L'emendamento

Salario minimo: la maggioranza rilancia, la proposta affossa-opposizioni che rafforza la contrattazione collettiva

Arriva l'emendamento alla Camera. "La maggioranza punterà sul rafforzamento ed estensione della contrattazione collettiva". La proposta delle opposizioni, esclusa Italia Viva di Renzi, puntava a introdurre nove euro lordi all’ora

Economia - di Redazione Web

16 Novembre 2023 alle 11:29

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse 13-09-2023 Roma Politica Trasmissione tv “Porta a Porta” Nella foto Giorgia Meloni, sullo schermo Elly Schlein 13-09-2023 Rome (Italy) Politics Tv program “Porta a Porta” In the pic Giorgia Meloni
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 13-09-2023 Roma Politica Trasmissione tv “Porta a Porta” Nella foto Giorgia Meloni, sullo schermo Elly Schlein 13-09-2023 Rome (Italy) Politics Tv program “Porta a Porta” In the pic Giorgia Meloni

L’aveva annunciato ieri il presidente della commissione Lavoro della Camera, di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto. “Stiamo lavorando a un emendamento della maggioranza alla proposta di legge delle opposizioni. È plausibile sarà presentato nelle prossime ore e comunque entro il termine emendativo”. Il termine è previsto per oggi alle 12:00. Doveva essere il tema dell’autunno, il salario minimo, superato da altre emergenze e ordini del giorno, un’occasione persa per le opposizioni, divise e frammentate anche in questo caso anche se meno rispetto al solito. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha ribadito oggi al convegno di Fratelli d’Italia sul lavoro che sul tema serve un approccio “più realistico e meno ideologico”, sempre “nel rispetto delle direttive comunitarie”.

Il dibattito che in estate si annunciava come la barricata politica dell’autunno si è impantanata tra il rinvio alla Camera e il parere del Cnel. Lo scorso luglio le opposizioni, esclusa Italia Viva, avevano presentato una proposta di legge – “Disposizioni per l’istituzione del salario minimo” – per introdurre il salario minimo legale di nove euro lordi all’ora. Una proposta in otto articoli che rimandava all’articolo 36 della Costituzione sulla retribuzione “proporzionata” al lavoro svolto e “sufficiente a garantire una esistenza libera e dignitosa”.

Il Cnel, chiamato in causa dal governo, aveva elaborato un parere che predilige la stessa linea del governo Meloni. “Un salario minimo già esiste ed è quello dei contratti collettivi”. La povertà educativa non deriverebbe soltanto dal salario minimo, andrebbe sviluppata ulteriormente la contrattazione collettiva. Il Cnel ha bocciato anche la proposta di alcuni professori di nomina del Quirinale di sperimentare il salario minimo per alcune categorie di lavoratori fragili. Una sentenza della Cassazione, scaturita dal ricorso di alcuni vigilanti sull’adeguamento del loro stipendio, ha stabilito che la “giusta retribuzione” si può dedurre non solo in base alle retribuzioni o alla soglia di povertà ma in sostanza anche in base a principi di proporzionalità e sufficienza per un’esistenza libera e dignitosa.

La proposta della maggioranza

Sostanzialmente si baserà sul Cnel la proposta della maggioranza che presenterà un emendamento alla Camera dove la legge è in discussione, firmatario Rizzetto. L’emendamento-legge delega come ricostruisce Repubblica mira ad affossare definitivamente la proposta delle opposizioni. Secondo quanto emerso non ci sarà una soglia di salario minimo per legge, cancellata quella dei nove euro; il principio sarà quello della “equa retribuzione” da raggiungere con un rafforzamento della contrattazione collettiva. La prossima discussione sul salario minimo in esame all’Aula della Camera sarà il 28 novembre.

“La proposta unitaria della maggioranza punterà sul rafforzamento ed estensione della contrattazione collettiva aiuti a coloro che andranno a rinnovare in modo serio i contratti”, ha dichiarato Rizzetto a margine degli Stati Generali del Lavoro. “La proposta delle opposizioni avrebbe preso forma, per altro senza copertura economica, da novembre del 2024. Con uno strumento come la delega o con un emendamento che sarà messo in campo immediatamente, arriveremo molto prima a delle risposte”.

La ministra del Lavoro Calderone

Calderone ha ribadito la contrarietà al salario minimo per legge. “Lo facciamo per coerenza nell’utilizzo degli strumenti: se siamo per la contrattazione non possiamo imporre per legge un numero che è un importo minimo di salario”. E ha aggiunto che “di fatto il dialogo fra aziende, lavoratori e proprie organizzazioni sindacali costituisce il terreno fertile per migliorare le condizioni reddituali dei lavoratori. In tal senso, oltre ai provvedimenti presi in Manovra e a quelli indicati nel programma di legislatura, l’esecutivo favorirà il rinnovo dei contratti scaduti, contrasterà l’uso improprio di talune tipologie contrattuali e stimolerà i percorsi di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa”.

16 Novembre 2023

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