La guerra civile

Siria, i ribelli jihadisti conquistano Hama: la quarta città del Paese cade nelle mani dell’Hts, truppe di Assad in fuga

Esteri - di Redazione

5 Dicembre 2024 alle 15:54

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Siria, i ribelli jihadisti conquistano Hama: la quarta città del Paese cade nelle mani dell’Hts, truppe di Assad in fuga

Avanzano praticamente indisturbati, ad una velocità mai vista prima, soprattutto se paragonata ai primi anni della guerra civile, quando per conquistare pochi chilometri fronteggiavano l’esercito regolare siriano per settimane.

Parliamo dei ribelli jihadisti dell’Hts, Hayat Tahrir al-Sham, i combattenti che hanno riacceso da giorni il conflitto con Damasco e il regime di Bashar al Assad.

Una avanzata impetuosa quella dei miliziani sunniti che, dopo Aleppo, hanno conquistato di fatto anche la città di Hama, la quarta più grande della Siria con i suoi 350mila abitanti, spingendosi per oltre cento chilometri a sud in direzione della capitale. Un assedio brevissimo sulla città: nella notte tra mercoledì e giovedì i gruppi armati ribelli, che ricordiamo un tempo erano stati prima “affiliati” allo Stato Islamico e poi ad Al Qaeda, hanno circondato da tre versanti la città. Il lato sud è stato lasciato libero, così da consentire alle truppe di Assad ancora presenti in città, e che sono state protagoniste di brevi combattimenti con i jihadisti, di ritirarsi verso la Siria meridionale.

Ritiro confermato anche dall’esercito siriano, che ha parlato di una scelta fatta “per evitare una battaglia urbana e salvare la vita dei civili”, dislocando le truppe “fuori dalla città”: parole che suonano come un pretesto per non ammettere uno sfaldamento evidente nella resistenza all’offensiva dell’Hts.

A nulla sembra servire per ora il sostegno russo al regime di Assad, con raid aerei dell’alleato del Cremlino che si sono abbattuti sui ribelli, in particolare sulla collina strategica di Zain al Abidin e vicino all’aeroporto militare.

Le forze fedeli al presidente siriano, almeno a parole, si dicono ottimiste e promettono di riconquistare le aree “in cui sono entrati i gruppi terroristici”. “Nelle scorse ore, con l’intensificarsi degli scontri tra i nostri soldati e i gruppi terroristici e l’aumento del numero dei martiri tra le nostre fila, questi gruppi sono riusciti a penetrare su diversi assi e a entrare nella città, nonostante abbiano subito perdite pesanti fra le loro fila”, si legge in un comunicato del ministero della Difesa di Damasco, che conferma “il ridispiegamento e riposizionamento delle unità militari fuori dalla città” di Hama.

La conquista da parte dei ribelli jihadisti di Hama ha anche un valore simbolico: nel 1982 la città venne pesantemente bombardata dall’esercito siriano, col Paese guidato da Hafez al Assad (padre di Bashar, ndr) nell’ambito della repressione del regime contro la presenza di movimenti islamisti nella regione: in 26 giorni furono uccise tra le 10mila e le 40mila persone.

Il leader dell’Hts, Mohammed al-Jolani, ha affermato che non ci sarà “nessuna vendetta” per quei fatti, nonostante la conquista della città. “Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta”, ha detto Jolani in un messaggio video su Telegram, dopo aver annunciato che i combattenti erano entrati ad Hama “per ripulire la ferita che dura da 40 anni in Siria”.

di: Redazione - 5 Dicembre 2024

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