Io sono ancora qua
Radu, parate per la Salvezza del Venezia e per lo Scudetto: il riscatto dopo l’incubo Bologna-Inter
Quell'errore fatale con i nerazzurri che portò allo Scudetto del Milan. La ripartenza a Venezia, due parate decisive contro la Fiorentina
Sport - di Antonio Lamorte

Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
Che giro hanno dovuto fare le mani e il cuore di Ionut Radu per vendicare il futuro che una notte di primavera, una manciata di anni fa, gli aveva sottratto in meno di un secondo. E anche se il lavoro è ancora da completare, se ancora non si può né festeggiare né rivendicare, è evidente come non si sia fatto divorare dagli avvenimenti avversi che possono stroncare una carriera e quindi una vita. Con le parate di ieri ha contribuito a far uscire – anche se di appena un punto – il Venezia dalla zona retrocessione, con quelle degli ultimi mesi potrebbe risultare perfino decisivo in una lotta Scudetto mai così combattuta negli ultimi anni.
- Baschirotto: l’idolo del Lecce che non molla, i muscoli del capitano salentino per la Salvezza
- Cristante, da capro espiatorio a condottiero: il tuttocampista più sottovalutato della Roma
- Orsolini: semirovesciata da impazzire, Bologna in paradiso e Inter all’inferno, la magia che fa sognare Napoli
- Locatelli, il capitano della Juventus sbandata che ci crede fino alla fine e che vuole tornare in Nazionale
Si giocava al Penzo ieri, Venezia-Fiorentina. Per la Salvezza e per l’Europa. Al 26esimo, con la mano aperta, sulla conclusione frontale di Fagioli. E uno. Al 67esimo con il piedone sulla conclusione ravvicinata di Ranieri, con la complicità del palo. E due. Anzi no, qualcosa in più, considerato che sul ribaltamento di fronte era arrivato il due a zero di Oristanio in contropiede. 2 a 1, tre punti che valgono oro per il Venezia, tre punti con la firma anche del portiere rumeno.
Che all’Inter era arrivato da giovanissimo, nella Primavera. Presiti all’Avellino in Serie B e al Genoa in Serie A. Secondo, in nerazzurro, di Samir Handanovic. E hai detto niente. È una prova di grande responsabilità perché quando arriva il suo turno, quando tocca a lui, è fine aprile del 2022. Stadio Dall’Ara di Bologna. La prima stagione in panchina di Simone Inzaghi, sulla maglia il tricolore conquistato l’anno precedente con Antonio Conte, più viva che mai la corsa Scudetto contro il Milan. La prima in stagione per Radu. È una grande occasione, diventa una serata drammatica.
Quella palla scotta e scivola nella rimessa con le mani in retropassaggio di Perisic, Radu sbaglia completamente il controllo, la manca, la cicca, e Sansone è spietato e la mette dentro. L’Inter perde 1 a 0, sconfitta decisiva, Scudetto al Milan. Radu è letteralamente travolto da un errore madornale e dalla sbarra dei tifosi, dal tribunale di meme e sfottò dei social, dal giudizio implacabile dei giornalisti. A fine stagione non può restare a Milano, comincia una girandola di piazze che puzza di declino. Cremonese, Auxerre, Bournemouth.
A Venezia da inizio febbraio, è diventato titolare dopo l’infortunio di Filip Stankovic, figlio di Dejan ed ex nerazzurro anche lui. Si è preso il posto ma anche la fiducia. A metà marzo la prestazione che ha il sapore del riscatto: sette interventi decisivi contro il Napoli di Antonio Conte impegnato in un testa a testa per lo Scudetto proprio con l’Inter. Due parate di cui una clamorosa su due colpi di testa di McTominay, altro intervento prodigioso su colpo di testa ravvicinato di Lukaku, decisivo in uscita su Di Lorenzo. Alla fine è eletto migliore in campo dalla Serie A. “Solo io e mia mamma sappiamo quanto ho sofferto in questi anni”.
La classifica dopo la 36esima giornata di Campionato
Accorcia le distanze l’Inter sul Napoli capolista alla terzultima di campionato nella stagione più combattuta degli ultimi anni. Se i nerazzurri passano facile 2 a 0 sul campo del Torino, gli azzurri restano ingolfati sul 2 a 2 in casa contro il Genoa. 2 a 1 dell’Atalanta in casa alla Roma in zona Champions. Non vanno oltre l’1 a 1 Juventus e Lazio. Batosta per il Bologna, che perde 3 a 1 a San Siro contro il Milan, vincono anche il Como 3 a 1 al Cagliari, l’Empoli 2 a 1 al Parma, il Monza 2 a 1 a Udine. Soltanto pareggio tra Verona a Lecce. In questo momento sarebbero retrocesse Lecce, Empoli e Monza.