Cosa sta succedendo
Siria nel caos: l’avanzata dei ribelli contro Bashar al-Assad, la conquista di Aleppo, il colpo di Stato, la guerra Israele-Hezbollah, la Russia, l’Iran e la Turchia
Esplode un'altra polveriera in Medio Oriente. Nessuna conferma del golpe, confermata l'eliminazione del leader dei ribelli. Tajani: "Nessun pericolo per italiani e cristiani. Situazione confusa e articolata"
News - di Redazione Web
Ancora guerra, un’altra guerra infiamma il Medio Oriente. E c’entra sia con la guerra in corso in Ucraina, scatenata dall’invasione della Russia di Vladimir Putin, e con quella causata dagli attacchi del 7 ottobre 2023 di Hamas nel sud di Israele che hanno provocato la reazione dello Stato Ebraico sulla Striscia di Gaza e in Libano. Sorprendente e clamorosa l’avanzata dei gruppi armati contro il regime del presidente siriano Bashar al Assad. Ormai quasi tutta Aleppo è conquistata quasi senza colpo ferire, un tracollo quello delle forze governative. Non confermate le voci di colpo di stato, il governo libanese su X invece haconfermato la morte di Abu Muhammad al-Jawlani, considerato leader dei ribelli, secondo alcune fonti ucciso in un raid russo a Iliab, roccaforte dell’organizzazione che sta conducendo l’avanzata.
La situazione è caotica e incerta, per via della poca copertura giornalistica e delle pochi fonti terze e internazionali sul terreno. In Siria la crisi era ormai in stallo da circa quattro anni, nel giro di pochi giorni ha subito dei cambiamenti sostanziali e sbalorditivi come non era successo in tredici anni di guerra civile. Al momento Assad controlla la maggior parte del territorio siriano e delle città vicine alla costa. I combattenti dei gruppi armati ostili al presidente siriano Bashar al Assad controllano invece buona parte di Aleppo, seconda città della Siria. Praticamente nulla la resistenza delle forze governative di Damasco, sostenute in maniera decisiva nel corso della guerra civile da Mosca. Finora si sono limitate a dei bombardamenti, in collaborazione con le forze russe, e hanno annunciato una redistribuzione dei soldati.
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Perché è scoppiata la guerra in Siria
L’offensiva si è allargata ulteriormente nella giornata di sabato. È guidata dal gruppo Hayat Tahrir al Sham, (Hts), “l’organizzazione per la liberazione del Levante”, in passato legato ad Al Qaeda. Hts in un comunicato ha parlato dell’offensiva come di una risposta alle manovre che nell’ultimo mese e mezzo le forze di Assad avevano intrapreso, mai così aggressive su un fronte immobile da almeno quattro anni. La Lega degli oppositori jihadisti riunita si fa chiamare “al Fatah al Mubin”, “La Grande Conquista”, si è spinta fino ad Aleppo arrivando da ovest e ha conquistato alcune basi militari di solito utilizzate dai militari russi e dalle milizie filoiraniane a Safira. Altri gruppi si sono diretti verso Hama, altra grande città a metà strada tra Aleppo e Damasco, dove hanno conquistato l’aeroporto. Altri scontri sono in corso a Daraa, città al confine con la Giordania.
“La Siria continua a difendere la sua stabilità e integrità territoriale di fronte a tutti i terroristi e ai loro sostenitori, ed è in grado, con l’aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall’intensità dei loro attacchi”, ha detto Assad in una telefonata al suo omologo emiratino. A pesare sulla crisi di Damasco le conseguenze innescate dalla guerra a Gaza e in Libano, parte dell’asse sciita capitanato dall’Iran coinvolto direttamente nella sfida con Israele. La settimana scorsa è stata anche annunciata la tregua tra Hezbollah e Israele. Nell’ambito della guerra nella Striscia lo Stato Ebraico aveva colpito più volte anche in Siria, uccidendo membri importanti dei pasdaran di Teheran. La Russia invece è impegnata in un conflitto scatenato dalla sua stessa invasione in Ucraina.
