Vacilla l'accordo per il cessate il fuoco
Gaza verso un nuovo “inferno”, Israele e Trump minacciano il ritorno alla guerra se Hamas non consegnerà gli ostaggi
Trump minaccia “l’inferno”, Netanyahu: “Se Hamas non restituirà i nostri prigionieri entro mezzogiorno, torneremo a combattere finché non a sarà sconfitto
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Il “Donald Trump fans club” d’Israele ha un presidente ultrà: Itamar Ben-Gvir. E un copresidente non meno infervorato: Bezalel Smotrich.
«Trump ha ragione! Ora tornare e distruggere». Lo ha scritto su X il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir, duramente contrario all’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia che in queste ore vacilla, dopo lo stop alla liberazione di ostaggi prevista per sabato da parte di Hamas che ha accusato Israele di violare i termini della tregua e gli Usa di non essere più considerati garanti dell’intesa visto il piano del presidente Donald Trump di sfollare i palestinesi. Già ieri, davanti allo stallo e ai tentativi dei mediatori internazionali di non far naufragare l’accordo, il leader di Otzma Yehudit aveva esortato a dare una «risposta concreta» al gruppo militante palestinese, con «un massiccio attacco su Gaza, dall’aria e da terra, insieme al blocco totale degli aiuti umanitari alla Striscia, tra cui elettricità, carburante e acqua». «Dobbiamo tornare alla guerra e distruggere», aveva esortato. «Dobbiamo minacciare Hamas che se dovesse accadere qualcosa a qualche ostaggio, Israele occuperebbe il 5% della Striscia di Gaza. Un altro, un altro 5%», gli fa eco il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, che in un discorso all’istituto Haredi ha ricordato di avere «il pieno appoggio» di Donald Trump alla luce delle sue ultime dichiarazioni sul ritorno ai combattimenti a Gaza.
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Smotrich, noto per le sue posizioni di estrema destra, ha affermato che l’elettricità e l’acqua a Gaza devono essere completamente tagliate e gli aiuti umanitari cancellati, riporta al-Jazeera. Il ministro si è detto pronto a occupare parti di Gaza, soprattutto nel nord, entro “ore” se arrivasse l’ordine dai vertici politici. «Gaza tornerà a far parte dello Stato di Israele perché è il nostro Paese e questo è l’unico modo per garantire la sicurezza dei cittadini dello Stato di Israele e la sua sicurezza», ha dichiarato. “Gli accordi vanno rispettati” e “le minacce non servono”. Così il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, si è rivolto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «Trump deve ricordare che c’è un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e questo è l’unico modo per restituire i prigionieri. Il linguaggio delle minacce è inutile e complica solo le cose», ha dichiarato l’esponente di Hamas.
Trump ha minacciato “l’inferno” per Hamas se non libererà gli ostaggi entro mezzogiorno di sabato e a chiesto a Israele di ritirarsi dall’accordo. «Dobbiamo evitare a tutti i costi una ripresa delle ostilità a Gaza, che porterebbe a una tragedia immensa». Così su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che fa «appello a Hamas affinché proceda con la liberazione degli ostaggi come previsto». «Entrambe le parti devono rispettare scrupolosamente gli impegni assunti nell’accordo di cessate il fuoco – rimarca – e riprendere negoziati seri».
Quanto all’inquilino della Casa Bianca, imperterrito continua a magnificare il suo proposito di trasformare la Striscia di Gaza in una Riviera. Senza l’ombra di un palestinese. Trump ha affermato che potrebbe «teoricamente» sospendere gli aiuti alla Giordania e all’Egitto se questi si rifiutassero di accogliere i palestinesi, dopo aver lanciato un piano per trasferire i cittadini di Gaza nei due Paesi. La minaccia è arrivata dopo che lunedì l’Egitto ha respinto «qualsiasi compromesso» che possa violare i diritti dei palestinesi, in una dichiarazione rilasciata dopo l’incontro del ministro degli Esteri Badr Abdelatty con la sua controparte statunitense a Washington.
Nel corso dell’incontro bilaterale il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha detto al Segretario di Stato americano, Marco Rubio, che «gli Stati arabi sostengono i palestinesi nel respingere il piano di Trump di spostare loro da Gaza e prendere il controllo dell’enclave». Lo riporta una dichiarazione della diplomazia egiziana. Il ministro inoltre ha confermato l’impegno del Cairo a lavorare con la nuova amministrazione statunitense per «raggiungere una pace giusta e duratura che garantisca i diritti dei palestinesi, compresa la creazione di uno Stato indipendente su tutto il loro territorio nazionale».