L’inchiesta di Haaretz

“Non sono aiuti ma trappole mortali”, l’inchiesta di Haaretz sui punti di assistenza a Gaza

L’inchiesta di Haaretz: in un mese più di 500 palestinesi morti vicino ai punti di assistenza. La fame, i bombardamenti e il blocco continuano a mietere vittime, molti bambini

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

1 Luglio 2025 alle 16:00

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AP Photo/Abdel Kareem Hana
AP Photo/Abdel Kareem Hana

Un j’accuse potente quello lanciato da Haaretz, il quotidiano progressista di Tel Aviv, in un editoriale che mette sotto accusa una pratica ripugnante. Israele ha trasformato i centri di assistenza di Gaza in trappole mortali. Bisogna fermare questa carneficina.

Un titolo declinato così: “Un’inchiesta di Haaretz, condotta dai giornalisti Nir Hasson, Yaniv Kubovich e Bar Peleg, ha raccolto le testimonianze di soldati e ufficiali che lavorano a Gaza e che hanno raccontato cose terribili avvenute nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti della Gaza Humanitarian Foundation. Secondo quanto riferito dai soldati, avrebbero ricevuto l’ordine di usare armi da fuoco per disperdere, controllare o respingere le folle affamate che si radunavano nei centri di distribuzione degli aiuti. Da quando la GHF, creata dagli Stati Uniti, da Israele e da gruppi cristiani evangelici, ha iniziato a operare a Gaza, un mese fa, più di 500 persone sono state uccise nei pressi dei suoi centri di distribuzione. Il procuratore generale militare ha chiesto un’indagine sugli omicidi. In risposta all’inchiesta di Haaretz, l’ufficio del portavoce dell’IDF non ha smentito completamente i risultati, affermando che le segnalazioni di danni ai civili sarebbero state indagate. Le testimonianze dei soldati si aggiungono alle numerose segnalazioni di sparatorie e alle testimonianze di palestinesi, medici e dipendenti di organizzazioni umanitarie su quanto sta accadendo nei pressi dei centri di distribuzione. Tuttavia, queste dichiarazioni non hanno impedito al primo ministro e al ministro della Difesa di attaccare Haaretz e di affermare che si tratta di una ‘raccolta di spregevoli calunnie’.

Il primo ministro e il ministro della Difesa sanno bene che ogni parola dell’inchiesta è vera e che l’IDF ha perso ogni controllo nei confronti dei civili a Gaza. Tutti gli esperti avevano avvertito Israele che il GHF stava operando in violazione dei principi umanitari riconosciuti. Infatti, gli incidenti con sparatorie, che hanno causato centinaia di morti, sono iniziati poco dopo l’apertura dei centri di distribuzione degli aiuti. Israele ha creato a Gaza un sistema che costringe le persone a guardare le loro famiglie morire di fame o a rischiare la vita per procurarsi del cibo. A ciò si aggiungono l’uccisione quotidiana di decine di civili, la sistematica distruzione di edifici e infrastrutture, gli attacchi agli ospedali, la distruzione delle istituzioni pubbliche, il blocco dell’ingresso di forniture mediche, cibo, medicinali e altro ancora. Israele faticherà a respingere le accuse di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e persino il peggiore dei crimini: il genocidio. Non è necessario essere d’accordo con queste accuse per constatare che, durante tutta la guerra, i comandanti dell’IDF hanno mostrato un’indifferenza criminale per la vita dei civili di Gaza. Dopo più di 56.000 morti, per lo più civili, tra cui 17.000 bambini, non si può più sostenere che l’IDF stia facendo uno sforzo per evitare l’uccisione di civili…”.

 

Allarme malnutrizione a Gaza

Sessantasei bambini sono morti di fame e di stenti a Gaza dal 2 marzo, quando, in coincidenza con la fine del cessate il fuoco, Israele ha drasticamente ridotto l’ingresso di aiuti, bloccandolo per dodici settimane e restringendolo prima alle distribuzioni della GHF e poi dei clan non affiliati ad Hamas. Una continua strage che, stando ai dati forniti dal Ministero della Salute di Hamas, ha causato dal 7 ottobre del 2023 oltre 56.500 vittime. Altri 133.419 palestinesi sono rimasti feriti. Il dato è stato fornito domenica ed è compatibile con quelli diffusi nelle settimane scorse dalle agenzie delle Nazioni Unite: a maggio l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva parlato di 57 bambini morti di stenti da marzo, dieci giorni fa a lanciare un allarme simile era stata l’Unicef. L’agenzia Onu per l’infanzia aveva denunciato che 5.119 bambini fra i sei mesi e i cinque anni erano stati accolti con sintomi di malnutrizione acuta nei suoi centri di Gaza, un aumento del 50 per cento rispetto ai 3.444 ricoverati ad aprile e del 150 per cento rispetto a febbraio, quando a Gaza entravano in maniera regolare camion di aiuti alimentari e medici.

Sono almeno 48 i palestinesi uccisi in attacchi israeliani da ieri mattina nella Striscia di Gaza. Lo riporta Al-Jazeera, citando fonti ospedaliere. L’emittente precisa che 13 persone sono morte uccise in un raid aereo israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia, mentre erano in attesa di cibo, e che in questo attacco sono inoltre rimaste ferite altre 50 persone. Nelle ultime ventiquattr’ore Israele ha lanciato almeno 50 attacchi aerei su tutta la Striscia, concentrandosi in particolare sulla parte orientale della città di Gaza, con un bilancio provvisorio di 25 morti, di cui 10 nel sobborgo di Zeitoun. Un ordine di evacuazione emesso dalle Idf alle popolazioni residenti nel nord della Striscia fa temere un pesante assalto.

Citati da diversi media locali e regionali, i palestinesi nel nord di Gaza hanno raccontato di una delle peggiori notti di attacchi israeliani nelle ultime settimane. “Le esplosioni non sono mai cessate; hanno bombardato scuole e case. Sembravano terremoti”, ha detto Salah, 60 anni, padre di cinque figli, di Gaza City. “Al telegiornale sentiamo che un cessate il fuoco è vicino, sul campo vediamo morte e sentiamo esplosioni”, ha commentato il residente. I carri armati israeliani si sono spinti nelle zone orientali del sobborgo di Zeitoun a Gaza City e hanno bombardato diverse zone a nord, mentre gli aerei hanno colpito almeno quattro scuole dopo aver ordinato a centinaia di famiglie che si erano rifugiate all’interno di andarsene, affermano i residenti.

1 Luglio 2025

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