L'offensiva dei droni
L’Ucraina sfonda in Russia, Kiev lancia il più grande attacco contro basi aeree di Mosca: è la “Pearl Harbor” del Cremlino

È stato il più grande attacco ucraino contro basi aeree russe dall’inizio della guerra, scoppiata ormai nel lontano febbraio di tre anni fa.
Quello compiuto domenica dall’intelligence militare di Kiev, lo SBU, è stato definito da un influente blogger militare russo la “Pearl Harbour” di Mosca per la portata dei danni ma anche per l’impatto psicologico.
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Un raid senza precedenti, pianificato da mesi e poi eseguito in pieno territorio russo, superando in certi casi i 4mila chilometri di distanza dal confine ucraino: è anche a queste distanze che sono arrivati i droni dell’intelligence ucraina per colpire una serie di basi aeree dell’aviazione russa dove più di 40 bombardieri sono stati distrutti.
Kiev rivendica di aver colpito basi aeree fino ad Irkutsk, in Siberia, e una nella regione di Murmansk, che si affaccia sul mare di Barents: in totale sarebbero andati distrutti oltre 40 bombardieri tra cui diversi A-50, Tu-95 e Tu-22 M3, modelli recenti e costosi che l’aviazione russa possiede in numero limitato, provocando perdite per oltre due miliardi di euro. Il ministero della Difesa russo ha confermato l’attacco, ma limitandone molto gli effetti: secondo Mosca sarebbero state colpite solamente cinque basi e in due casi vi sarebbero stati danni agli aerei.
Ma come si è arrivati a questo attacco senza precedenti? L’operazione Pavutyna, ovvero “ragnate” in italiano, sarebbe stata pianificata con mesi di anticipo, secondo il presidente Volodymyr Zelensky “un anno, sei mesi e nove giorni”: lo SBU, secondo quanto riferito da diversi fonti di intelligence a quotidiani ucraini ed occidentali, avrebbe fatto arrivare via terra e clandestinamente in Russia ben 117 droni esplosivi. Questi sarebbero stati nascosti in container in grado di essere aperti a distanza, fatti arrivare appositamente nelle vicinanze delle basi russe da colpire.
Ukrainian SBU security service sources tell @FT the agency is conducting “a large-scale special operation to destroy enemy bomber aircraft” deep inside Russia.
“SBU drones are targeting aircraft that bomb Ukrainian cities every night. At this point, more than 40 aircraft have… pic.twitter.com/a3YwQB8ZC5
— Christopher Miller (@ChristopherJM) June 1, 2025
Secondo quanto filtrato da Washington, l’amministrazione Trump non era a conoscenza dei piani di attacco ucraini. D’altra parte alla Casa Bianca il pressing per concludere il conflitto, anche a costo di cedere sostanzialmente alle richieste del Cremlino, è fortissimo.
Proprio oggi, lunedì 2 giugno, si riuniranno in Turchia le delegazioni di diplomatici e funzionari di Ucraina e Russia per discutere di un possibile accordo di pace a Istanbul: alla vigilia del summit regna però la sfiducia, appare infatti improbabile che si arrivi in questi giorni a risultati significativi.