Dopo i nuovi raid russi
Ucraina, pioggia di missili e droni dalla Russia: botta e risposta tra Trump e Putin, altro che negoziati
Il botta e risposta dopo i nuovi raid russi. Zelensky aveva puntato il dito contro il silenzio dell’America. Per il Cremlino quella del tycoon è una “reazione emotiva” e rivendica: “con l’avvio dei negoziati raggiunti risultati importanti” .
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Ora il tycoon veste i panni dello psicanalista e dopo le gravissime stragi di civili compiute di nuovo dalla Russia negli ultimi due giorni, dà la sua diagnosi: il presidente russo Vladimir Putin “è impazzito. Sta uccidendo molte persone. Missili e droni contro le città in Ucraina per nessuna ragione”, ha detto il leader americano quando in Italia era notte sul suo social Truth. “Ho sempre avuto un buon rapporto con Putin, ma gli è successo qualcosa. È completamente impazzito”, sostiene Trump, sottolineando che tentare di conquistare tutta l’Ucraina porterà alla “caduta” della Russia. “Ho sempre detto che voleva tutta l’Ucraina, non solo una parte, e forse sta iniziando a rivelarsi giusto, ma se lo fa porterà alla caduta della Russia”, ha aggiunto il presidente americano.
Dura nei confronti di Putin anche la reazione degli europei. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha esortato «gli alleati di Kiev a reagire con determinazione contro Putin che sta calpestando i diritti umani: un affronto inaccettabile». Kaja Kallas, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Ue, sostiene che i raid dell’altra notte «dimostrano ancora una volta la determinazione della Russia a causare ulteriori sofferenze e ad annientare l’Ucraina». Volodymyr Zelensky aveva puntato il dito contro «il silenzio dell’America e di altri nel mondo», che non farebbe altro che «incoraggiare Putin» a compiere pesantissime stragi di civili. «Una reazione emotiva». Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito, in un briefing con la stampa, le parole del presidente americano Donald Trump, che, commentando gli attacchi contro l’Ucraina delle ultime ore, ha detto che il leader russo Vladimir Putin è «completamente impazzito». Peskov ha sottolineato che è stato raggiunto «un traguardo molto importante» con l’avvio dei negoziati con l’Ucraina grazie agli Stati Uniti. Ma «allo stesso tempo è un momento molto importante, che implica un sovraccarico emotivo da parte di tutti i soggetti coinvolti e reazioni emotive». In ogni caso, ha aggiunto Peskov, «Putin sta facendo tutto il necessario per garantire la sicurezza della Russia» perché «le minacce del regime di Kiev continuano».
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«Questa è stata la terza notte di terrore russo combinato: droni d’attacco e missili. Solo un senso di totale impunità può consentire alla Russia di infliggere simili colpi e di aumentarne costantemente la portata. Questo non ha alcun senso militare, ma ha un grande senso politico. Putin dimostra così quanto disprezzi un mondo che si impegna di più nel dialogo con lui che nella pressione». Così Zelensky su Telegram dopo la nuova ondata di attacchi nell’altra notte. Le forze russe hanno attaccato l’Ucraina l’altra notte con nove missili da crociera e un record di 355 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed: lo ha reso noto, sempre su Telegram, l’Aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che tutti i missili e 288 velivoli senza pilota sono stati abbattuti. Lo riporta Rbc-Ucraina. I droni distrutti sono stati intercettati su tutto il territorio del Paese, ha affermato l’Aeronautica, aggiungendo che 55 droni-esca sono caduti in zone aperte.
Sul piano militare, avanzano ancora le truppe dell’Armata russa nell’Est dell’Ucraina. E nel mirino torna la cittadina di Kostyantynivka, da sempre obiettivo dei russi ma ora particolarmente appetibile per una ragione molto chiara. È da qui, da Kostyantynivka, — avverte l’intelligence occidentale — che le forze del Cremlino potrebbero supportare l’accerchiamento di Pokrovsk e Myrnohrad. A sua volta, la presa di Pokrovsk, sotto assedio dall’estate scorsa ed ex hub militare ucraino, permetterebbe ai soldati di Putin di scendere verso sud ovest in direzione di Dnipro e Zaporizhzhia. Un vero e proprio sogno per lo zar che così potrebbe costringere Kiev alla resa. Kostyantynivka però da sola non basta per garantirsi un tale obiettivo. Per riuscire nell’impresa sarebbero necessari ulteriori avanzamenti su Chasiv Yar e Toretsk, zona in cui i russi nelle ultime settimane hanno fatto sì progressi vicino a Lyman, Toretsk stessa e Novopavlivka. Ma non a sufficienza.
A fronte della superiorità militare di Mosca, secondo alti funzionari ed esperti statunitensi ed europei, la forza dello zar sul campo di battaglia si sta indebolendo e Mosca potrebbe trovarsi entro il prossimo anno ad affrontare una grave carenza di uomini e mezzi. A scriverlo è il Washington Post. Per questo, sottolinea il WP, è necessario mantenere la pressione sullo zar. Che “pazzo” non è, ma conosce e pratica, cinicamente il linguaggio della forza. Se siederà seriamente ad un tavolo negoziale sarà solo perché quel “linguaggio” non paga più.