Una giornata di guerra e pace

Trump spinge per la tregua con Putin ma dà l’ok per la strage di bambini a Gaza

Possibile che il governo italiano non abbia una parola da dire? E l’Europa? Con chi sta? È in grado di condannare Netanyahu?

Esteri - di Piero Sansonetti

19 Marzo 2025 alle 14:00

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AP Photo/Jehad Alshrafi
AP Photo/Jehad Alshrafi

Lunga telefonata tra Trump e Putin. Non conosciamo i dettagli ma sappiamo che ci si è avvicinati ad una intesa. È un bene. Anche se l’Europa e Zelensky sono fuori dal negoziato. Se è questo il prezzo da pagare per arrivare alla pace, è giusto che prevalga. La pace è un bene molto superiore ai pesi e contrappesi della politica.

Nella stessa giornata di ieri Donald Trump ha dato il suo consenso a Netanyahu per interrompere la tregua e riprendere i bombardamenti su Gaza. Questa è una notizia terribile. Vuol dire che la tregua è stata inutile, vuol dire che la speranza di salvare gli ostaggi di Hamas è ridotta al lumicino, vuol dire che per il popolo della Palestina si annunciano giorni, e mesi e probabilmente anni di sangue e dolore e lutti. Ieri si calcola che ci siano stati circa 400 morti. In gran parte bambini: forse 130, forse 140. Una strage che si configura come orrendo crimine di guerra, realizzato dall’esercito Israeliano, ordinato da Netanyahu, permesso da Trump. Non c’è bisogno di parlare di genocidio per capire l’orrore di queste azioni militari. La doppiezza di Trump è stupefacente. Pacifista in Ucraina, pronto a trattare con Putin, guerrista e filo-aggressore in Israele.

In Italia? Le cose non sono molto diverse. Meloni ieri ha parlato al Senato e parlerà di nuovo oggi alla Camera. Per dire? Parole sfuggenti sull’Ucraina e sul riarmo, silenzio di tomba sul Medio Oriente. Sul riarmo la presidente del Consiglio è stata molto “forlaniana” per evitare lo scontro con Salvini. (Forlani era un leader democristiano che diceva di se stesso: so parlare anche per due ore senza dire niente…). Meloni ha cercato di tenere insieme trumpismo e von der Leyen, guerra e Salvini. E nella mozione finale sulla quale ha riunificato la maggioranza ha evitato di scrivere la parola “riarmo”. E così ha aggirato lo sconto dentro la maggioranza.

A sinistra invece lo scontro è stato evitato con una vittoria sostanziale della Schlein. La quale ha imposto la sua linea netta: no al riarmo. Diciamo che è difficile parlare di sconfitta o isolamento del Pd e della sua segretaria se è vero che praticamente l’intero parlamento si è rifiutato di votare a favore del piano von der Leyen, spostandosi sulle posizioni della segretaria del Pd. L’unico che resiste è Calenda, il giapponese. Che non ne vuole sentire neppure parlare di opposizione al riarmo e alla guerra. Ciò che colpisce in questa situazione è il silenzio sul Medio-oriente. Ieri è successa l’iradiddio in Medio-oriente.

L’aggressione decisa da Netanyahu, che ha rotto la tregua, ha toccato livelli altissimi di inumanità e di criminalità di guerra. Possibile che il governo italiano non abbia una parola da dire? E l’Europa? Con chi sta? È in grado di condannare Netanyahu? Come può conciliarsi la giusta condanna dell’aggressione della Russia all’Ucraina con l’approvazione dell’ assalto di Israele a Gaza ( e non solo)? Lasciatemelo dire: se l’Europa è quella che vuole il riarmo, che tace su Israele e che promuove politiche di respingimento e di deportazione dei migranti, ditemi: ma cosa c’entra con l’Europa di Spinelli, di Colorni, di Rossi, della Ursula Hirschmann? Non c’entra niente.

19 Marzo 2025

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