La guerra Iran-Israele

Perché per Netanyahu la morte di Khamenei è la chiave per vincere la guerra con l’Iran

Di tregua il “Grande Vincitore” di Tel Aviv non vuol sentirne parlare. L’obiettivo finale è deciso: farla finita con il regime degli ayatollah.

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

17 Giugno 2025 alle 19:00

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AP Photo/Vahid Salemi – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Vahid Salemi – Associated Press/LaPresse

Già indossa i panni del Grande Vincitore e proclama “Dominiamo i cieli di Teheran”. Ma soprattutto Bibi espone chiaramente quali siano le sue reali intenzioni: “Uccidere Khamenei – ha chiosato – potrebbe porre fine al conflitto”.

«A nome del popolo e dello Stato d’Israele, state facendo cose straordinarie: l’Aeronautica militare israeliana domina i cieli di Teheran. Questo cambia completamente la natura della campagna». Lo ha detto ai piloti il premier israeliano Benjamin Netanyahu in visita alla base aerea di Tel Nof con il ministro della Difesa Israel Katz. «Siamo sulla strada per raggiungere i nostri due obiettivi: eliminare la minaccia nucleare e quella missilistica. Quando controlliamo i cieli sopra Teheran, colpiamo obiettivi del regime, al contrario l’Iran prende di mira i nostri civili. Noi diciamo ai cittadini di Teheran: “Evacuate”, poi agiamo. Questo è un cammino verso la vittoria, e questa vittoria sarà costruita sulle spalle di persone straordinarie come voi».

Il portavoce del governo iraniano Fatemeh Mohajerani ha riferito che almeno 45 donne e bambini sono morti e 75 tra donne e bambini sono rimasti feriti dall’inizio dei raid israeliani venerdì. Il ministero della Sanità di Teheran ha affermato che in totale sono 224 le persone uccise negli attacchi, mentre i feriti sono oltre 1.200. Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom ha dichiarato di aver recuperato 21 corpi di vittime degli attacchi missilistici condotti dall’Iran contro Israele in rappresaglia per i raid contro gli impianti nucleari e militari. In una nota, Magen David Adom segnala anche che ci sono 631 feriti negli attacchi iraniani in Israele da venerdì. Tra i feriti, 13 riportano lesioni gravi.

Israele ieri ha ripreso gli attacchi su Teheran principalmente nelle zone orientali e occidentali della capitale, dove sono state avvertite a più riprese vengono avvertite forti esplosioni. Tra le zone interessate, l’area di Chitgar, il grande centro commerciale Iranmal, Shahrak Bagheri e i dintorni del quartiere olimpico. Nel frattempo, molti abitanti del Distretto 3 di Teheran si stanno preparando a lasciare la città, dopo che l’Idf ha emesso un avviso di evacuazione del distretto. Secondo i media locali, a essere presa di mira è stata anche «una guarnigione militare a ovest» della capitale iraniana. Ha causato «diversi morti» fra giornalisti e maestranze l’attacco condotto oggi da Israele contro la sede della tv di Stato iraniana, nel cuore di Teheran, in un quartiere punteggiato di abitazioni residenziali, edifici istituzionali, ambasciate e uffici di corrispondenza di media come l’Afp francese. Lo riportano i media ufficiali di Teheran, ripresi anche da siti dell’opposizione iraniana all’estero. Dopo l’attacco però, la tv ha ripreso le trasmissioni.

L’Iran sta preparando per le prossime ore «uno strike molto pesante» su Israele, in risposta agli ultimi attacchi israeliani. Lo riferisce Fars News, agenzia legata alla Guardia Rivoluzionaria Islamica, ripresa anche da Iran International, sito dell’opposizione iraniana in esilio con sede a Londra. Secondo queste fonti, l’obiettivo è quello di sferrare il colpo di risposta più duro dall’inizio «dell’aggressione sionista». Allo stesso tempo, l’Iran starebbe cercando di riavviare i colloqui con Stati Uniti e Israele per porre fine alle ostilità. Lo riporta il WSJ, citando fonti mediorientali ed europee. Secondo i diplomatici arabi che hanno parlato con gli iraniani, Teheran sembra scommettere sul fatto che Israele non possa permettersi di rimanere impantanato in una guerra di logoramento e che alla fine dovrà cercare una soluzione diplomatica. Ma di tregua il “Grande Vincitore” di Tel Aviv non vuol sentirne parlare. L’obiettivo finale è deciso: farla finita con il regime degli ayatollah.

17 Giugno 2025

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