La mozione Von der Leyen
Riarmo europeo, passa la mozione Von der Leyen. Il Pd si spacca ma Schlein: “Restiamo pacifisti”
Bisognerà vedere anche cosa deciderà la Schlein, di fronte alla possibilità di spaccare il partito. Prevarrà l’istinto all’unità, o la scelta di difendere valori non negoziabili?
News - di Piero Sansonetti

Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza una mozione, presentata da popolari, socialisti e liberali, che auspica il riarmo. Si tratta, nella sostanza, di un via libero al piano re-arm pensato da Ursula Von der Leyen. È il più vasto progetto di riarmo, credo, dalla fine della guerra. All’Italia si chiede quasi di raddoppiare le spese militari. La mozione non ha alcun carattere vincolante ma i toni sono i più guerreschi che si possa immaginare. È indicata anche la necessità di rinforzare una difesa militare europea ai confini della Russia e della Bielorussia.
Il Pd si è spaccato. E si è spaccata anche la maggioranza che governa l’Italia. La Lega ha votato contro la mozione, insieme ad Avs e ai 5 Stelle. E questo sicuramente è un problema grosso per la maggioranza di governo. Elly Schlein, che si è dichiarata anche ieri assolutamente contraria a questo piano di riarmo – e ha detto che la linea del Pd era e resta contraria al piano – , di fronte al dissenso di mezzo gruppo parlamentare ha tentato una mediazione proponendo il voto di astensione. Anche perché il Pd fa parte della maggioranza Ursula, e, anzi, è il gruppo più forte tra i socialisti. La minoranza del Pd però non ha accettato la mediazione, ha sfidato la segretaria e ha votato a favore.
Il movimento pacifista è uscito sconfitto da questo passaggio. Anche perché nella mozione approvata si dice esplicitamente che questo è un momento di svolta e di scelta per la nuova Europa. E dunque si prefigura una Europa che ricostruisce se stessa a partire dagli eserciti. E questa scelta avviene con il pieno consenso della componente socialdemocratica. Esclusa la maggioranza del Pd. Sul fronte pacifista, oltre al Pd, restano le sinistre radicali, i cinque stelle e qualche frangia della destra. Cioè un insieme molto eterogeneo di forze, in gran parte lontanissime dalle idee del pacifismo. La componente cristiana è stata del tutto emarginata, e il voto di ieri appare anzi uno schiaffo alla Chiesa e alla predicazione del papa e dei vescovi cattolici.
Ora bisogna vedere cosa succederà nelle prossime ore in Italia. Martedì e mercoledì prossimo si vota nel parlamento italiano. E quello sarà un voto piuttosto vincolante. Bisognerà vedere cosa dirà Meloni. Se dovesse trovarsi contro la Lega sarebbe un problema serio per il governo. E bisognerà vedere anche cosa deciderà la Schlein, di fronte alla possibilità di spaccare il partito. Prevarrà l’istinto all’unità, o la scelta di difendere valori non negoziabili? Personalmente spero che farà la seconda scelta. Voci dicono che non è neanche da escludere un congresso anticipato.