Continua l'attacco

Siria: i jihadisti conquistano anche Hama, Assad trema a Damasco

Mosca e Teheran sostengono Assad contro i ribelli. Sono più di 280mila gli sfollati a causa dell'escalation. Le truppe islamiste forti e pronte a continuare l'attacco

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

6 Dicembre 2024 alle 08:00

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AP Photo/Ghaith Alsayed – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Ghaith Alsayed – Associated Press / LaPresse

Dopo Aleppo, cade anche Hama. I ribelli jihadisti, dopo aver accerchiato la città capoluogo dell’omonimo governatorato, sono riusciti a spezzare le linee di rifornimento dell’esercito regolare, costringerlo alla ritirata e, di conseguenza, entrare nel centro città. A confermare l’ormai imminente presa del terzo centro urbano siriano da parte dei combattenti di Hayat Tahrir al-Sham è proprio Damasco che ha annunciato il ritiro dell’esercito dalla città, con un comunicato del ministero della Difesa nel quale si spiega che le truppe sono state “dislocate fuori dalla città”.

Non sono dunque bastati i raid aerei russi e governativi che si sono abbattuti sulle truppe ribelli, in particolare sulla collina strategica di Zain al-Abidin e vicino all’aeroporto militare. Le truppe islamiste, che godono di morale alto sia per le rapide e importanti conquiste territoriali sia per il video che nelle scorse ore ha mostrato il loro leader Abu Muhammad al-Julani ancora in vita dopo essere stato dato per morto, hanno resistito e sfondato l’ultima resistenza governativa. Nel comunicato diffuso dalla Difesa siriana si cerca di motivare il ritiro delle truppe spiegando che la decisione è stata presa per “tutelare le vite dei civili ed evitare combattimenti in città”. Ma proprio i civili si trovano adesso in una situazione di confusione e incertezza per ciò che li attende nei prossimi giorni.

La preoccupazione per questa nuova escalation non riguarda, però, solo il presidente Assad. Mentre l’esercito russo, interessato a preservare la permanenza del dittatore alla guida della Siria per mantenere il controllo sui porti strategici di Latakia e Tartus, ha già messo a disposizione la propria aviazione per cercare di contenere l’avanzata ribelle, l’Iran, l’altro grande alleato degli Assad, ribadisce il “fermo sostegno” al leader siriano nella lotta contro i “gruppi terroristici”. “Siamo isolati e senza internet da ore… non sappiamo cosa succederà”. La voce di Mahmud, abitante di Hama, si sente con difficoltà nel collegamento telefonico intercontinentale. “Siamo chiusi in casa in attesa di sviluppi”, afferma. Numerose altre fonti dentro e fuori Hama hanno confermato che da stamani la città e tutta la zona attorno sono fuori dalle comunicazioni Internet.

“I combattenti guidati da Hayat Tahrir al-Sham hanno interrotto le strade tra Hama e le città di Aleppo e Raqqa”, afferma l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, secondo cui le fazioni armate hanno anche preso il controllo di altre tre località a est di Hama. I combattenti entrati a Hama affermano di aver “liberato centinaia di detenuti” dal carcere di questa città della Siria centrale. “Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato prigionieri ingiustamente detenuti”, ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham. Il leader del gruppo, Abu Mohammed al-Jolani, ha affermato che non ci sarà “nessuna vendetta” dopo che il suo gruppo jihadista avrà preso la città siriana di Hama, teatro di un sanguinoso massacro da parte delle forze governative nel 1982. “Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta”, ha detto Jolani in un messaggio video su Telegram, dopo aver annunciato che i combattenti erano entrati in città “per ripulire la ferita che dura da 40 anni in Siria”.

Sono più di 280mila gli sfollati a causa dell’escalation nel nord-ovest della Siria, che arriva dopo “anni di sofferenze”. Lo denuncia via X il World Food Programme, che sta intensificando l’impegno per fornire generi alimentari alle famiglie, “ovunque si trovino”, ma ha “urgente bisogno di supporto per soddisfare le necessità in aumento“. In Siria è guerra totale. Le difese aeree del regime di Bashar al-Assad hanno intercettato droni ostili sopra Damasco e ne hanno abbattuti due. Anche la capitale trema.

6 Dicembre 2024

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