Le fratture dopo il report
Amnesty International accusa Israele: “Sta commettendo un genocidio ai danni dei palestinesi”
Il documento contiene le prove della commissione di un genocidio da parte degli israeliani. "Conclusione predeterminata" secondo l'ufficio di Tel Aviv che critica duramente il report
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Israele contro Amnesty International. Uno scontro al calor bianco. Amnesty International ha pubblicato un rapporto – anticipato da l’Unità con l’intervista di ieri al Portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury – in cui afferma di aver raccolto abbastanza prove per concludere che Israele abbia commesso, e stia continuando a commettere, un genocidio ai danni della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
Il rapporto di Amnesty International
Il documento di oltre trecento pagine copre il periodo tra il 7 ottobre 2023 (data del massacro perpetrato da Hamas contro la popolazione israeliana) e i primi di luglio del 2024, contestualizzandoli in “decenni di occupazione militare illegale” e “apartheid”. Il rapporto “dimostra che Israele ha commesso atti proibiti dalla Convenzione di Ginevra, con l’intento specifico di distruggere i palestinesi a Gaza. Questi atti includono uccisioni, lesioni fisiche o mentali gravi infliggere deliberatamente ai palestinesi di Gaza condizioni di vita calcolate per portarli alla distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato i palestinesi di Gaza come un gruppo subumano indegno di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, dichiara Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International. Le tipologie di atti delineate da Callamard coprono tre dei cinque punti necessari per soddisfare la definizione di genocidio. Il rapporto dedica un’intera sezione alla questione, rilevando che secondo la giurisprudenza internazionale non è necessario che l’autore del crimine riesca nel suo tentativo di distruggere il gruppo protetto, in tutto o in parte, perché il genocidio sia stato commesso. È sufficiente la commissione di atti proibiti con l’intento di distruggere il gruppo in quanto tale, spiega un comunicato della Ong.
Durissima la reazione del governo di Tel Aviv. Israele respinge il rapporto pubblicato da Amnesty International, il ministero degli Esteri ha definito l’organizzazione per i diritti umani «deplorevole e fanatica» che ha «ancora una volta prodotto un rapporto falso». «Il rapporto – ha aggiunto – è inventato e basato sulle bugie». «Il massacro genocida del 7 ottobre 2023 è stato compiuto dall’organizzazione terroristica Hamas contro cittadini israeliani», ha continuato il ministero degli Esteri. «Da allora, i cittadini israeliani sono stati sottoposti ad attacchi quotidiani da sette fronti diversi. Israele si sta difendendo da questi attacchi agendo pienamente in conformità con il diritto internazionale». Il rapporto apre anche uno scontro interno ad AI. La sezione israeliana di Amnesty International respinge il rapporto pubblicato dalla sezione generale dell’organizzazione, In una dichiarazione alla stampa, citata dal Times of Israel, alcuni membri israeliani di Amnesty accusano gli autori del rapporto di aver raggiunto “una conclusione predeterminata” e affermano di non essere stati coinvolti nella ricerca, nel finanziamento o nella stesura del rapporto.
“La sezione israeliana non accetta la pretesa che sia stato provato che il genocidio stia avvenendo nella Striscia di Gaza e non accetta i risultati operativi del rapporto”, si legge nella dichiarazione. Pur ammettendo che “la portata delle uccisioni e delle distruzioni compiute da Israele a Gaza ha raggiunto proporzioni orribili e deve essere fermata immediatamente”, la sezione israeliana dell’organizzazione non crede che gli eventi “rispettino la definizione di genocidio come stabilito dalla Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio”. Il presidente di Amnesty Israele e due esponenti palestinesi del direttivo dell’associazione si sono dimessi. Lo afferma la sede centrale dell’ong in una nota in cui “si rammarica” della condanna di Amnesty Israele del rapporto sulle accuse di genocidio: «Le dimissioni del presidente di Amnesty International Israele e di due esponenti palestinesi del direttivo dell’associazione riflettono le profonde divisioni all’interno della sezione stessa. La messa a tacere delle voci dei palestinesi da parte di Amnesty International Israele è inaccettabile e verrà valutata attraverso i processi democratici internazionali dell’organizzazione».
Intanto, la mattanza continua. Sono almeno 20 i morti nell’ultimo raid di Israele su un campo profughi a Gaza, vicino a Khan Yunis. Tra loro ci sono 5 bambini, che erano in fila per il pane. Secondo i dati forniti dalla Striscia, i morti arrivano a 55.532 dall’inizio del conflitto, 105.739 i feriti. E l’Onu dà altri dati preoccupanti: circa 75mila presone sono senza acqua e cibo nella zona Nord di Gaza. Mancano anche elettricità e accesso alle cure.