La guerra Israele-Iran
L’agenzia atomica: “Non ci sono prove che l’Iran sta fabbricando la bomba nucleare”
Nel frattempo, l’Idf afferma di aver ucciso il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mousavi
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

La “pistola fumante” non esisteva in Iraq ai tempi della guerra contro Saddam Hussein. E non esiste oggi in Iran quella che giustifica l’attacco al regime teocratico di Ali Khamenei. «Siamo giunti alla conclusione che non possiamo affermare che al momento in Iran ci sia uno sforzo sistematico per produrre un’arma nucleare», ha detto il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, a Sky News. Il rapporto dell’Aiea, ampiamente citato da Israele, ha rilevato che l’Iran sta arricchendo il 60% di uranio, l’unico Paese al mondo a farlo. Quindi «c’erano elementi di preoccupazione», ha spiegato Grossi aggiungendo: «Ma dire che stanno costruendo e fabbricando un’arma nucleare, no, non l’abbiamo detto». Eppure, Israele va avanti.
«Tutte le opzioni sono aperte, è meglio non parlarne sui media», così ha risposto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in visita all’ospedale Soroka colpito ieri mattina da missili iraniani, quando gli hanno chiesto se pensa che sia il momento per eliminare la Guida suprema iraniana Ali Khamenei. Riguardo alla partecipazione degli Stati Uniti agli attacchi in Iran, il primo ministro ha detto che «dipende da Trump, lui conosce il gioco». Sul rovesciamento del regime degli ayatollah, Netanyahu ha affermato che «2.500 anni fa Ciro liberò il popolo ebraico, ora il popolo ebraico sta aiutando il popolo persiano a liberarsi». Teheran sta prendendo in considerazione la chiusura dello Stretto di Hormuz come rappresaglia per l’attacco all’Iran. Lo conferma un membro del Comitato per la sicurezza nazionale del parlamento citato dalla Tass: «La possibile chiusura dello Stretto é una delle opzioni attualmente sul tavolo».
- Fordow: la base segreta e inespugnabile del nucleare dell’Iran scavata nella montagna, gli attacchi di Israele
- Armi nucleari in Iran, l’Aiea smentisce Netanyahu sulle motivazioni dell’attacco: “Non ci sono prove, per lo sviluppo ci vorranno anni”
- “Non ci arrenderemo mai”, l’Iran attacca Israele con missili ipersonici: scontro a distanza Trump-Khamenei sui ‘negoziati’
Oltre all’ospedale Soroka di Be’er Sheva, i missili lanciati ieri da Teheran nel corso di un nuovo attacco su Israele hanno colpito Tel Aviv, Ramat Gan e Holon. Lo riporta il Times of Israel, sottolineando «danni estesi» causati dai raid. Una persona sarebbe rimasta gravemente ferita a Holon, mentre oltre una ventina sarebbero leggermente ferite, riferiscono i servizi medici di emergenza dello Stato ebraico. L’Iran ha usato bombe a grappolo nei suoi attacchi odierni contro Israele, lo scrive il Jerusalem Post, precisando che questo tipo di ordigno, vietato da una convenzione internazionale, è stato utilizzato in un raid su Azor, alla periferia di Tel Aviv. Secondo il giornale, a circa sette chilometri dal suolo il missile si divide in diversi ordigni più piccoli e ciascuno di essi ha un impatto in un raggio di otto chilometri. Ognuna delle bombe più piccole trasporta circa due chilogrammi di esplosivo. Questo, stando al Jerusalem Post, spiegherebbe il ritrovamento di un ordigno a Holon, vicino Azor, e perché molti hanno udito “mini-deflagrazioni” dopo l’esplosione iniziale.
Israele ha invece colpito il reattore nucleare ad acqua pesante di Arak, che ospita la struttura di contenimento del reattore, un componente chiave per la produzione di plutonio. L’Aeronautica Militare ha anche colpito “un sito utilizzato per lo sviluppo di armi nucleari a Natanz, dove si trovano componenti e attrezzature uniche utilizzate per lo sviluppo di armi nucleari e dove vengono sviluppati progetti che consentono di accelerare il programma nucleare”. Bombardamenti, dunque, ma anche eliminazioni mirate. L’Idf afferma di aver ucciso il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mousavi, scappato in precedenza a un tentativo di assassinio.
Quanto a Donald Trump, il presidente Usa valuta se unirsi agli attacchi di Israele contro l’Iran mentre è in corso una discussione tra i suoi massimi collaboratori su come gli Stati Uniti possano colpire tali obiettivi senza essere coinvolti in una guerra su larga scala. Lo riporta la Cnn, citando fonti a conoscenza della situazione. Per Trump, cercare di evitare di prolungare il conflitto iniziato lo scorso giovedì è diventata una priorità assoluta. Sebbene sia aperto ad argomentazioni, incluse quelle del premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui solo gli Stati Uniti possono porre fine in modo definitivo alle ambizioni nucleari dell’Iran, il presidente, spiegano le fonti, è profondamente diffidente all’idea di rimanere impantanato in un tipo di conflitto estero che ha giurato di evitare.