Le comunicazioni della premier

Meloni al Senato: “Sosteniamo sforzo Trump per la pace in Ucraina, Ue senza Usa non ha garanzie di sicurezza”

Politica - di Redazione

18 Marzo 2025 alle 17:26

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Meloni al Senato: “Sosteniamo sforzo Trump per la pace in Ucraina, Ue senza Usa non ha garanzie di sicurezza”

Nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo su Ucraina e riarmo dell’Europa, previsto giovedì, Giorgia Meloni riesce nell’impresa di pronunciare un minestrone politico nel non facile compito di tenere insieme una maggioranza spaccata dalle spinte euroscettiche del vicepremier Matteo Salvini, fermamente contrario al piano di riarmo europeo di von der Leyen e assente nei banchi del governo.

Non è un caso se a tratti i toni tenuti dalla premier sono quelli di un tempo, quando FdI era orgogliosamente all’opposizione. Meloni infatti se la prende con la burocrazia di Bruxelles e mette in guardia che se l’Unione continua così “non sopravvivrà”.

“Se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase pensando di iper regolamentare tutto invece di liberare le energie, semplicemente non sopravvivrà. Serve una nuova visione: la politica deve tracciare la rotta, non la burocrazia. Faremo di tutto perché l’Europa non sia soffocata dalle sue stesse regole”, le parole della presidente del Consiglio, accolte da applausi convinti proveniente dai banchi della Lega.

Il piano di riarmo europeo

Il piatto forte del discorso è ovviamente ReArm Europe. Meloni rivendica in Aula di aver chiesto di “cambiare nome perché è fuorviante per i cittadini. Siamo chiamati a rafforzare le capacità difensive” ma “non significa acquistare armamenti, semmai di produrli”.

Quindi la premier sottolinea che “senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà”, e dunque “cambiare nome al ReArm Ue non è una questione semantica, ma di sostanza e merito”.

Allo stesso tempo va all’attacco di chi critica il piano von der Leyen. Da una parte ribadisce che l’Italia “non intende togliere un solo euro dalle risorse della Coesione”, dall’altra aggiunge che chi sostiene “la grossolana semplificazione per cui aumentare la spesa della sicurezza significa tagliare i servizi o il welfare” sta “ingannando i cittadini perché maggiori risorse non ci sono attualmente, non perché investiamo nella difesa, ma perché centinaia di miliardi di euro sono stati bruciati in provvedimenti che servivano solo per creare consenso facile”.

Il sostegno all’Ucraina

Nel suo intervento Meloni ha poi enunciato la proposta italiana portata dalla premier ai partner europei e occidentali sull’Ucraina, che prevede “l’attivazione di garanzie di sicurezza, tra l’Ucraina e le nazioni che intendono sottoscriverle, sul modello del meccanismo previsto dall’articolo 5 del Trattato Nato, senza che questo implichi necessariamente l’adesione di Kiev all’Alleanza Atlantica”.

Un discorso in cui la premier ha ribadito che il sostegno del governo italiano al popolo ucraino “non è mai stato in discussione”, una “scelta di campo rimasta immutata” nei tre anni di governo.

Sempre sull’impegno italiano in favore di Kiev, Meloni per l’ennesima volta ha ribadito che “l’invio di truppe italiane in Ucraina è un tema che non è mai stato all’ordine del giorno, così come riteniamo che l’invio di truppe europee, proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia sia un’opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace”.

E, a proposito dei negoziati tra Russia e Ucraina, la premier ha rimarcato: “Salutiamo positivamente questa nuova fase e sosteniamo gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in questo senso”. “L’Italia – ha proseguito Meloni – considera la proposta di cessate il fuoco concordata l’11 marzo a Gedda da Stati Uniti e Ucraina un primo, significativo, passo di un cammino che deve portare a una pace giusta e duratura per l’Ucraina, con garanzie di sicurezza solide, efficaci e di lungo periodo, per l’Ucraina stessa, per l’Europa nel suo complesso, e per i nostri alleati americani, che non possono permettersi di siglare un accordo di pace violabile”. “Questo passo in avanti – ha aggiunto – è stato accompagnato positivamente dall’immediato ripristino delle forniture militari e dei servizi di intelligence americani a vantaggio di Kiev”.

Il ruolo di Trump

Lunga parte del discorso è dedicato proprio ai rapporti con Donald Trump e la sua amministrazione, da cui Meloni sta tentando di non staccarsi in una difficile posizione di ambiguità con l’Europa. Per questo la premier in Aula sottolinea “un banale dato di realtà”, ovvero che “non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l’Europa e gli Stati Uniti”.

Trump protagonista anche per quanto riguarda i dazi e la guerra commerciale iniziata dalla sua amministrazione nei confronti dell’Europa. Meloni chiede di “lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno di intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né Stati Uniti né Europa”. Per la premier “non è saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono”.

Nel suo discorso Meloni finisce per prendere le difese di Washington, spiegando che “non è un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi”. “Per questo credo – ha aggiunto la premier – che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buonsenso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall’istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.

di: Redazione - 18 Marzo 2025

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