L'incontro con le opposizioni
Il nome salario minimo non piace alla Meloni: cambiamolo ma fermiamo lo sfruttamento
Editoriali - di Piero Sansonetti
Oggi le opposizioni si incontrano con Giorgia Meloni per vedere se è possibile un dialogo sul salario minimo. L’impressione però è che non ci sia nessun margine. Le opposizioni non sembrano intenzionate a cercare un compromesso. Vogliono semplicemente che il governo si pieghi. Il governo forse sarebbe anche disponibile a cedere sul merito, ma non accetterà mai che un cedimento possa apparire come un successo della sinistra e dei 5 Stelle. Dunque l’ostacolo non è, come potrebbe sembrare, una differenza di idee sull’economia e sui rapporti di lavoro. Quella che si sta giocando è una partita politica e in gran parte addirittura di una partita di immagine. Difficile chiuderla. Nessuno vuole perderla e un pareggio è improbabile.
Male, malissimo. Perché il problema c’è ed è urgente. In Italia esistono milioni di lavoratori che guadagnano (regolarmente) meno di nove euro all’ora, e anche meno di otto e meno di sette. Vuol dire meno di 1000 euro lordi mensili per un lavoro a tempo pieno. Per non parlare di quei lavoratori che si accontentano di 5 o 6 euro l’ora (ma in gran parte, questi, sono clandestini: cioè in lavoro nero e totalmente alla mercé dei padroni). Siccome con 7 o 8 euro all’ora non si campa, e siccome con quei salari lo scarto tra profitto e salario è quasi schiavistico, allora bisogna trovare una misura – cioè una legge – che corregga questa non piccola infamia.
- “Salario minimo e decreto lavoro: la destra getta la maschera”, parla Marina Sereni
- Salario minimo, Meloni chiama tutte le opposizioni prima della pausa estiva: “pesano” i sondaggi a favore della proposta
- Salario minimo, lo schiaffo di Meloni alle opposizioni: le convoca ma bolla la proposta come “controproducente”
È vero che la sinistra e i sindacati fino a poco tempo fa erano contrari. Puntavano sulla contrattazione. Ma la contrattazione negli ultimi anni ha dato pessimi risultati. Il valore dei salari è sceso in modo vertiginoso. I sindacati non hanno la forza per opporsi alla deriva sulla base dei rapporti di forza con le imprese. E allora occorre una legge.
Non vogliamo chiamarla salario minimo? La Meloni non è disposta ad accettare questo nome? Bene, cambiamogli nome, ma mettiamo un paletto, anche se piccolo piccolo, all’eccesso eccessivo dello sfruttamento.