L'intervista

Le testimonianze su ciò che sta accadendo in Israele, l’architetto Gallichi: “La mia famiglia costretta a vivere nei bunker, ho dei cugini che combattono al fronte”

Nato a Napoli, mamma ebrea e il forte legame con la Terra Promessa. Il Dottor Gallichi, a l'Unità, ha spiegato il suo punto di vista rispetto all'atto terroristico e di guerra scatenato da Hamas contro lo Stato Ebraico. Ci ha anche raccontato come i suoi parenti che vivono in Israele stanno vivendo l'attuale situazione: "Sono giorni di panico e orrore"

Interviste - di Andrea Aversa

11 Ottobre 2023 alle 18:44

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Le testimonianza su ciò che sta accadendo in Israele, intervista all’architetto Fabrizio Gallichi

Fino a qualche tempo fa mia figlia viveva a Gerusalemme, ora per impegni lavorativi del marito sono a Madrid. Ma ho dei cugini che vivono in Israele, la mia famiglia risiede in diverse località da Nord a Sud del paese“, lo ha raccontato a l’Unità l’architetto Fabrizio Gallichi. Nato a Napoli da madre napoletana e da padre toscano, il mix culturale che lo caratterizza è davvero unico anche se comune per chi ha origini ebree. “I genitori di mamma erano uno greco e l’altro toscano – ci ha spiegato Gallichi Lei è nata a Napoli dove ha conosciuto papà però ha vissuto per un periodo della sua vita nel kibbutz di Ayelet Hashakar (nel Nord di Israelendr). Ma per noi il concetto di ‘parentela’ è più ampio e va oltre i legami familiari: ogni ebreo, ogni israeliano è per ognuno di noi un fratello“.

Le testimonianze su ciò che sta accadendo in Israele

Proprio per questo i tragici fatti che stanno accadendo in Israele, “hanno causato in me sgomento, panico e orrore. La mia famiglia sta vivendo nei rifugi, nei bunker. I miei cugini sono andati al fronte per combattere. È una situazione davvero pesante“, ha affermato Gallichi. L’attacco terrorista e di guerra scatenato da Hamas contro lo Stato Ebraico ha riportato alla mente le nefandezze del passato. “Ho subito pensato – ha detto Gallichiche quello che sta succedendo ha delle similitudini con la strage di Babij Jar in Ucraina, ci ricordano le Fosse Ardeatine e qualsiasi altro evento storico di matrice antisemita. Hamas ha ragionato in questo modo. Ma non è così che si può trovare una soluzione al conflitto. Quella può essere solo politica. Quest’ultima è però troppo spesso debole e ricacciata indietro dal fanatismo“.

Intervista all’architetto italo-israeliano Fabrizio Gallichi

“Ricordiamo – ha raccontato Gallichi cosa è successo in occasione degli Accordi di Oslo, oppure oggi rispetto agli Accordi di Abramo, soprattutto se estesi all’Arabia Saudita. Dunque è evidente che c’è chi non vuole la pace, come la Russia e l’Iran“. Tutto ciò è avvenuto in un contesto già difficile per Israele, un paese diviso internamente a causa della riforma della giustizia varata dal governo, un paese che sta vivendo nuove tensioni con la Cisgiordania, un paese le cui capacità militari e di intelligence sono note a tutto il mondo ma che non sono servite a impedire il terribile attacco di Hamas. “Di sicuro quello che è avvenuto ha dato un impulso ad Hamas per dare inizio allo scontro – ha dichiarato Gallichi – Bisogna però fare delle precisazioni. La destra israeliana, di matrice sionista, non è come le destre europee e sovraniste. Nata in uno dei primi congressi sionisti, la destra israeliana ha sempre avuto l’obiettivo di combattere il colonialismo inglese e il nemico nazista. La matrice di questa destra è liberale. Il suo fondatore, Vladimir Žabotinskij, fu allievo di Antonio Labriola e ammiratore di Giuseppe Mazzini“.

La destra israeliana e la riforma della giustizia

Ha proseguito Gallichi: “In Israele non c’è una costituzione ma ci sono delle leggi fondamentali. L’Alta Corte decide per un principio di ragionevolezza. Ma quest’ultimo si è spesso rivelato un filtro post politico ma non con delega popolare. Un aspetto da cambiare e sul tema anche la sinistra era d’accordo: non poteva esserci nulla che fosse superiore al mandato e alla volontà popolare. Quindi credo che quelle proteste siano state strumentalizzate dalle opposizioni, sfruttando l’odio che parte della società israeliana prova per Netanyahu. Ho trovato democratico e legittimo protestare e far valere le proprie opinioni. Ci mancherebbe, è stata la prova principe delle libertà di cui godono i cittadini di Israele. Quello che non mi è piaciuto è stato il blocco dei servizi e la ‘ribellione’ dei riservisti. Per fortuna ad oggi i riservisti sono invece a disposizione di Israele“.

Il futuro

Israele rappresenta il meglio di ciò che poteva accadere da un processo di decolonizzazione – ha spiegato Gallichi – Un paese democratico e avanzato che unisce le risorse positive degli israeliani. Dall’altra parte purtroppo c’è invece un mondo che non si evoluto dai propri codici, interpretati sempre con il sangue. Anche in Israele ci sono gli estremisti che però vengono isolati. Invece dall’altra parte ci sono persone come Abu Mazen che fingono di essere politici moderati, mentre invece hanno rapporti con i terroristi. E questo consente ai violenti di emergere.

Prospettiva di pace

Dopo Oslo, ci sono stati gli accordi di Camp David rifiutati da Arafat e il ritiro di Israele da Gaza. A disporlo il presunto guerrafondaio Ariel Sharon che lo ha fatto per dare un chiaro messaggio di pace senza ottenere nulla in cambio. Ecco perché è evidente che c’è chi ha deciso di boicottare la pace. Eppure – ha concluso Gallichicon la convivenza pacifica si potrebbe ottenere un Medio Oriente evoluto. Mio nonno non pensava nemmeno che un giorno sarebbe potuto nascere lo Stato di Israele. Invece ciò è avvenuto. Israele è la terra nella quale vorrei vivere. È un sogno che si è realizzato e non permetteremo a nessuno di distruggerlo. Chi vuole l’estinzione di Israele sarà sconfitto“.

11 Ottobre 2023

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