Il caso del torturatore libico

Caso Almasri, la Corte dell’Aia chiede a Meloni perché è stato fatto scappare

Perché avete fatto scappare (e riaccompagnato a casa) il capo dei torturatori di Tripoli? Perché non gli avete nemmeno sequestrato i telefoni?

Politica - di Angela Nocioni

19 Febbraio 2025 alle 16:30

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Photo via X
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La Corte penale internazionale con una nota formale ha chiesto al governo Meloni una spiegazione del perché è stato sottratto al giudizio del tribunale internazionale dell’Aja il torturatore libico Osama Almasri, arrestato dalla Digos a Torino il 19 gennaio, scarcerato il 21 dalla Corte d’appello di Roma su richiesta del procuratore generale Giuseppe Amato, istantaneamente espulso con decreto firmato dal ministro Piantedosi senza che il ministro della Giustizia Nordio abbia provveduto a chiedere un nuovo arresto e in fretta a furia accompagnato con un Falcon 900 dei servizi segreti a Tripoli dove il mandato di arresto della Cpi non può raggiungerlo e dove è tornato al suo lavoro di capo dei torturatori delle carceri della parte orientale della Libia. Il governo deve rispondere entro il 17 marzo.

La prima sezione della Corte ha però chiesto all’Italia di spiegare anche perché a un ricercato accusato di crimini contro l’umanità non sono stati sequestrati i cellulari e i documenti in suo possesso, elementi evidentemente utili alle indagini. “Si tratta di un’inchiesta preliminare sul comportamento dello Stato Italiano, non di singoli individui”, aveva detto all’uscita della notizia sull’apertura del fascicolo una fonte interna alla Cpi. Il governo Meloni ha cambiato versione molte volte sullo scandalo della esfiltrazione del criminale sottratto al giudizio della Corte che, in assenza dell’accusato, non può celebrare il processo.

Nelle prime ore la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è nascosta dietro ai giudici della Corte d’appello di Roma, firmatari della ordinanza di scarcerazione, i quali sostengono (tesi assai traballante) che in assenza di una risposta di Nordio alle loro richieste non potevano far altro che ordinare la liberazione di Almasri. Poi ha lasciato trapelare l’esistenza di una ragione di Stato anche se ormai era tardi per tentare di nascondere dietro il segreto di Stato dettagli inquietanti come il fatto – rivelato da Sergio Scandura di Radio radicale con la pubblicazione del tracciato del volo del Falcon 900 – che l’aereo dei servizi sia decollato da Ciampino alle 11,14 per andare a prendere Almasri a Torino, almeno sei ore prima che la Corte firmasse la sentenza di scarcerazione.

Piantedosi in Parlamento ha tentato di giustificare questa sospetta preveggenza accennando al fatto che l’arrestato avrebbe potuto essere anche trasferito da carcere a un altro e in questo caso sarebbe stato trasferito in aereo. Ma i trasferimenti da un carcere a un altro non si fanno con i voli di Stato. E ciò non spiegherebbe comunque come mai gli sgherri di Almasri festeggiassero nei loro social già dal mattino la scarcerazione imminente. Chi li aveva avvisati che il loro capo sarebbe stato da lì a poco riportato a Tripoli se ancora stava in carcere a Torino e la Corte d’appello non aveva firmato l’ordinanza? Carlo Nordio in Parlamento ha sostenuto che Almasri era stato rilasciato perché il mandato di arresto conteneva errori tali da renderlo nullo. Ha detto che avrebbe messo a disposizione del Parlamento documenti che lo proverebbero ma ancora non l’ha fatto.

L’ultima versione sullo scandalo Almasri è stata fornita dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha detto: “Gli Stati quando serve prendono decisioni in base alla ragion di Stato. Si ricorda la lettera dei Tre Moschettieri ‘il latore della presente ha fatto quel che ha fatto per il bene dello Stato’?. Ci sono cose che gli Stati fanno per interesse dello Stato stesso, di cui non devono dare giustificazioni. La necessità di rimandare questa persona in Libia era evidente a tutti”. Un’ammissione della esplicita volontà politica del governo di riportare Almasri nell’unico posto dove la Cpi non può andare a prenderlo. Finora una così rotonda ammissione non c’era stata.

19 Febbraio 2025

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