Medio Oriente
È di nuovo guerra in Siria, l’esercito di Assad in fuga da Aleppo: rischio golpe a Damasco
Via dalla città, un tempo roccaforte dei ribelli a loro volta cacciati dall'esercito regolare dopo mesi di assedio, anche le truppe russe e iraniane alleate del regime. Il Presidente, minacciato dagli jihadisti e dalle milizie filo turche e curde, rassicura: "Li sconfiggeremo". Intanto, sono già migliaia i civili che hanno lasciato le proprie case
Esteri - di Redazione Web
La situazione in Siria è “complessa” e il rischio più grande è quello del “collasso migratorio“. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, fa il punto su quanto sta accadendo nel Paese arabo, scosso nelle ultime ore dall’avanzata dei ribelli jihadisti, ma non solo. Le forze sul campo infatti sono diverse. Oltre alle milizie islamiste filo-turche di Hayat Tahrir al-Sham ci sono anche i curdi, che avrebbero occupato l’aeroporto di Aleppo. Secondo quanto filtrato in serata dai media arabi, anche all’interno dei filo-governativi si sarebbe creata una spaccatura con voci di un tentativo di golpe nei confronti del presidente Bashar Assad, che potrebbe trovarsi in Russia.
L’esercito di Assad è in fuga
“In Siria ci sono circa 300 italiani, la metà a Damasco, mentre ad Aleppo siamo attorno ai 120. Non ci sono pericoli per i nostri connazionali, anche perché i ribelli hanno detto in maniera chiara che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti della popolazione civile, e neanche dei cristiani, visto che Aleppo ha una fortissima presenza cristiana“, ha spiegato Tajani. Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio delle Nazioni Unite. “Faranno parte di questo convoglio alcuni italiani, mentre molti altri vogliono rimanere ad Aleppo. Si tratta di famiglie miste, italo-siriane e religiosi“, ha dichiarato ancora. Il titolare della Farnesina ha spiegato che l’ambasciata “segue minuto per minuto la situazione e domani i nostri connazionali verranno accolti nella nostra sede diplomatica“.
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Rischio golpe in Siria
L’avanzata dei ribelli jihadisti al momento sembra essere senza contrasto. Dopo Aleppo il prossimo obiettivo è la città di Hama, anche se l’esercito siriano ha smentito le notizie secondo cui gli insorti avrebbero occupato alcuni villaggi limitrofi. La Russia ha promesso aiuti militari alla Siria entro le prossime 72 ore e il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha effettuato un giro di chiamate fra gli omologhi che hanno interessi nel conflitto siriano. Con il ministro degli Esteri iraniano, suo alleato, il capo della diplomazia di Mosca ha concordato sulla “necessità di intensificare gli sforzi congiunti volti a stabilizzare la situazione” mentre con quello turco, Paese con cui gli interessi nello scenario siriano sono opposti, ha espresso “seria preoccupazione per l’escalation militare“.