Guerra in Medio Oriente
Cavi sottomarini per internet nel Mar Rosso: quali sono i pericoli per la comunicazione causati dal conflitto
Lo scontro nello stretto di Bab el-Mandeb che vede protagonista il gruppo militare sciita e yemenita degli Houthi ha già danneggiato 4 cavi che trasmettono tra Asia ed Europa, passando per l'Africa. La conferma della società Seacom
Esteri - di Andrea Aversa
Le guerre si combattono e si vincono in tanti modi. Uno di questi è quello di danneggiare o ‘prendere in ostaggio’ delle infrastrutture fondamentali. Ed è quello che sta accadendo nello stretto Bab el-Mandeb, ovvero la parte del Mar Rosso che collega tre continenti – Asia, Africa ed Europa – attraverso l’oceano Pacifico e il mar Mediterraneo, passando per il canale di Suez. Quel tratto di acque è diventato luogo di battaglia tra le milizie sciite e yemenite degli Houthi e la coalizione occidentale a guida aglo-americana. Uno scontro nato dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, causato dal pogrom messo in atto dai terroristi islamisti in territorio ebraico, lo scorso 7 ottobre. Per alimentare la guerra contro Israele e l’Occidente, il fronte guidato dall’Iran, ha scatenato questa guerriglia contro le imbarcazioni che hanno necessità di oltrepassare lo stretto.
Cosa sono i cavi sottomarini per internet nel Mar Rosso
Tale strategia militare, ha compromesso gli scambi commerciali globali, aumentandone i costi e allungandone i tempi (da tempo, ormai, le navi container passano per il capo di Buona Speranza, all’estremo sud del Sud Africa). Questo conflitto si è esteso anche contro il settore dell’informazione e della trasmissione dati. In che modo? Attaccando o minacciando di colpire i cavi sottomarini per internet. Nei fondali marini, infatti, vi è l’infrastruttura ‘fisica’ attraverso la quale funziona il web. Per questo motivo gli ‘abissi’ sono un terreno di scontro e compromesso geopolitico. Per il sito israeliano Globes, sono stati già colpiti quattro di questi cavi. Fatti confermati dalla società che li gestisce, la Seacom. Questi cavi partono dall’Asia e passano sotto i mari di Gibuti ed Arabia Saudita. I danni non sono stati critici ma per ripararli, secondo quanto pubblicato da Il Corriere della Sera, ci vorranno almeno 8 settimane.
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La guerra dei cavi sottomarini per internet nel Mar Rosso
Ma quali sono questi cavi sottomarini per internet nel Mar Rosso? Si chiamano AAE-1 (Asia-Africa-Europa 1), lungo 25mila chilometri, che collega Hong Kong, Vietnam, Cambogia, Malesia, Singapore, Tailandia, India, Pakistan, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Yemen, Gibuti, Arabia Saudita, Egitto, Grecia, Italia e Francia; Seacom, lungo 17 mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India; Eig (Europe India Gateway), cavo in fibra ottica lungo 15 mila chilometri che collega Regno Unito, Portogallo, Gibilterra, Monaco, Francia, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Gibuti, Oman, Emirati e India. In generale, ed è questo il dato interessante, da e per l’Egitto passa il 17% del traffico internet. Affermava il Parlamento Europeo, in un report del 2021: “Il collo di bottiglia più importante per l’Ue riguarda il passaggio tra l’Oceano Indiano e il Mediterraneo attraverso il Mar Rosso, perché la fonte principale di connettività verso l’Asia passa attraverso questa rotta“.
Quali sono i cavi sottomarini per internet nel Mar Rosso
Nel caso di questi quattro cavi danneggiati, Globes ha scritto che a colpirli sono state le milizie Houthi. L’azienda Seacom ha rilevato che l’attacco è avvenuto proprio nello stretto del Mar Rosso. Vittime del presunto raid, le infrastrutture che passano sotto Mombasa (in Kenya) a Zafarana (in Egitto). Seacom non ha ancora chiarito la causa del problema, vi sono in corso i dovuti accertamenti. La ditta ha segnalato l’interruzione del servizio internet in quell’area ed ha diramato la seguente nota: “Tutti gli altri servizi destinati all’Europa e ad altre regioni sono stati automaticamente reindirizzati attraverso i percorsi alternativi di Seacom sui sistemi via cavo Equiano, PEACE e WACS“. Proprio quando ci si imbatte nei lavori in corso in autostrada: si percorre una via alternativa.