L'intervista

Daniele Coppin, Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli: “Un orrore la deportazione dei civili, saremmo favorevoli alla revoca della cittadinanza onoraria ad Abu Mazen”

Per l'Unità abbiamo intervistato il responsabile della comunicazione della Comunità Ebraica di Napoli: "Stupiti da questa aggressione. Abbiamo accolto alcune famiglie israeliane rimaste bloccate qui e raccolto beni di prima necessità per i riservisti. Speriamo in futuro di poter vivere in pace collaborando anche con un'eventuale democrazia palestinese"

Esteri - di Andrea Aversa

10 Ottobre 2023 alle 10:13 - Ultimo agg. 10 Ottobre 2023 alle 10:15

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Intervista a Daniele Coppin Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli

Lo scorso sabato Hamas ha scatenato una guerra contro Israele. Le immagini dei miliziani che hanno attaccato, ucciso e rapito civili inermi, hanno fatto il giro del mondo. Lo Stato Ebraico ha immediatamente risposto e dopo i primi raid militari eseguiti su Gaza, ha dato inizio ad un vero e proprio assedio della Striscia. Sono già parecchie centinaia le vittime, da una parte e dell’altra. Nelle mani dei terroristi arabi vi sono moltissimi ostaggi. Inoltre, potrebbe aprirsi un altro fronte: quello del Libano, con le incursioni degli uomini di Hezbollah. Senza considerare quanto sia una polveriera la Cisgiordania. Insomma, il conflitto in corso è tra i più gravi e violenti della storia israelo-palestinese. L’escalation che potrebbe causare terribili conseguenze è alle porte e andrebbe evitata. Ne abbiamo parlato con Daniele Coppin Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli.

Intervista a Daniele Coppin Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli

Qual è stata la sua prima reazione agli attacchi terroristici contro Israele?
Sconcerto, angoscia per la sorte di tanti israeliani e dolore alla notizia delle vittime. Poi è seguito l’orrore per le violenze e per le deportazioni di inermi cittadini israeliani, donne, bambini, vecchi la cui unica colpa, come ai tempi del nazismo, è quella di essere Ebrei. In realtà sono stati presi in ostaggio anche diversi cittadini di altri paesi che lavorano in Israele, ma evidentemente per i terroristi lavorare per Israele equivale ad essere israeliani“.

Com’è la situazione a Napoli? È stata manifestata solidarietà da parte delle istituzioni e innalzato il livello di allerta
La Regione Campania ha issato la bandiera di Israele a Via Santa Lucia e questo è stato un segnale molto importante di vicinanza da parte del Presidente De Luca che ha sempre mostrato grande sensibilità verso la Comunità Ebraica di Napoli. Il Sindaco di Napoli ha emesso un comunicato di solidarietà al popolo israeliano per il quale lo ringraziamo auspicando, per il futuro una maggior collaborazione con l’amministrazione comunale“.

La precedente Giunta comunale, guidata da Luigi De Magistris, ha conferito la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen. Cosa ne pensa? Sarebbe ora che il nuovo sindaco Gaetano Manfredi si attivasse per revocarla?
Abu Mazen nella sua tesi di dottorato a Mosca nel 1982 sosteneva che gli Ebrei vittime della Shoah erano stati alcune centinaia di migliaia e non sei milioni, una tesi evidentemente negazionista di cui avrebbe dovuto tenere conto chi gli conferì la cittadinanza onoraria di Napoli. Quindi saremmo favorevoli alla revoca di quel titolo“.

Come Comunità Ebraica vi state mobilitando in qualche modo per dare supporto al popolo israeliano sotto attacco?
Abbiamo accolto, anche con l’aiuto di alcuni amici della Comunità, alcune famiglie israeliane rimaste bloccate a Napoli a causa della cancellazione dei voli. Inoltre, abbiamo contribuito all’acquisto di alcuni beni essenziali per i riservisti israeliani e ci siamo attivati per diffondere informazioni e aggiornamenti, perché spesso, su Israele, i media hanno fornito un’informazione caratterizzata più dall’orientamento ideologico e dalle opinioni che dai fatti reali“.

È rimasto sorpreso da come i terroristi siano riusciti a superare le difese israeliane?
Sì, e questa è una lezione importante perché dimostra che nonostante la tecnologia avanzata di cui Israele è dotato, la minaccia del terrorismo non deve essere mai sottovalutata. Ma è anche l’evidenza del fatto che Hamas non ha agito da solo ma chiaramente è stato sostenuto da una potenza regionale dotata del know how necessario a contrastare i sistemi di controllo israeliani“.

Da una parte l’aggressività dell’Iran, dall’altra la possibilità di stringere accordi con l’Arabia Saudita. Quali sono i suoi auspici da questo punto di vista, rispetto al diritto inalienabile di Israele ad esistere?
Gli accordi con l’Arabia Saudita rappresenterebbero un passo importante verso la pace, ma non sufficiente. Altri Stati arabi hanno normalizzato le relazioni diplomatiche con Israele, eppure le manifestazioni di giubilo in molte piazze arabe a cui si è assistito in questi giorni, dimostrano che, al di là delle scelte dei governi, nel mondo arabo è ancora radico l’odio per Israele e per gli Ebrei“.

Si leggono sui social tanti commenti, post e reazioni alla tragedia in corso, volti a colpevolizzare Israele. Per la serie: “Lo Stato Ebraico se l’è cercata”. Come è possibile che ancora oggi i sentimenti antisemiti e antisraeliani siano così radicati nell’opinione pubblica?
Innanzitutto ritengo necessario fare una precisazione. I social si caratterizzano per il fatto di cercare il consenso ai post e ai commenti e quindi ognuno tende a commentare sulle pagine di chi la pensa come lui. Anch’io ho letto quei commenti di cui lei parla, ma li ho letti su pagine che hanno sempre manifestato odio antiebraico e/o antiisraeliano e che quindi vengono letti soprattutto da chi è permeato di quell’odio. Invece, su molti altri siti ho letto commenti di solidarietà a Israele e agli Ebrei. E questa solidarietà ci è stata espressa anche a livello personale da colleghi e conoscenti che hanno che hanno inviato messaggi di vicinanza“.

Da una parte gli attacchi da Sud, da Nord e da Est, dall’altra le profonde divisioni all’interno della società israeliana, causate da visioni politiche differenti. Il riferimento è alla tanto discussa riforma della giustizia. Queste spaccature interne hanno potuto in qualche modo favorire l’attacco?
Queste spaccature possono aver dato la sensazione che Israele fosse diviso al punto da non riuscire più a ritrovare l’unità. Invece la reazione di tutta la società israeliana è stata commovente. Code lunghissime per donare il sangue per i feriti, gruppi di cittadini che hanno preparato i pasti per i soldati, raccolte di generi di prima necessità per le famiglie del sud di Israele, raccolte di fondi per aiutare a sostenere chi è stato colpito da questa tragedia. Questo è il carattere di Israele, questo è il carattere del popolo ebraico“.

Cosa prevede per il futuro di Israele?
È difficile fare previsioni allo stato attuale. Però posso esprimere la speranza che in futuro a democrazia israeliana possa vivere in pace e collaborare con una democrazia palestinese e con società arabe libere, democratiche e prive di pregiudizi“.

10 Ottobre 2023

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