Il tradimento Ue
Siria, l’Europa volta le spalle ai profughi: la risposta alla caduta di Assad è congelare le richieste d’asilo
Esteri - di Carmine Di Niro
L’Europa è pronta a voltare le spalle al popolo siriano. La risposta europea al caos di Damasco, dove in soli 11 giorni i ribelli jihadisti dell’Hts, l’Hayat Tahrir al Sham principale gruppo nell’universo degli oppositori al regime di Bashar al Assad, hanno rovesciato il potere della famiglia che regnava in Siria dal 1970, è girarsi dall’altra parte.
Dalle principali cancellerie europee la prima reazione alla caduta del regime di Assad, volato in Russia dall’alleato e protettore Vladimir Putin, che gli ha concesso un esilio sicuro, è stata quella di sbattere la porta in faccia ai siriani.
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A fare da apripista quella Germania che nel biennio 2015-2016, nella fase più calda della guerra civile siriana, con l’allora cancelliera Angela Merkel decise di aprire le porte ai profughi provenienti dalla Siria, arrivando ad ospitare oltre un milione di persone.
Oggi evidentemente i tempi sono cambiati e a Berlino, dove nel 2025 sono attese nuove elezioni dopo il fallimento del “governo semaforo” guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz, la reazione alla caduta del regime di Assad è stata la sospensione delle procedure per l’assegnazione dello status di rifugiato ai cittadini siriani.
La scelta tedesca ha dato il via ad un effetto a catena degli altri governi europei: alla mossa di Berlino di stoppare le richieste di asilo dalla Siria hanno fatto seguito analoghe decisione dalla Grecia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Svezia, Francia, Regno Unito, Svizzera, Austria e anche Italia.
La decisione italiana è arrivata al termine di un vertice a Palazzo Chigi tenuto lunedì “per valutare l’evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare”. Nel corso della riunione presieduta dalla premier Giorgia Meloni, informa una nota di palazzo Chigi, “il Governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria”.
Ma ci sono Paesi che vorrebbero andare oltre. È il caso dell’Austria che, col ministro dell’Interno Gerhard Karner, ha spiegato di aver “incaricato il ministero di preparare un programma di rimpatri ed espulsioni in Siria”, senza specificare come tale piano possa essere realizzato.
Stessa linea anche nei Paesi Bassi, col leader dell’ultradestra olandese, l’islamofobo Geert Wilders, che ha chiesto al primo ministro Dick Schoof (alla guida di un governo di destra appoggiato proprio da Wilders) di “rimandare indietro” i profughi siriani.
Voce fuori dal coro arriva invece da Madrid. Il governo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sánchez non sta prendendo in considerazione l’ipotesi di sospendere le procedure di asilo per i cittadini siriani. Lo ha chiarito il ministro degli Esteri José Manuel Albares: “Al momento non stiamo prendendo in considerazione” questa ipotesi, ha detto il ministro.