Altra strage
Gaza, mattanza di civili al centro di distribuzione aiuti di Khan Younis: droni e tank sparano sulla folla

Mentre gli occhi dei media internazionali si sono spostati sull’asse Gerusalemme-Teheran, dopo che da giovedì è iniziata una intensa campagna militare israeliana sull’Iran, nella Striscia di Gaza si continua a morire per effetto di quelli che, se confermati, appaiono come evidenti crimini di guerra da parte dell’esercito dello Stato ebraico.
Sono almeno 51 i civili palestinesi uccisi, oltre a decine rimasti feriti, da un attacco israeliano arrivato mentre centinaia di persone erano radunate vicino a un centro di distribuzione di aiuti a Khan Younis, nel sud-est della Striscia di Gaza.
A denunciarlo è la Protezione civile della Striscia. Il portavoce dell’organizzazione umanitaria, Mahmoud Bassal, ha dichiarato all’AFP che oltre 200 persone sono rimaste ferite mentre migliaia di palestinesi attendevano di ricevere farina nel centro di distribuzione, “I droni israeliani hanno aperto il fuoco sulle persone. Pochi minuti dopo, i tank israeliani hanno sparato diversi colpi, causando un gran numero di morti e feriti”, ha detto.
Conferme in tal senso arrivano anche dallo staff medico dell’ospedale Nasser di Khan Younis, dove quasi 300 palestinesi, tra morti e feriti, sono giunti nella struttura sanitaria dopo esser stati attaccati con “carri armati” mentre aspettavano il cibo. “Quasi 300 tra morti e feriti sono appena arrivati all’ospedale Nasser”, le parole del dottor Mohammed Saqer, responsabile infermieristico dell’ospedale. “La situazione è ormai fuori controllo. L’ospedale non è più in grado di gestire un numero così elevato di casi”.
Le operazioni di Israele in Cisgiordania
Se a Gaza si continua a morire, con l’enclave palestinese ormai largamente sotto il controllo militare israeliano, che da settimane usa la distribuzione di cibo come una vera e propria arma e strumento di ricatto, la situazione in Cisgiordania è altrettanto grave.
Nel territorio che dovrebbe costituire la base per un futuro Stato di Palestina “nei cinque mesi trascorsi dal 21 gennaio, Israele ha portato avanti la più devastante operazione militare dai tempi della seconda Intifada”.
A denunciarlo sono i rappresentanti di Amnesty International sulla base di una ricerca appena condotta dalla stessa Ong. La ricerca di Amnesty indica che dal 21 gennaio ai primi giorni di giugno le forze israeliane hanno ucciso almeno 80 palestinesi in Cisgiordania, tra cui 14 minorenni, in varie operazioni militari condotte nel campo profughi di Jenin, Tulkarem, al-Farah e nella cittadina di Tammoun.
Una situazione segnata da sgomberi di massa, dalla distruzione di centinaia di alloggi e di varie infrastrutture vitali, nonché da misure draconiane adottate contro ogni visita di osservatori esterni.