Il piano del tycoon
Quale è il vero obiettivo di Trump su Gaza: pulizia etnica per un resort a 5 stelle
Come tanti che contano su infinito denaro. conquistato il potere Trump insegue le proprie fole, noncurante di un popolo che intende deportare
Esteri - di Ammiraglio Vittorio Alessandro

Gli uomini che, forti del proprio infinito danaro, hanno impudicamente conquistato anche il potere politico, non vedono nulla al di là delle proprie grandezze. Il massimo, per loro, è vedersi contornati da ombre compiacenti in una spiaggia esotica tutta propria, un drink all’ombra, tanti inchini.
Trump vede in Gaza la futura riviera del Medio Oriente dove – una volta deportato il “carico residuo” di due milioni di palestinesi, dopo i 47 mila eliminati – sotto le stelle Usa «vivrà la gente del mondo, un posto internazionale, un posto incredibile». Per quanto incomparabile all’altra per grandezza e qualità, viene in mente la sofferenza inflitta a Lampedusa nel 2011. Quando il numero dei migranti approdati superò di tre volte quello degli isolani, Berlusconi – responsabile di quel disastro – promise che avrebbe trasformato Lampedusa “in una piccola Portofino” (la prima è dieci volte più grande della seconda, e i suoi abitanti quindici volte di più).
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Mi scuso per aver accostato due sofferenze così infinitamente diverse, tanto più che, per ogni definizione e ogni paragone su Gaza, c’è qualcuno pronto a scoccare una bacchettata. Il mio intento è segnalare agli eventuali distratti che Paperon de’ Paperoni – in Italia, al solito, prima che altrove – è inesorabilmente uscito dal fumetto che lo custodiva e ce lo rendeva simpatico. Aggiungo in margine che, per fortuna, Lampedusa rimase tale. Di Gaza è complicato dire cosa diventerà, è ormai difficile perfino ricordarsi com’era.