Il conflitto Russia-Ucraina passa per Trump
Trump e Putin alleati: Zelensky concede le terre rare in cambio del sostegno Usa
Ci sono «vaste» possibilità di cooperazione tra Washington e Mosca per l’estrazione di terre rare, perché gli Usa ne hanno bisogno e la Russia ne ha a sufficienza.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Zelensky se ne faccia una ragione. Ormai, ogni cosa che riguarda il futuro dell’Ucraina dovrà passare al vaglio del duo Trump&Putin. Vale per la pace, i confini. E per le terre rare. Ci sono «vaste» possibilità di cooperazione tra Washington e Mosca per l’estrazione di terre rare, perché gli Usa ne hanno bisogno e la Russia ne ha a sufficienza. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax. Peskov ha tuttavia chiarito che eventuali accordi economici con gli Usa saranno possibili solo dopo che sarà stata raggiunta un’intesa per mettere fine al conflitto ucraino. «La prossima cosa in agenda – ha detto il portavoce – è il regolamento della crisi ucraina. E poi, specialmente perché gli stessi americani hanno parlato di questo, verrà il tempo per considerare possibili progetti per il commercio, l’economia e la cooperazione negli investimenti. Ci sono prospettive molto vaste per questo».
«Una giornata triste per gli Stati Uniti all’Onu». Il board editoriale del Wall Street Journal critica la decisione americana di votare con la Russia sulla risoluzione per l’Ucraina. Un «momento deplorevole», aggiunge il quotidiano dell’impero di Rupert Murdoch. «La risoluzione non ha alcuna importanza pratica, anche se sottolinea la svolta di Donald Trump verso la Russia nel conflitto. Forse» il presidente americano «pensa che dire la verità sulla Russia spingerà Vladimir Putin ad abbandonare i negoziati con l’Ucraina. Ronald Reagan, che cercò e raggiunse la pace, non si è tirato mai indietro dal dire la verità sull’Unione Sovietica.» Verità che era un’arma essenziale per sconfiggere quello che Reagan chiamava un ‘impero del male’, mette in evidenza il board editoriale.
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All’Assemblea generale dell’Onu, la risoluzione presentata dall’Ucraina e dagli europei, che difende l’integrità territoriale del Paese aggredito e condanna l’invasione russa, è stata approvata con 93 voti favorevoli, 18 contrari e 65 astensioni. Tra i contrari, uno schieramento significativamente “eterogeneo”: Stati Uniti, Russia, Bielorussia, Mali, Nicaragua, Corea del Nord, Ungheria, Israele. Astenuti Iran e Cina. In serata, al Consiglio di Sicurezza, l’America è riuscita a far approvare (con l’astensione franco-britannica) una brevissima risoluzione che chiede la «rapida fine della guerra». «Gli Stati Uniti stanno assumendo una posizione molto più equilibrata, il che aiuta davvero gli sforzi volti a risolvere il conflitto intorno all’Ucraina» Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione proposta da Washington. Il portavoce, citato dall’agenzia Interfax, ha aggiunto che “forse, in base ai risultati dei contatti tra europei e americani” anche l’Europa «in qualche modo graviterà verso un maggiore equilibrio».
Dopo Macron, alla Casa Bianca arriva Keir Starmer. Durante l’incontro con il presidente francese nello Studio Ovale, Trump ha sostenuto che la guerra in Ucraina «potrebbe finire già entro qualche settimana» e ha annunciato che Zelensky sarà suo ospite nella capitale americana «questa settimana o la prossima». Ma sarebbe imminente anche un incontro con il leader del Cremlino. Quanto a Starmer, il premier britannico intende sollevare giovedì a Washington con il presidente americano il tema dell’unità fra alleati sul dossier ucraino e sulla necessità di affrontare «le minacce» che la Russia continua a rappresentare «con la forza» da posizioni «di forza»: per raggiungere «una pace attraverso la forza in Ucraina».
Un gruppo di leader europei – tra i quale dovrebbe esserci anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – si recherà domenica a Londra per incontrare la controparte britannica in vista della messa a punto di piani comuni per la difesa. Lo ha annunciato il primo ministro polacco Donald Tusk dopo il bilaterale con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. «Sono convinto che l’Unione Europea sarà veramente unita sulla questione dell’Ucraina. E che il 6 marzo rafforzeremo l’Ucraina nella sua difesa contro la Russia e la indeboliremo», ha aggiunto Tusk. L’Europa prova a restare unita. Sui principi, ci sta. Sul resto, i fatti, è tutto da vedere.