Il grande imbroglio
Così governo e Corte d’Appello hanno mentito su Almasri: scarcerazione illegale
Possibile che né il Procuratore generale, né i giudici della Corte, né il ministro della giustizia, né il ministro dell’interno, né la presidente del Consiglio conoscessero le leggi e gli ordinamenti e abbiano preso lucciole per lanterne?
Politica - di Piero Sansonetti

Ci avevano spiegato che la scarcerazione di Osama Almasri, il capo dei torturatori libici, era un atto dovuto. Perché c’era stato un errore nell’arresto da parte della Digos di Torino. Falso. Pubblichiamo un lungo e dettagliatissimo scritto di Cuno Tarfusser, che è stato il vicepresidente italiano nella Corte dell’Aia. Lo nominò giudice all’Aia il governo di centrodestra italiano presieduto da Berlusconi nel 2009.
Tarfusser ci spiega,- citando leggi, trattati, pezzi del codice di procedura e la Costituzione italiana – che l’arresto è assolutamente legittimo. Non è stato un arresto della polizia giudiziaria come ci vuol far credere la Corte d’Appello – che probabilmente esegue ordini ricevuti dal governo – ma è stata l’esecuzione di un mandato d’arresto della Corte dell’Aia che è un organo giudiziario che fa parte del nostro ordinamento. Dunque non si trattava di decidere su una estradizione ma su una consegna. Che fosse necessaria una conferma dell’arresto entro 48 ore è una bufala bella e buona.
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Possibile che né il Procuratore generale, né i giudici della Corte, né il ministro della giustizia, né il ministro dell’interno, né la presidente del Consiglio conoscessero le leggi e gli ordinamenti e abbiano preso lucciole per lanterne? Se davvero è così sono incompetenti. Meglio che vadano a casa. Se invece c’è stata malafede è necessario che vadano a casa.