Contro gli Houthi
Cos’è la missione Aspides: l’Italia in guerra nel Mar Rosso?
Il Ministro degli Esteri Tajani ha parlato di obbiettivi difensivi all'interno di una strategia europea. Lo scopo è proteggere le rotte commerciali che passano nello stretto di Bab el-Mandeb. Le imbarcazioni sono nel mirino dei ribelli sciiti yemeniti. Due giorni fa la nave militare italiana Caio Duilio ha abbattuto un drone nemico
News - di Andrea Aversa
È una guerra che ha un duplice obiettivo e un possibile effetto collaterale. Il primo scopo, ideologico e geopolitico, è quello di rinforzare l’asse sciita nell’area per sostenere l’Iran contro Israele e i suoi alleati occidentali. Il secondo è quello di mettere pressione sui propri nemici colpendoli sull’economia e gli scambi commerciali. L’ulteriore e grave conseguenza del conflitto potrebbe essere quella di danneggiare le comunicazioni, colpendo i cavi sottomarini dentro i quali passano i dati internet. Ecco il contesto nel quale sta avvenendo la guerra del Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb. Protagonista il gruppo politico-militare-terrorista degli Houthi in Yemen e la coalizione a lui contrapposta, a guida anglo-americana, nella quale l’Italia ha il comando per quanto riguarda il fronte europeo.
Cos’è la Missione Aspides
Così è nata la Missione Aspides. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani l’ha così definita: “Aspides agirà con compiti di natura difensiva, la missione non potrà cioè intraprendere azioni di tipo preventivo. Sono previste mansioni non esecutive. L’avverbio eminentemente deve essere interpretato in senso rafforzativo, non sarebbe possibile avere un’azione offensiva. Azione difensiva non vuol dire semplice accompagnamento delle navi ma prevede anche la possibilità di reagire in modo militare, com’è accaduto con il drone. Ci sono compiti esecutivi che sono di autodifesa estesa, cioè neutralizzazione di attacchi. Le attività esecutive saranno solo sul Mar Rosso e nel Golfo di Aden ma solo con risposte necessarie e proporzionate e sempre in mare e nello spazio aereo. Mai sulla terra ferma. Le risposte saranno condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, quello consuetudinario e il diritto all’autodifesa in caso di attacco imminente o in corso, su navi proprie o di terzi, così come previsto all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Aspides agirà inoltre in piena conformità con la Convenzione Onu sul diritto del mare“.
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Qual è il ruolo dell’Italia nel Mar Rosso
Parole pronunciate dal titolare della Farnesina in Parlamento nel giorno in cui la missione è stata votata a maggioranza e quindi approvata. In realtà, a livello europeo, la Missione Aspides è stata approvata lo scorso 8 febbraio. A guidarla, da un punto di vista operativo, il contrammiraglio Stefano Costantino. Presente anche una nave militare italiana, la Caio Duilio che proprio due giorni fa ha abbattuto un drone nemico. I primi a rispondere agli attacchi degli Houthi, portando le proprie imbarcazioni nelle stretto di Bab el-Mandeb nel Mar Rosso, sono stati la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. L’obiettivo è stato sempre quello di difendere le navi militari alleate e soprattutto i carghi commerciali che passano in quel punto per giungere, attraverso il Canale di Suez nel Mediterraneo.