla guerra e dal limite che devono mantenere molti comportamenti umani. Poi, come ho detto anzitempo, questo Pd deve allearsi con il resto della sinistra, con il M5s e con un’area liberale e di centro che superi le divisioni che l’hanno resa impotente. D’altra parte, di fronte alla destra estrema, in Francia Melenchon ha aiutato Macron e viceversa. La Schlein ha spinto giustamente per superare i veti. È un’affermazione di enorme valore politico, perché abbiamo alle spalle lacerazioni tremende che non si risolvono all’improvviso. Consiglio, tuttavia, vivamente di aprire un processo serio, graduale, da sperimentare via via sui territori. A partire dalle prossime elezioni in alcune importanti Regioni. Occorre rispetto reciproco, collegialità nei passi che si compiono, un confronto autentico, sincero, comprensibile e non improvvisato. Non si tratta di cooptare Renzi. Non è neppure un suo interesse. E comunque, se fosse così, si porterebbe dietro pochi elettori. Piuttosto lo stesso Renzi, con la sua storia complessa, di strappi, di vittorie e di sconfitte, ha detto di non voler stare in prima linea come finora sempre accaduto. Ha persino invocato una nuova Margherita, con in campo giovani promettenti e anziani autorevoli. Partiamo dalle sue parole”.
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