L’avanzata dei ribelli nemici del Presidente Assad
Il grippo Hts, dopo aver conquistato posizioni chiave nelle province di Aleppo e Idlib, da dove erano stati espulsi nel 2016, si stanno dirigendo verso Hama e hanno preso il controllo di diverse città e villaggi. In ritirata le milizie sostenute dall’Iran, i gruppi curdi si sono riposizionati nella periferia nord-occidentale di Aleppo. Il ministero di Damasco ha smentito il ritiro delle sue forze. “Confermiamo che le unità delle nostre forze armate sono di stanza nelle loro posizioni nella campagna settentrionale e orientale della provincia di Hama e sono pienamente pronte a respingere qualsiasi potenziale attacco terroristico”, ha affermato. “L’operazione per contrastare l’attacco terroristico sta procedendo con successo e determinazione e presto passerà al contrattacco per recuperare tutte le regioni”.
Caos in Siria: cosa c’entrano l’Iran, la Turchia e Israele
Secondo l’ong Osservatorio Siriano per i diritti umani, con base nel Regno Unito, per la prima volta dall’inizio della guerra civile nel 2012, Damasco non controlla Aleppo. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha lanciato un appello: “Gli stati islamici dovrebbero intervenire per prevenire il protrarsi della crisi in Siria e impedire agli Stati Uniti e a Israele di sfruttare i conflitti interni di altri Paesi”. Teheran è pronta ad appoggiare Assad. I media turchi hanno parlato ieri “di un colpo di stato a Damasco dove sono in corso violenti scontri nel centro della città e negli edifici pubblici”. Nessuna conferma.
Ankara ha grandi interessi nella Regione, in Siria in particolare, ha chiarito di non volere la creazione di uno Stato curdo. Già durante le fasi più calde della guerra civile aveva sostenuto forze contrarie ad Assad. Ad Aleppo sono stati abbattuti il busto che rappresenta Hafez al-Assad, padre e predecessore del presidente Bashar, e la statua equestre che ritraeva Bassel al-Assad, fratello del Presidente Bashar, deceduto nel 1994.
A Tel Aviv nella serata di ieri una riunione sulla crisi siriana. “Le infrastrutture iraniane in Siria sono state danneggiate e gran parte di esse è stata catturata dai ribelli. L’attenzione di Hezbollah si sposterà ora sulla Siria, per difendere il regime di Assad”, hanno riferito responsabili dell’intelligence. Per gli 007 il caos in Siria potrebbe influire sulla tregua in corso tra Israele e Libano, con Hezbollah che dovrà concetrare forse in quest’altro scenario. Per lo Stato ebraico “il crollo del regime di Assad creerebbe un caos con minacce militari per Israele”.
Tajani: “Nessun pericolo per gli italiani in Siria”
“Non ci sono pericoli per i nostri connazionali anche perché i ribelli hanno detto chiaramente che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti dei civili e in particolare degli italiani e dei cristiani“, ha detto al TG1 il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani annunciando la partenza da Aleppo a Damasco di un convoglio dell’Onu di cui faranno parte anche alcuni italiani. “L’ordine che i ribelli hanno ricevuto, e credo sia un messaggio partito dalla Turchia, è di non toccare assolutamente la popolazione civile e in modo particolare di non toccare gli Italiani e i cristiani. Questo ci rassicura, per quanto in una situazione complicata per i combattimenti con molti morti. Però i morti sono tra le forze militari combattenti e non tra la popolazione civile, almeno queste sono le notizie che ci arrivano dalla Siria”.
“Hezbollah sostiene il regime di Assad – ha aggiunto ancora il vice premier e leader di Forza Italia – e con la sconfitta che c’è stata in Libano e il cessate il fuoco si è indebolita la posizione di Hezbollah in Siria. Ne hanno approfittato gli avversari di Assad che hanno lanciato un’offensiva che ha portato alla conquista della città di Aleppo. Pare che i ribelli stiano avanzando e che sono sostenuti dalla Turchia, spesso sono ex combattenti di Al Qaeda e stanno scendendo verso sud, non trovando grande resistenza da parte siriana. Però allo stesso tempo i curdi hanno occupato aeroporto Aleppo, non sono grandi sostenitori di Assad però sono contro le truppe dei ribelli. Quindi una situazione confusa e articolata”.