La premier in difficoltà con l'Europa

Meloni contro Macron, l’asse Trump-Putin mette in difficoltà la premier

La premier contro il presidente francese per l’incontro con Trump e la proposta, a lei sgradita perché sgradita a Trump, di inviare truppe a Kiev

Politica - di David Romoli

28 Febbraio 2025 alle 14:00

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AP Photo/Aurelien Morissard
AP Photo/Aurelien Morissard

Stavolta il più concreto e realistico è Antonio Tajani: “Prima si deve arrivare alla pace, poi si vedrà come proteggerla”. Sembra una di quelle sentenze rese decenni fa note dal musicista Massimo Catalano, ovvietà pure fatte passare per scoperte. Solo che non è affatto così e i leader europei si accapigliano invece sul come difendere una tregua di cui al momento non c’è traccia e difendere una pace che non si vede neppure con binocoli astronomici. Se ne deduce facilmente che in ballo c’è qualcosa d’altro.

Francia e Inghilterra costrette in panchina fibrillano ogni giorno di più. Scalpitano per entrare in campo subito e tanta urgenza si deve a ragioni di ordine diverso. Prima di tutto la consapevolezza di essere sul punto di ritrovarsi tagliate fuori dal grande gioco della politica internazionale, come singoli Paesi un tempo potenti atterriti ora dalle spettro della marginalità e, per quanto riguarda la Francia, anche come Ue. Poi, e forse anzi in primo luogo, c’è una questione di interessi concreti. Trump ha avuto almeno il merito di ricordare, con la massima rozzezza e dunque senza orpelli, che le guerre sono sempre anche questione di soldi, di interessi, di territori e materie prime. In quel gioco oggi, per l’Europa e per i singoli Stati europei semplicemente non è prevista alcuna parte in commedia. Infine la Francia, con una Germania per la prima volta in ginocchio, intravede l’occasione per conquistare d’impeto la leadership dell’Unione. Il tutto, però, sulla testa di alcuni altri Paesi di non secondaria importanza come appunto la Germania e l’Italia.

La proposta di inviare un forza europea di peacekeeping e addirittura di discuterne con Trump senza neppure consultare i Paesi che dovrebbero essere coinvolti, come l’Italia, ha appunto questi significati e si può capire quanta ira si sia di conseguenza diffusa nel governo italiano. “Pensano di ordinare sentendosi rispondere ‘Comandi’ “, sibilava nei giorni scorsi un ministro di prima linea. “Con che ruolo sei andato a parlare con Trump?”, ha chiesto provocatoria la premier italiana a Macron nella videoconferenza di due giorni fa. “Un leader comunitario e uno extracomunitario non hanno almeno avuto la creanza di consultare le altre Nazioni”, è esploso il ministro della Difesa Crosetto. La via che propone l’Italia è di fatto opposta a quella dei due Paesi che affacciano sulla Manica. Missione sì ma solo sotto bandiera Onu. Come ha sottolineato ieri Tajani ci vorrebbe una decisione del Consiglio di sicurezza, impossibile senza il sì della Russia. La missione a cui pensano Francia e Inghilterra avrebbe un forte connotato muscolare. Quella a cui mira l’Italia sarebbe in linea con la distensione a cui mira Trump.

Francia e Inghilterra non hanno alcuna possibilità di imporre la loro idea al resto della Ue e lo sanno. Ma possono smarcarsi, proponendo una specie di coalizione dei volenterosi numero due, una forza di pace non solo europea di quelle “chi ci sta ci sta”. In questo caso sarebbero Italia e Germania a non potersi opporre masticando però amarissimo. Prima di muovere un passo in quella direzione, però, Macron e Starmer, che ieri ha visto Trump a Washington, dovranno essere sicuri che la Russia non veda la loro forza di pace come pura provocazione e al momento non c’è traccia di disponibilità in questo senso. Ma i due continueranno a mordere il freno e gli estremi per un confronto diretto, a tratti anche ruvido, nel vertice di Londra di domenica prossima, al quale parteciperà anche Zelensky, ci sono tutti.

28 Febbraio 2025

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