La guerra

“Non ci arrenderemo mai”, l’Iran attacca Israele con missili ipersonici: scontro a distanza Trump-Khamenei sui ‘negoziati’

Esteri - di Redazione

18 Giugno 2025 alle 10:59

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“Non ci arrenderemo mai”, l’Iran attacca Israele con missili ipersonici: scontro a distanza Trump-Khamenei sui ‘negoziati’

La prima risposta pubblica, seppur via social, alle minacce del presidente statunitense Donald Trump, che aveva intimato al regime di Teheran di accettare una “resa incondizionata” minacciando un intervento diretto di Washington al fianco dell’alleato israeliano.

La battaglia ha inizio”, ha invece replicato la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, citando il primo califfo dell’Islam sciita e la sua conquista della città ebraica di Khaybar che risale al VII secolo: “Con l’aiuto di Allah la Repubblica Islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio”.

Nell’immagine c’è un uomo armato di spada che varca il cancello di un castello mentre il cielo si riempie di fulmini.

Ma dall’Iran non ci sono solo parole. Nel sesto giorno di combattimenti nei cieli dei due Paesi dopo la guerra dichiarata da Israele con la motivazione ufficiale di impedire al regime di raggiungere lo sviluppo di armamenti atomici, il corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche ha dichiarato di aver utilizzato nell’ultimo attacco contro lo Stato ebraico missili ipersonici Fattah-1.

Il Fattah è il primo missile ipersonico sviluppato dall’Iran, presentato nel 2023. In quell’occasione, il capo del programma aerospaziale dei Guardiani della rivoluzione, Amir Ali Hajizadeh, lo aveva definito “un salto generazionale” per la tecnologia missilistica iraniana, capace di manovrare sia all’interno che all’esterno dell’atmosfera terrestre e di eludere qualsiasi sistema di difesa.

Il botta e risposta Khamenei-Trump

Concetti, quelli espressi via social dall’Ayatollah, ribaditi poi in un discorso alla nazione. L’Iran si opporrà fermamente a qualsiasi guerra o pace imposta e non si arrenderà, sono state parole della Guida suprema iraniana. “La nazione iraniana resisterà fermamente a una guerra imposta, così come resisterà fermamente a una pace imposta. Questa nazione non si arrenderà a nessuno di fronte a un’imposizione”, ha detto Khamenei. Quanto al possibile coinvolgimento statunitense, nel discorso trasmesso dalla tv di Stato Ali Khamenei ha ricordato che “gli americani dovrebbero sapere che la nazione iraniana non si arrenderà e che qualsiasi intervento militare da parte loro causerà senza dubbio danni irreparabili“.

Al discorso alla nazione dell’Ayatollah ha risposto dalla Casa Bianca Donald Trump. Parlando ai cronisti della crisi in corso tra Israele ed Iran, con gli scontri giunti al sesto giorno, il presidente Usa ha mantenuto ancora una volta una linea di ambiguità sulla posizione della sua amministrazione: “Attaccare i siti nucleari iraniani? Certo non lo dirò a voi”, le parole Trump rispondendo ai giornalisti e ribadendo che la Repubblica islamica si trova” in guai grossi e vuole negoziare”.

Allo stesso tempo ha poi aggiunto che ora “è molto tardi per l’Iran per iniziare a negoziare”, anche perché il Paese “non ha difese”. L’obiettivo dunque resta lo stesso: la Casa Bianca vuole una “resa incondizionata” e l’Iran “non deve avere l’arma nucleare, deve rinunciarvi”, anche perché il tycoon rimarca di “aver perso la pazienza con l’Iran” dato che “la situazione è molto diversa da una settimana fa”. Quindi un messaggio che riavvicina Washington e Tel Aviv. “parlo” con il premier israeliano “ogni giorno”, ha rivelato Trump, sottolineando che il suo messaggio a Benjamin Netanyahu è quello di “andare avanti“.

Volontà di negoziare e presunti contattati con Washington per chiedere addirittura un incontro alla Casa Bianca che Teheran, tramite la missione iraniana presso l’Onu, smentisce categoricamente. “Nessun funzionario iraniano ha mai chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca“, ha affermato citato da Sky News. “L’unica cosa più spregevole delle sue bugie è la sua codarda minaccia di ‘eliminare’ la Guida suprema dell’Iran. “L’Iran non negozia sotto costrizione, non accetterà la pace sotto costrizione, e certamente non con un guerrafondaio”

Il sesto giorno di bombardamenti

Il ministero della Sanità israeliano ha dichiarato che oltre 90 persone ferite dall’attacco missilistico iraniano della notte sono state ricoverate. Secondo Israele, l’Iran avrebbe lanciato nella notte due raffiche per un totale di circa 15 missili.

Non si è fatta attendere ovviamente la ‘replica’ dello Stato ebraico. I raid israeliani sono arrivati dopo che le forze armate di Tel Aviv avevano invitato i residenti del Distretto 18 della capitale iraniana ad allontanarsi.

Secondo i media britannici oltre ai raid contro siti nucleari, con l’aviazione che avrebbe impiegato oltre 50 velivoli da combattimento per colpire presunti impianti di produzione di centrifughe e armi, anche un’università di Teheran è stata presa di mira dagli attacchi israeliani: si tratta della Imam Hossein, un ateneo che si ritiene finanziato dal corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, i cosiddetti pasdaran, con sede nella periferia est della capitale iraniana. Ignoti al momento i possibili danni.

Tra gli obiettivi colpiti da Israele nelle scorse ore, secondo l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, vi sono anche due impianti di produzione di centrifughe in Iran, l’officina Tesa di Karaj e il Centro di Ricerca di Teheran. “Nel sito di Teheran, è stato colpito un edificio dove venivano prodotti e testati rotori per centrifughe avanzate. A Karaj, sono stati distrutti due edifici dove venivano prodotti diversi componenti per centrifughe”, scrive l’agenzia Onu su X.

Nel mirino dei raid israeliani, con bombardamenti confermati da più fonti, tra cui il ministro degli Esteri israeliano Katz, è finito anche la sede dei servizi di sicurezza interni iraniani a Teheran. L’entità dei danni non è chiara, ma nei video pubblicati online si vedono diverse colonne di fumo salire dalla città.

Il ruolo della Casa Bianca

Stato ebraico che, secondo un retroscena del New York Times, aveva iniziato a pianificare gli attacchi contro l’Iran a dicembre, dopo che la decimazione del gruppo terroristico Hezbollah e la caduta del regime di Assad in Siria avevano aperto un corridoio aereo.

Secondo il quotidiano della ‘Grande Mela’, quando il premier Benjamin Netanyahu è andato alla Casa Bianca lo scorso febbraio avrebbe illustrato a Trump nello Studio Ovale il programma nucleare iraniano. Il presidente Usa avrebbe allora optato per il non intervento pur decidendo di dare a Israele “un supporto, ancora non reso noto, da parte dell’intelligence statunitense per portare a termine l’attacco, scrive il Nyt.

di: Redazione - 18 Giugno 2025

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