Si allarga la guerra permanente
Perché Israele bombarda anche la Siria, a Gaza altri 15 morti soffocati nei centri per gli aiuti
Nella Striscia 94 morti nelle ultime 24 ore. Attacchi a Damasco, l’Idf: “Proteggiamo i civili drusi nella regione di Sweida”. Usa preoccupati, anche l’Ue spinge per la de-escalation
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
A Gaza si muore per le bombe, si muore per fame, si muore per mancanza di assistenza medica. E ora si muore anche perché “gasati” dai lacrimogeni. Una guerra permanente che dalla Striscia si propaga alla Siria. È di 94 morti e 252 feriti il bilancio degli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza nel suo aggiornamento quotidiano. Quindici decessi sono avvenuti per soffocamento e per l’uso di gas lacrimogeni, sparati contro i palestinesi in cerca di cibo in uno dei centri di distribuzione della controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf, sostenuta da Usa e Israele e fortemente criticata dall’Onu), nel sud di Khan Younis. «Per la prima volta, sono stati registrati dei decessi dovuti al soffocamento e all’intenso affollamento di cittadini nei centri di distribuzione degli aiuti», ha dichiarato il ministero in un comunicato stampa pubblicato su Telegram. Il bilancio complessivo dei morti accertati nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 58.573 dall’inizio della guerra, 139.607 feriti. Al Jazeera sottolinea che dal 18 marzo, quando Israele ha violato il cessate il fuoco di gennaio, sono almeno 7.750 i palestinesi uccisi e 27.566 quelli feriti, la maggior parte dei quali donne e bambini.
Morte e distruzione
Mese dopo mese, con il procedere della guerra, la distruzione di abitazioni e infrastrutture s’è fatta sistematica: 436mila case – il 92 per cento del totale, in base agli ultimi dati dell’Ufficio Onu per i diritti umani (Ocha) – sono state abbattute insieme ai due terzi di quanto costruito. Al contempo, è cresciuto anche il numero dei privati coinvolti in quella che è stata chiamata “la macchina delle demolizioni”. Intanto, l’ambasciatore statunitense in Israele ha chiesto un’indagine sull’omicidio di un palestinese-americano di 20 anni, avvenuto la scorsa settimana nella Cisgiordania occupata: un caso di pressione dell’amministrazione Trump nei confronti del suo alleato. Secondo l’Autorità Nazionale Palestinese, il giovane, Saif al-Din Musalat, è stato picchiato a morte da coloni israeliani. «Ho chiesto a Israele di indagare con forza sull’omicidio di Saif Mussallet, un cittadino americano che era in visita alla sua famiglia a Sinjil quando è stato picchiato a morte», ha scritto l’ambasciatore Mike Huckabee, sostenitore degli insediamenti ebraici nei territori palestinesi, su X. «Bisogna accertare le responsabilità di questo atto criminale e terroristico. Saif aveva solo 20 anni». Ma Israele non si ferma.
La guerra permanente si estende alla Siria
“I colpi più pesanti sono partiti”: lo dice il ministro della Difesa Israel Katz pubblicando un video della televisione siriana che mostra una conduttrice sorpresa da un attacco israeliano sullo sfondo nel centro di Damasco, mentre la tv di Stato ha riferito di raid vicino al quartier generale del ministero della Difesa. Una forte esplosione è stata avvertita nella capitale. Katz in precedenza aveva avvertito il regime di Damasco di pesanti attacchi se le forze del regime non si fossero ritirate da Sweida, una città drusa nel sud. Israele ha attaccato il palazzo presidenziale di Damasco, noto come il “Palazzo del Popolo”, utilizzato dal presidente siriano Ahmed al-Shara. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters, citando un testimone oculare. Nel contesto dei violenti scontri a Sweida ai danni dei drusi, Israele ha colpito il cancello d’ingresso del quartier generale militare siriano a Damasco. A darne conferma sono le Forze di difesa israeliane (Idf), secondo quanto riferito da Ynet News. “L’Idf continua a monitorare gli sviluppi e le attività contro i civili drusi nella Siria meridionale e, in conformità con le direttive della leadership politica, gli attacchi nella regione sono preparati a diversi scenari”, si legge nella dichiarazione ufficiale.
Il portavoce dell’Idf ha precisato che l’obiettivo dell’attacco dell’Aeronautica Militare israeliana a Damasco era il cancello d’ingresso del complesso del quartier generale del regime siriano. Israele ha annunciato che continuerà a colpire duramente le forze siriane fino al loro ritiro. «L’intensità degli attacchi aumenterà se il messaggio non è stato capito», hanno fatto sapere dal ministero della Difesa di Tel Aviv. Il capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, ordina il rafforzamento della zona di confine siriana con ulteriori capacità di sorveglianza e offensive, nel contesto degli attacchi in corso in Siria. Lo riporta Times of Israel. Zamir ordina, inoltre, al Comando Settentrionale di dirottare le forze verso la frontiera siriana per “aumentare il ritmo degli attacchi e fermare quelli contro i drusi in Siria”. Le forze aggiuntive rafforzeranno la 210a Divisione “Bashan” lungo il confine e nella zona cuscinetto siriana controllata da Israele. “Le Idf sono impegnate in una profonda alleanza con i nostri fratelli drusi e per questo stanno colpendo obiettivi in tutta la Siria per proteggerli nella regione di Sweida, Jabal al-Druze e ovunque sia necessario”, si legge nella dichiarazione. È salito a oltre 300 morti il bilancio delle vittime causate dagli scontri tra le tribù beduine e i combattenti drusi nell’area di Suwayda, nel sud della Siria, a cui si sono aggiunti oggi gli attacchi delle Forze di difesa israeliane (Idf).
L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), organizzazione non governativa con sede a Londra ma dotata di una rete di attivisti sul terreno, ha precisato che sono stati uccisi 69 combattenti drusi e 40 civili, di cui 27 vittime di «esecuzioni sommarie da parte di membri dei ministeri della Difesa e dell’Interno». Inoltre, sono morti anche 165 membri delle forze governative, 18 combattenti beduini e 10 membri della sicurezza siriana in seguito a raid israeliani. Nell’attacco su Damasco si registrano almeno un morto e 18 feriti. Una fonte del ministero dell’Interno siriano ha detto all’agenzia di stampa locale Sana che “un accordo di cessate il fuoco è stato raggiunto per la città di Sweida”. La fonte ha aggiunto che sono stati istituiti “posti di blocco di sicurezza in tutta la città”. Ma Israele non ferma le operazioni militari. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto che Washington è “molto preoccupata per gli attacchi di Israele in Siria”. “Stiamo parlando con tutte le parti interessate da tutte le parti. Vogliamo che i combattimenti finiscano”, ha detto Rubio. Preoccupazione e invito alle parti ad operare una de-escalation vengono espressi anche dall’Unione europea. Con quali esiti, lo dicono i bombardamenti su Damasco.