Le parole di Grossi
Armi nucleari in Iran, l’Aiea smentisce Netanyahu sulle motivazioni dell’attacco: “Non ci sono prove, per lo sviluppo ci vorranno anni”

Su quali basi Israele nella notte tra giovedì e venerdì 13 giugno ha bombardato l’Iran, dando inizio ad un nuovo conflitto in Medio Oriente? L’offensiva decisa dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che da giorni ripete assieme ai suoi alleati occidentali, dal presidente Usa Donald Trump al cancelliere tedesco Merz, ma sostenuto in questo da tutti i leader europei, che l’obiettivo dei raid è impedire al regime dell’Ayatollah Ali Khamenei di sviluppare armamenti nucleari e facilitare un “regime change”.
Ma ad oggi quelle motivazioni sembrano una copia di quelle statunitensi per giustificare l’attacco in Iraq che rovesciò il regime di Saddam Hussein nel 2003, con l’incredibile quanto falsa scena dell’allora segretario alla Difesa Usa Colin Powell che si recò all’Onu con una pseudo-provetta per dimostrare la presenza di armi chimiche nel Paese.
A negare infatti l’esistenza di prove di un programma sistematico per la costruzione di armamenti atomici in Iran è l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, tramite il suo direttore Rafael Grossi. “Potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro. Quello che abbiamo riportato è che non abbiamo prove di un programma sistematico per una bomba”, ha chiarito Grossi intervistato alla Cnn dalla celebre giornalista Christiane Amanpour.
Nel colloquio il numero uno dell’agenzia Onu spiega chiaramente che l’Iran è distante anni dal possibile sviluppo dell’atomica: “Quello che sappiamo, lo sappiamo grazie alle ispezioni. E abbiamo riferito al Consiglio dei governatori che l’Iran ha materiale sufficiente, ipoteticamente, se decidesse di sviluppare una bomba: hanno più di 400 kg di uranio arricchito al 60%, a un passo dal 90 necessario. Quindi c’è la materia prima, ed è per questo che c’è tanta preoccupazione. Ma per l’arma servono gli altri passaggi. Non è questione di giorni, ma di anni, forse non pochi, davvero non lo so. Certamente non per domani”.
Dall’inizio del conflitto l’IDF, le forze di difesa israeliano, hanno bombardato diversi siti nucleari iraniani, tra cui i due più importanti a Natanz e Fordow. Grossi alla Cnn ha spiegato che, in base alle comunicazioni arrivate dai referenti del programma nucleare iraniano, gli attacchi hanno comportato “un rallentamento significativo, non totale, dell’arricchimento dell’uranio” con danni importanti alle strutture.