L'analisi su Haaretz
L’accusa di Gideon Levy: “Israele criminalizza Gaza per fare pulizia etnica”
La dura analisi di Gideon Levy su Haaretz. Media e politici, spiega, criminalizzano i palestinesi perché in questa maniera possono creare terreno fertile alla deportazione
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

La narrazione bellicista, da “guerra totale contro i nazisti di Gaza”, prepara il terreno per una fase nuova, ancora più tragica, per i 2,3 milioni di palestinesi che sopravvivono nella Striscia. A lanciare l’allarme, su Haaretz, è l’icona vivente del giornalismo “liberal” israeliano: Gideon Levy.
Scrive Levy: “Ogni retore sa che quando l’argomento è debole, la soluzione è alzare il volume. Il tono della conversazione pubblica in Israele nelle ultime settimane non solo indica la debolezza dell’argomento e la volgarizzazione del discorso, ma è anche pericoloso al suo interno. Il discorso pubblico israeliano ha abbracciato il linguaggio di base dell’incitamento contro tutti i palestinesi e gli arabi. Dal Primo ministro fino al più basso dei reporter televisivi inarticolati, tutti si sentono obbligati a inveire il più possibile contro Hamas e la Striscia di Gaza, come se questo rafforzasse la validità delle loro argomentazioni. Non si può più dire ‘Hamas’ senza aggiungere l’aggettivo ‘nazista’, o riferirsi a Gaza senza dire ‘mostri’; questo modo di parlare è ciò che è veramente mostruoso”.
La demonizzazione del nemico apre la strada alla giustificazione della soluzione finale. Rimarca in proposito Levy: “Siamo tutti arrabbiati con i mostri di Hamas”, ha dichiarato il primo ministro il giorno in cui sono stati restituiti i quattro corpi degli ostaggi, in conformità con il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, e ha immediatamente promesso di ‘annientare’ gli assassini. Lo stile è l’uomo e coloro che pronunciano parole come ‘mostri’ e ‘annientare’ dicono di più su se stessi che sull’oggetto delle loro parole. L’uccisione della famiglia Bibas è stata crudele e atroce. Ma chi dice ‘mostri’ descrive anche le azioni dei suoi soldati, che hanno ucciso migliaia di bambini. Quando è stato annunciato che i resti che si presumeva fossero di Shiri Bibas non erano suoi, i guanti sono stati completamente tolti. Netanyahu ha ripetuto ‘mostri’, questa volta nella sua lingua ufficiale, l’inglese. Gli aedi dell’incitamento hanno seguito la sua scia e il fatto che Hamas abbia corretto l’errore durante la notte, non ha cambiato nulla. Mostri erano e mostri restano. Le cerimonie di consegna degli ostaggi, comprese quelle emozionanti di sabato scorso, hanno anche attestato il ‘nazismo’ e la ‘mostruosità di Hamas. Coloro che organizzano tali cerimonie sono nazisti – non è chiaro perché – e coloro che sfruttano il momento per scopi propagandistici sono anch’essi, a quanto pare, nazisti. Solo a Israele è consentito sfruttare la restituzione degli ostaggi a fini propagandistici”.
In tempi in cui la percezione è la realtà, andare controcorrente è un atto di coraggio intellettuale, oltreché professionale. Lo fa Levy: “La verità deve essere detta: La maggior parte delle consegne di ostaggi è avvenuta senza problemi, anche se agli israeliani non piace vedere un ostaggio che dà un bacio sulla fronte dei suoi due rapitori, come ha fatto uno di loro sabato. I conduttori del telegiornale si sono affrettati a rassicurare i telespettatori: Il bacio è stato forzato, anche se non sembra. Perché lo fanno? Dopo tutto, la malvagità di Hamas è evidente nelle sue azioni: perché tutti, dall’esercito fino al giornalista israeliano Amnon Abramovich, aggiungono l’incitamento? Netanyahu, che si nutre di incitamento per le sue esigenze politiche, è una cosa, ma perché i media? Ma solo per trovare favore, per ottenere una pacca sulla spalla dalle masse infervorate”. Pare ascoltare le invettive degli ultras nostrani di Netanyahu e dell’Israele bellicista: il solito Levy, estremista, provocatore, amico dei nazisti di Hamas. Magari pure antisemita… Niente di tutto questo. Gideon Levy, a differenza di Netanyahu, non ha mai flirtato con Hamas, in funzione anti-Anp.
Annota Levy: “Non si può difendere Hamas. Si tratta di un’organizzazione depravata che ha compiuto un attacco depravato contro Israele. Ma il discorso contaminato avrà un prezzo pesante. Un quinto degli israeliani sono palestinesi: Come potremo vivere con loro se i loro fratelli sono mostri nazisti? Metà delle persone che vivono tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo sono palestinesi: Come faremo a vivere al loro fianco? Israele ha lanciato questo terribile attacco a Gaza prima che iniziasse il discorso sui ‘mostri’. Il 7 ottobre 2023 ha seminato il caos nella coscienza israeliana e la retorica incendiaria di politici e media vi si è aggiunta. L’umanità non esiste più in Israele, perché a Gaza non ci sono non combattenti. Nemmeno i bambini che sono morti appena nati. Nemmeno gli uomini di pace e di saggezza a Gaza (sì, ci sono anche quelli). Se a questo si aggiungono i discorsi avvelenati delle ultime settimane, immagina come sarà la prossima guerra, che non sarà diretta solo contro Hamas ma anche contro i mostri nazisti. Immaginate i pensieri che passano per la testa di un soldato che invade una casa in Cisgiordania, quando questo incitamento scorre nelle sue vene. Se crede di entrare nella casa di mostri nazisti, come tratterà i suoi abitanti? Distruggerà di più e ucciderà di più, in modo più brutale che mai. Un giorno desidereremo la delicatezza e la moderazione morale dell’Idf nella guerra attuale, con solo metà della Striscia di Gaza distrutta e solo 15.000 bambini morti. Aspettate solo la prossima guerra che faremo contro i nazisti”, avverte in conclusione Levy.
Post scriptum. La Fondazione Italianieuropei ha organizzato l’evento dal titolo UNA PACE GIUSTA per presentare il nuovo numero della sua rivista Italianieuropei, oggi alle ore 16 presso la Sala Berlinguer c/o Gruppo PD Camera dei Deputati Interverranno il presidente Massimo D’Alema e il presidente Giulio Tremonti. La giornalista Francesca Borri sarà in collegamento da Ramallah e ci saranno testimonianze video dell’ex presidente israeliano Ehud Olmert e di Padre Ibrahim Faltas da Gerusalemme. Una iniziativa coraggiosa, controcorrente rispetto alla propaganda mainstream di casa nostra. Controcorrente, come le verità di Gideon Levy.