L'attacco nel centro della Striscia

Anche Deir al Balah assediata da Israele: quando Gaza sarà un deserto la chiameranno pace

Tajani: “Lì ci sono anche operatori italiani e delle Nazioni unite, l’esercito israeliano si fermi subito”. Almeno 27 morti nella Striscia. Pizzaballa: ingiustificabile. Abu Mazen telefona al papa

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

22 Luglio 2025 alle 09:00

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AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse

Scriveva Tacito, grande storico, influente senatore romano, intorno all’anno 100: “Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”. Che vuol dire: “dove fanno il deserto lo chiamano pace”. Era una critica durissima alla politica di guerra dell’impero romano, che radeva al suolo le città nemiche e riteneva che fare la pace consistesse nel vincere le guerre. Un po’ come pensano oggi anche moltissimi bellicisti contemporanei. E oggi il deserto lo vediamo bene, in questa foto, in tante altre immagini. Il governo Israeliano sta procedendo allo sterminio del popolo palestinese e alla cancellazione della Palestina, con i bombardamenti, le occupazioni militari, le deportazioni.

Ieri è iniziata l’ultima fase. Quella che per ritegno non vogliamo chiamare soluzione finale. Il “matto” di Tel Aviv, al secolo Benjamin “Bibi” Netanyahu, primo ministro d’Israele, se ne frega di Trump, di Leone XIV. Se ne frega degli “inviti” a fermarsi blaterati dall’Europa. Vuole cancellare Gaza, annientare la Palestina e il suo popolo. Fare della Striscia di Gaza il più grande cimitero al mondo e chiamarla “pace”. Le forze israeliane hanno lanciato un assalto aereo e terrestre alla città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia Gaza, riporta la Bbc. L’operazione è iniziata nelle prime ore di ieri, poche ore dopo che l’Idf aveva emesso un avviso di evacuazione per i residenti di 6 isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. La zona è popolata da migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis, nel sud di Gaza. Giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che i carri armati e i veicoli militari israeliani si sono spinti in città dal checkpoint di Kisufim, sotto la copertura dell’artiglieria pesante e dei caccia. Almeno 19 palestinesi, inclusa una bambina di quattro anni, nel frattempo sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza: lo riportano la Bbc e la Cnn, che citano il portavoce dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa, a Deir al- Balah, nella Striscia di Gaza centrale.

La Cnn riporta inoltre che dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023 almeno 76 bambini sono deceduti per malnutrizione nella Striscia. Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 134 persone sono state uccise e 1.155 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Dall’inizio delle ostilità il 7 ottobre del 2023, si legge inoltre in un comunicato stampa pubblicato su Telegram, si contano 59.029 morti e 142.135 feriti.
«Un matto», «un bambino che non sa come ci si comporta», «bombarda tutto in continuazione», queste le parole di alcuni funzionari della Casa Bianca su Benjamin Netanyahu, riportate dal giornale Axios. Bene addentro agli ambienti che contano alla Casa Bianca, al Pentagono, al Dipartimento di Stato Usa. La preoccupazione è, soprattutto, per le conseguenze delle azioni del premier israeliano: «Questi piani potrebbero indebolire ciò che Trump sta cercando di fare». Con Damasco e in Medio Oriente, s’intende. Le Idf hanno condotto raid aerei su Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, come riportano i media palestinesi. I raid sono stati eseguiti dopo che domenica l’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di Deir al-Balah di evacuare verso sud. Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari, si è trattato di un «ulteriore colpo devastante» per gli aiuti umanitari. «Il massiccio ordine di evacuazione emesso dall’esercito israeliano ha inferto un ulteriore colpo devastante alle già fragili linee vitali che mantengono in vita le persone nella Striscia di Gaza», ha dichiarato l’Ocha in una nota.

Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani afferma che a Deir al-Balah, dove è in corso l’offensiva israeliana, «ci sono operatori italiani e delle Nazioni Unite: è una zona di Gaza che sarebbe una zona sicura e che invece da ore è sottoposta a fuoco israeliano». «Abbiamo chiesto informazioni al governo israeliano – aggiunge il ministro –, soprattutto chiediamo con forza che quegli attacchi, ma anche tutti gli attacchi, si cessino immediatamente. Bisogna cessare il fuoco definitivamente, liberare gli ostaggi israeliani, proteggere la popolazione palestinese e fare entrare massicciamente gli aiuti umanitari e sanitari». Israele ha usato carri armati, cecchini e altre armi per sparare sulla folla di palestinesi in cerca di aiuti alimentari nel nord di Gaza. È l’accusa dell’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, il World Food Programme (Wfp ), che in una dichiarazione diffusa domenica ha condannato la violenza scoppiata nel nord della Striscia mentre i palestinesi cercavano di raggiungere un convoglio di camion che trasportava cibo. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, sono almeno 80 le persone morte in questa occasione.

«A Gaza 600mila persone sono a rischio di morte imminente per la fame. Le testimonianze sono terribili: le persone svengono per strada». «La fame forzata è una ulteriore arma di guerra con cui il governo di Netanyahu intende portare avanti il suo piano criminale di colonizzazione della Palestina. Non solo le bombe dell’Idf, che nelle ultime ore hanno colpito proprio i centri di distribuzione del cibo causando centinaia di vittime, Netanyahu intende continuare a sterminare la popolazione civile di Gaza usando la fame». Così la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Ci arrivano testimonianze drammatiche anche dagli operatori umanitari, tra cui diversi italiani, che sono anch’essi sotto i bombardamenti costanti e impossibilitati a operare. Come può Giorgia Meloni non muoversi di fronte a tutto questo? Come può non far sentire la voce forte dell’Italia, per non irritare i suoi amici di estrema destra? Netanyahu va fermato, i suoi crimini vanno fermati subito, il governo italiano non può restare a guardare», sottolinea. «Si cominci dalle cose che noi abbiamo chiesto nella mozione in Parlamento: impegno per il cessate il fuoco immediato, portare tutti gli aiuti umanitari necessari alla popolazione palestinese stremata, la liberazione degli ostaggi israeliani, la sospensione dell’Accordo di associazione Ue-Israele e del Memorandum di collaborazione militare con l’Italia, un embargo totale sul commercio di armi con Israele, la fine dell’occupazione illegale e delle violenze in Cisgiordania e il riconoscimento dello Stato della Palestina come già fatto da altri Stati europei. Da parte del governo italiano e dell’Unione europea servono atti concreti e una condanna netta, non si può restare a guardare. Fermiamo Netanyahu», conclude Schlein.

Israele ha respinto la dichiarazione congiunta con cui 25 Paesi, tra cui l’Italia, hanno chiesto la fine della guerra a Gaza. «È scollegata dalla realtà e invia un messaggio sbagliato ad Hamas», si legge in una nota del ministero degli Esteri. «Tutte le dichiarazioni e tutte le rivendicazioni dovrebbero essere rivolte all’unica parte responsabile della mancanza di un accordo per il rilascio degli ostaggi e di un cessate il fuoco: Hamas, che ha iniziato questa guerra e la sta prolungando», prosegue il comunicato. “Stiamo morendo di fame, non riesco più a stare in piedi, se la situazione rimane così moriremo guardando l’uno il corpo vuoto dell’altro”, scrive a Fanpage Mohamed Alamarin da Gaza City. “Vorrei scrivere di più ma non riesco a concentrarmi, ho troppa fame”, continua, “stiamo morendo. Stiamo morendo di fame. Ogni giorno mi trascino lontano da mia moglie e dalle mie figlie, ho paura che la fame mi spinga a mangiare il poco cibo che c’è e che voglio lo mangino loro. Le lascio sole la mattina e poi ritorno la sera per accertarmi che stiano bene”. Così muore Gaza. Così muoiono i palestinesi.

22 Luglio 2025

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