La guerra in Medio Oriente
Cosa sta succedendo nel Mar Rosso, gli attacchi houthi e i cavi tagliati di internet: colpito cargo greco
Esteri - di Redazione Web
Sempre più frequentemente arrivano notizie di attacchi nel mezzo del Mar Rosso portati avanti dagli Houthi, ‘i poartigiani di Dio’ che hanno avviato una intensa attività di boicottaggio delle navi in transito per “solidarietà con i palestinesi”. Ma in realtà l’obiettivo dei loro attacchi non sono solo le navi che seguono le rotte commerciali attraverso il canale di Suuez ma che ci siano loro anche dietro il danneggiamento di quattro cavi sottomarini tra l’Arabia Saudita e il Gibuti che potrebbe rappresentare una nuova minaccia a livello globale per il traffico internet. Cosa sta succedendo? E cosa farà l’Italia? Perché a rischio c’è anche internet?
Nave Greca colpita, 3 dispersi e 4 feriti gravi
Tre membri dell’equipaggio della nave True Confidence risultano dispersi e altri quattro hanno riportato gravi ustioni dopo che il cargo di proprietà di un armatore greco ma battente bandiera delle Barbados è stata colpito e danneggiato al largo dello Yemen. Lo ha riferito la «Reuters» citando una fonte secondo la quale l’imbarcazione sembra essere stata abbandonata. L’agenzia «Ap» riferisce che il resto dell’equipaggio è disperso. L’armatore ha fatto sapere che la nave è stata colpita a poco più di 90 km a sud-ovest di Aden, presumibilmente da un missile lanciato dai ribelli yemeniti Houthi. Il cargo è alla deriva a causa di un incendio a bordo, ha aggiunto l’armatore, precisando che non sono disponibili informazioni sui 20 membri dell’equipaggio e le tre guardie armate a bordo.
Se il primo e parziale bilancio dell’attacco odierno al cargo True Confidence fosse confermato, si tratterebbe del primo episodio in cui perdono la vita dei civili. Le aggressioni degli Houthi al traffico commerciale lungolarotta del mar Rosso e del canale di Suez si stanno moltiplicando:poco prima una nave militare americana aveva intercettato e abbattuto un drone partito dallo Yemen. Secondo indiscrezioni il cargo greco battente bandiera delle Barbados, poco prima dell’attacco era stato invitato via radio a cambiare rotta.
Chi sono gli Houthui
Gli Houthi sono una formazione militare yemenita sciita nata come gruppo ribelle ma trasformatasi dopo una lunga guerra civile in una giunta militare che controlla la capitale San’a, le montagne del Nord al confine con l’Arabia Saudita e quasi tutta la costa del Mar Rosso. Il resto del Paese è in mano ai sunniti, ma si tratta di una zona arida che conta meno. Si chiamano anche Ansarallah, appunto i partigiani di Dio, e con il sostegno dell’Iran ha combattuto contro il governo internazionalmente riconosciuto dello Yemen creando una delle crisi umanitarie più gravi del mondo. Gli Houthi sono molto legati all’Iran perchè gli ha fornito armi a lungo raggio, come i missili e i droni, ma soprattutto il know how per costruire entrambi.
Gli Houthi e la guerra a Gaza: gli attacchi nel Mar Rosso
Da quando sono iniziati i bombardamenti di Israele a Gaza, gli Houti hanno colpito decine di navi in transito nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab el-Mandeb, come ritorsione contro Israele. Il primo scopo, ideologico e geopolitico, è quello di rinforzare l’asse sciita nell’area per sostenere l’Iran contro Israele e i suoi alleati occidentali. Il secondo è quello di mettere pressione sui propri nemici colpendoli sull’economia e gli scambi commerciali. L’ulteriore e grave conseguenza del conflitto potrebbe essere quella di danneggiare le comunicazioni, colpendo i cavi sottomarini dentro i quali passano i dati internet. Ma le navi colpite non sono solo quelle dirette in Palestina ma anche quelle commerciali. Per questo motivo il commercio marittimo globale sta subendo un duro colpo. E i costi per l’invio di merci tramite canale di Souez sono lievitati.
I 4 cavi trinciati
Il 90% del traffico Internet passa attraverso i cavi sottomarini che collegano i 5 contineti con un’intricata mappa composta da 574 cavi colorati. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, di questi 16 si trovano nel Canale di Suez e gestiscono il 17% del traffico globale, gran parte del traffico tra Europa e Asia. Dunque un pounto nevralgico per le trasmissioni internet. Nei giorni scorsi ne sono stati danneggiati 4. Ci vorranno almeno 8 settimane per ripararli.
La cartina dei cavi sottomarini
I 16 cavi sottomarini che si trovano nel Mar Rosso si trovano a 3,6 chilometri di profondità, ma quelli colpiti nel canale di Suez erano però a soli 150-170 metri di profondità. Sono molto sottili e poco protetti in questa zona dove il traffico marittimo è molto intenso. Il punto più debole si trova in Egitto, che rappresenta un vero “collo di bottiglia”. Da qui devono per forza passare tutti i 16 cavi che attraversano il Mar Rosso, per raggiungere il Mediterraneo dopo aver percorso 160 chilometri a terra.
La missione Aspides nel Mar Rosso
Così è nata la Missione Aspides. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani l’ha così definita: “Aspides agirà con compiti di natura difensiva, la missione non potrà cioè intraprendere azioni di tipo preventivo. Sono previste mansioni non esecutive. L’avverbio eminentemente deve essere interpretato in senso rafforzativo, non sarebbe possibile avere un’azione offensiva. Azione difensiva non vuol dire semplice accompagnamento delle navi ma prevede anche la possibilità di reagire in modo militare, com’è accaduto con il drone. Ci sono compiti esecutivi che sono di autodifesa estesa, cioè neutralizzazione di attacchi. Le attività esecutive saranno solo sul Mar Rosso e nel Golfo di Aden ma solo con risposte necessarie e proporzionate e sempre in mare e nello spazio aereo. Mai sulla terra ferma. Le risposte saranno condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, quello consuetudinario e il diritto all’autodifesa in caso di attacco imminente o in corso, su navi proprie o di terzi, così come previsto all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Aspides agirà inoltre in piena conformità con la Convenzione Onu sul diritto del mare”.
Parole pronunciate dal titolare della Farnesina in Parlamento nel giorno in cui la missione è stata votata a maggioranza e quindi approvata. In realtà, a livello europeo, la Missione Aspides è stata approvata lo scorso 8 febbraio. A guidarla, da un punto di vista operativo, il contrammiraglio Stefano Costantino. Presente anche una nave militare italiana, la Caio Duilio che proprio due giorni fa ha abbattuto un drone nemico. I primi a rispondere agli attacchi degli Houthi, portando le proprie imbarcazioni nelle stretto di Bab el-Mandeb nel Mar Rosso, sono stati la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. L’obiettivo è stato sempre quello di difendere le navi militari alleate e soprattutto i carghi commerciali che passano in quel punto per giungere, attraverso il Canale di Suez nel Mediterraneo.