Il colloquio telefonico Washington-Mosca
Ucraina, il modello Corea per la pace con la Russia: la telefonata Trump-Putin
“Ci sono buone chance di porre fi ne alla guerra”, anticipa il tycoon. “Con lo zar parleremo di centrali e terre rare”. Il Cremlino attacca l’Ue
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

La “diplomazia del telefono” sul filo Casa Bianca-Cremlino. “Parlerò con il presidente Putin martedì. Abbiamo lavorato molto nel weekend”, ha detto Trump ai giornalisti sull’Air Force One durante un volo notturno di ritorno dalla Florida all’area di Washington. “Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità”, ha aggiunto il tycoon.
“Parleremo di terre. Parleremo di centrali elettriche”, ha detto Trump quando gli è stato chiesto delle concessioni. “Penso che ne abbiamo già discusso molto da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Ne stiamo già parlando, dividendo alcuni beni”, anticipa Trump. “In questo fine settimana è stato fatto un grande lavoro”, ha aggiunto il tycoon riferendosi ai contatti tra il negoziatore americano Witkoff e il Cremlino sulla proposta di tregua di 30 giorni già accettata dal presidente ucraino Zelensky. Poche ore prima, intervistato dalla Cnn, Witkoff aveva affermato che Putin “accetta la filosofia di Trump” sul cessate il fuoco e sulle condizioni della pace, sostenendo che le discussioni di svariate ore con il presidente russo sono state “positive”, ma rifiutandosi di fornire dettagli.
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Da Washington a Mosca.
La questione dell’accordo sull’Ucraina sarà al centro del colloquio telefonico di oggi tra i presidenti russo e americano, Vladimir Putin e Donald Trump. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Peskov ha sottolineato che “si stanno preparando gli argomenti all’ordine del giorno per il colloquio di domani (oggi, ndr)”. Alla tv russa che gli chiedeva quanto tempo ci fosse voluto per coordinare la telefonata tra i due presidenti, Peskov ha risposto: “Si possono organizzare colloqui del genere molto rapidamente”. Dialogante con Washington – “ Russia e Stati Uniti sono sulla strada per ripristinare le relazioni bilaterali, e la conversazione telefonica in programma domani (oggi, ndr) tra i due presidenti è un passo importante”, rimarca Peskov, citato dalla Tass – perentorio con Bruxelles. L’Unione europea sta cercando di creare artificialmente una “minaccia russa” per giustificare la “militarizzazione” dell’Europa, secondo il portavoce del Cremlino “Questi sono semplicemente tentativi di creare un nemico esterno artificiale per giustificare una linea militarista e la militarizzazione dell’Europa”, ha affermato Peskov un’intervista al canale RT.
Ancora prima che il negoziato avesse inizio, Trump ha ripetutamente detto che l’Ucraina non potrà entrare nella Nato né riavere i territori occupati dalla Russia dal febbraio 2022 a oggi. Ciò farebbe credere che un’intesa di massima con Kiev sia stata raggiunta al riguardo nei negoziati in Arabia Saudita. Quando Trump dice che parlerà con Putin di “terre” è probabile che alluda a come concordare la linea di confine tra Russia e Ucraina: congelandola sulle posizioni attuali, senza concessioni territoriali a Mosca dal punto di vista formale, come apparentemente vorrebbe Zelensky, o riconoscendo che la parte di Ucraina occupata, Donbass (parzialmente occupato dal 2014) appartengono alla Russia, come vorrebbe Putin. Quello che si delinea, in ultima analisi, è una sorta di “modello coreano” da riproporre, per una fase di medio-lungo termine sul fronte russo-ucraino. Una sorta di 38° parallelo 2.0
Quanto al “discuteremo di centrali”, è verosimile, concordano analisti politici e fonti diplomatiche a Washington e Bruxelles, che con le dichiarazioni di domenica Trump si riferisca alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe nell’Ucraina sud-orientale. Una sua eventuale restituzione a Kiev, che ricavava da questi reattori parte del proprio fabbisogno energetico, potrebbe rientrare in uno scambio con la sempre minore fetta di territorio russo, nella regione frontaliera di Kursk, occupata dalle forze ucraine l’anno passato con una offensiva a sorpresa. Un ritiro ucraino dal Kursk in cambio della centrale di Zaporizhzhia è una ipotesi che potrebbe rientrare nel campo dei “beni da dividere” a cui ha accennato il capo della Casa Bianca. Nel quale rientrano anche le “terre rare” ucraine ricche di minerali il cui sfruttamento viene preteso da Trump come restituzione per gli aiuti americani a Kiev (e garanzia di una presenza Usa, seppure soltanto civile).
Intanto, l’amministrazione Trump ha deciso di ritirarsi dall’organismo internazionale istituito nel 2023 dall’Unione europea per indagare sui leader responsabili dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, tra cui il presidente russo Vladimir Putin: lo scrive il New York Times che cita persone a conoscenza della situazione. “La decisione di ritirarsi dall’International Center for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine, a cui l’amministrazione Biden ha aderito nel 2023, è l’ultima indicazione dell’allontanamento dell’amministrazione Trump dall’impegno del presidente Joseph R. Biden Jr. di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini”, prosegue il giornale. È il 1.118° giorno di guerra in Ucraina