La rappresaglia russa contro il blitz ucraino
Putin vuole vendetta, Zelensky nuovi aiuti: la pace in Ucraina si allontana
Cento attacchi nelle ultime 24 ore in Ucraina orientale. Mosca ha già avviato la rappresaglia contro il blitz ucraino in terra russa. Il Cremlino: “Decideremo noi come e quando rispondere”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Il presidente russo giura vendetta. Il suo omologo ucraino risponde che la guerra può finire solo con la forza. Sarà l’esercito russo a decidere «quando e come» rispondere ai raid dei droni ucraini che lo scorso primo giugno hanno preso di mira aerei strategici con capacità nucleari che si trovavano all’interno di basi militari in Russia. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un briefing con la stampa. «Quando e come i nostri militari lo riterranno opportuno», ha detto Peskov, rispondendo alla domanda su quale sarà la risposta di Mosca all’attacco di domenica.
Ma la “vendetta” è di fatto iniziata. L’esercito russo ha condotto quasi 100 attacchi nell’oblast di Sumy, nell’Ucraina orientale, nelle ultime 24 ore, ferendo due persone. Lo scrive su Facebook l’Amministrazione militare regionale di Sumy. “Nel corso della giornata, dalla mattina del 4 giugno alla mattina del 5 giugno, le truppe russe hanno effettuato quasi 100 attacchi contro 35 insediamenti in 17 comunità territoriali della regione”, si legge nel post. Il maggior numero di attacchi è stato registrato nei distretti di Sumy e Shostka, precisano le autorità locali. Il giorno precedente, come riportato da Ukrinform, l’esercito russo ha lanciato circa 110 attacchi nell’oblast di Sumy dalla mattina del 3 giugno alla mattina del 4 giugno, uccidendo quattro persone e ferendone 29, tra cui tre bambini.
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E l’America? Smobilita. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha giudicato «forte» e «tosto» l’attacco sferrato con droni da Kiev contro aerei strategici in diverse basi russe, ma allo stesso tempo teme che il raid possa complicare l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina. Lo hanno riferito fonti citate da Axios all’indomani del colloquio telefonico in cui il leader russo, Vladimir Putin, ha detto a Trump che risponderà ai recenti attacchi. Secondo Axios, in privato Trump si è mostrato meravigliato dell’operazione eseguita da Kiev. «Da una prospettiva internazionale, si tratta di un chihuahua che infligge danni seri a un cane molto più grande», ha commentato un consigliere del presidente. Secondo un’altra fonte informata, alle persone incontrate negli ultimi giorni Trump ha manifestato l’opinione che l’attacco con i droni probabilmente spingerà Putin a reagire in modo molto significativo e, quindi, potrebbe ostacolare la sua iniziativa diplomatica, che ha generato i primi colloqui diretti tra le parti in tre anni.
Uno dei motivi per cui l’attacco ucraino preoccupa in modo significativo la Casa Bianca è che sono stati presi di mira bombardieri a lungo raggio che possono trasportare armi nucleari, minando potenzialmente la capacità di deterrenza nucleare della Russia. «Questo è un punto molto pericoloso», ha affermato un funzionario statunitense. «L’attacco dei droni non ha sorpreso (Trump, ndr) perché questo è ciò che accade durante la guerra, ma teme che prolunghi i combattimenti. Vuole che i combattimenti finiscano, quindi è deluso ogni volta che si verifica un attacco del genere», ha dichiarato un secondo funzionario della Casa Bianca. Steve Bannon e Charlie Kirk, due figure ancora influenti del movimento Maga hanno condannato apertamente l’attacco con i droni, con il primo che ha paragonato, come hanno fatto blogger pro-guerra russi nelle ore successive all’attacco, al raid giapponese contro Pearl Harbor del 1941. “La maggior parte delle persone non ci fa caso, ma siamo più vicini a una guerra nucleare di quanto non lo siamo mai stati dall’inizio della guerra nel 2022”, ha affermato Kirk.
“Non è negli interessi dell’America che l’Ucraina attacchi le forze nucleari strategiche russe il giorno prima di un altro round di negoziati”, ha affermato Dan Caldwell, influente consigliere per la politica estera, già braccio destro di Pete Hegseth al Pentagono prima di essere costretto a lasciare l’incarico nel quadro dello scandalo per i leak. “Il raid ha il potenziale di creare una spirale di escalation e apre il rischio di un confronto diretto fra la Russia e la Nato. Gli Stati Uniti non devono solo prendere le distanze da questo attacco ma porre fine a qualsiasi forma di supporto che possa direttamente o indirettamente aprire la strada ad attacchi contro le forze nucleari strategiche russe”, ha precisato.
Da Washington a Kiev
Zelensky è tornato a chiedere agli alleati di attuare una linea più dura per fermare Mosca, dopo gli ennesimi raid in cui è stato ucciso il 632esimo bambino dall’inizio della guerra. “Ieri sera, la Russia ha colpito Pryluky, nella regione di Chernihiv, con sei droni d’attacco. Un’operazione di soccorso è proseguita per tutta la notte. Purtroppo, ci sono stati feriti e cinque vittime. Uno dei soccorritori è arrivato per gestire le conseguenze proprio a casa sua: si è scoperto che un drone ‘shahed’ aveva colpito la sua abitazione. Tragicamente, sua moglie, sua figlia e il nipotino di un anno sono rimasti uccisi. E questo è già il 632esimo bambino perso dall’inizio della guerra su vasta scala”, ha denunciato Zelensky.
“Nella notte, l’Ucraina è stata attaccata da 103 droni e un missile balistico, che hanno preso di mira le regioni di Donetsk, Kharkiv, Odessa, Sumy, Chernihiv, Dnipro e Kherson” ha ancora riferito il presidente ucraino. “La Russia cerca costantemente di guadagnare tempo per continuare le sue uccisioni. Quando non sente abbastanza forti la condanna e la pressione del mondo, uccide di nuovo”, ha argomentato il presidente ucraino.