La proposta di legge

Salario minimo, Meloni fa ammuina e scatena l’ira di Schlein

L’ira di Schlein: “Il governo fugge dalla realtà, vergognatevi: lasciate un’intera generazione nella precarietà”. La raccolta firme sale a mezzo milione

Politica - di David Romoli

19 Ottobre 2023 alle 15:00

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Salario minimo, Meloni fa ammuina e scatena l’ira di Schlein

“Questa è una fuga annunciata. Il governo fugge dalla realtà”, scandisce in aula Elly Schlein e chissà perché per fare un discorso simile, sacrosanto ma inevitabilmente comiziante, ha bisogno di leggere. In realtà basterebbe dire che il governo fugge, o più precisamente gioca a rimpiattino non avendo il coraggio di fare ciò che vorrebbe e affossare apertamente il salario minimo di 9 euro lordi all’ora proposto da tutte le opposizioni salvo Italia viva.

Ieri, dopo rinvii, slittamenti e sospensive varie la Camera avrebbe dovuto discutere e votare la proposta. Come ampiamente previsto, però, in apertura di seduta il presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto, FdI, ha chiesto il ritorno del testo in commissione. Ci sarebbe bisogno di un “approfondimento” dopo il parere contrario al salario minimo del Cnel, al quale la premier aveva affidato la decisione sempre per evitare di assumersi la responsabilità di una scelta impopolare. “D’ora in poi chiederemo che ogni decisione economica venga prima vagliata dal Cnel”, sbotta irritato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

I 5S hanno provato a evitare il voto sul ritorno in commissione definendolo inammissibile ma in questo caso i precedenti davano ragione alla maggioranza e la vicepresidente che presiedeva alla seduta, pur essendo Anna Ascani del Pd, ha dovuto dar ragione a Rizzetto. Il voto non poteva riservare grandi sorprese e infatti il rinvio alla commissione è passato, però con appena 21 voti di scarto, molti meno di quanti ne vanta la maggioranza a Montecitorio. Segno evidente di quanto per lo stesso centrodestra sia difficile bocciare una proposta che dovrebbe essere cosa ovvia per tutti e che è approvata anche da buona parte dell’elettorato della destra.

Il capogruppo FdI Foti si affida infatti a un’argomentazione funambolica. Scopre che già nel 2014 il M5s aveva proposto i 9 euro all’ora e non ci sarà qualcosa di strano se la stessa cifra rimbalza da un decennio all’altro nonostante il quadro sia molto cambiato (e incidentalmente le disparità sociali ulteriormente aumentate)? In effetti qualcosa la “scoperta” di Foti dice: che la proposta delle opposizioni, oggi, è in realtà modesta e minimalista, tutt’altro che eccessiva. A proposito, qualcuno dovrebbe suggerire alla segretaria del Pd di smettere di affermare che “Sotto i 9 euro lordi l’ora è sfruttamento”. Sarebbe sfruttamento comunque, segretaria. Però sotto i 9 euro è schiavismo.

Conte, padre della proposta, si scalda: “Meloni si nasconde e volta le spalle a 3,6 milioni di lavoratori sottopagati dopo avere cercato la sponda del Cnel di Brunetta. Che vigliaccheria! Ma noi non gli daremo tregua”. La segretaria del Pd s’infervora: “Non avvertite alcun senso di vergogna per aver abbandonato una generazione alla precarietà e all’incertezza”. Protesta anche Calenda, lui però pigolando, sennò che moderato sarebbe: “La maggioranza sta facendo un errore drammatico”. La maggioranza ha tutte le intenzioni di insistere sull’errore sino alle estreme conseguenze, cioè l’eutanasia di una legge che va affossata senza che se ne accorgano in troppi.

Quando nel pomeriggio la commissione Lavoro apre i battenti c’è già la richiesta di calendarizzare subito la discussione. La maggioranza neppure risponde e l’opposizione abbandona per protesta l’aula. “La calendarizzazione si fa in ufficio di presidenza che doveva ancora avere inizio. L’opposizione non guarda al merito e pensa solo a come scrivere i post. Inizieremo a stretto giro con l’audizione del Cnel”. Comunque è melina. In ogni caso il salario minimo non tornerà in aula prima di gennaio, sempre che il miracolo si compia davvero.

L’intenzione della destra è infatti evitare il voto fino a quando non avrà partorito una propria proposta, quella che Meloni aveva giurato sarebbe stata presentata entro settembre, per poter affermare di aver bocciato il salario minimo solo in nome di un’alternativa che sarà sbandierata come molto più efficace. Per ora l’opposizione sta cercando una strada per accelerare i tempi costringendo il governo a uscire allo scoperto ed è una strategia parlamentare giusta. Ieri, in aula, ha annunciato di aver raggiunto il mezzo milione di firme a sostegno della legge ma anche di voler andare avanti con la raccolta. Anche questo è uno strumento di pressione utile. Ma senza una vera mobilitazione sociale contro i salari troppo bassi per essere accettabili la sorte del salario minimo è già scritta.

19 Ottobre 2023

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